Bandiere con la scritta
I fatti preoccupanti che stanno avvenendo in questi giorni in Medio Oriente hanno portato varie testate informative a pubblicare la foto della bandiera iraniana accanto a quella israeliana. Così ho notato una cosa che non mi aspettavo: c’è una strana decorazione che si ripete ai lati della fascia bianca, fatta di linee bianche che si incrociano ad angolo retto sia nella parte inferiore della fascia superiore verde, sia in quella superiore della fascia inferiore rossa (i colori sono pressoché gli stessi della bandiera italiana, ma sono disposti in orizzontale con un logo rosso al centro).
Potrebbe sembrare una greca, ossia un motivo decorativo che si ripete, ma in questo caso è irregolare e interrotto.
Visto che ne ho già parlato in altri post ho riconosciuto subito di cosa si tratta: di una scritta in stile cufico quadrato, nel quale le lettere della scrittura araba vengono realizzate solo con linee ortogonali e deformate a piacimento per adattarsi ad una forma geometrica ben precisa. Una tecnica che si usa in vari ambiti, tra cui in architettura.
Wikipedia dedica un paragrafo a questo dettaglio. La scritta, che si legge da destra a sinistra, riporta la frase Allahu Akbar, ossia “Dio è il più grande”.
In effetti cliccando sul link apposito si può vedere come si scrive la frase normalmente, ed è notevolmente diversa. Ma la scrittura cufica non è fatta per trasmettere i testi che non si conoscono, bensì per evocare una scritta che si intuisce dalla decorazione.
Ovviamente esistono dei font ispirati direttamente a questo stile, ma manca lo spirito principale, quello di adattare e deformare la scritta per farla entrare in una forma geometrica. Avevo trovato tempo fa un sito web che permetteva di costruirsi la propria scritta personalizzata annerendo i quadretti di una griglia uno alla volta, che è già qualcosa di più interessante (e adattabile anche a una scritta in italiano).
Sulla bandiera iraniana la frase è ripetuta undici volte su ciascuna banda, per un totale di ventidue. Questo per ricordare la rivoluzione che avvenne il ventiduesimo giorno dell’undicesimo mese del calendario in uso da quelle parti.
L’idea di mettere delle scritte sulle bandiere è molto diffusa nei paesi arabi. L’esempio più celebre è quello dell’Arabia Saudita, dove la scritta “Non c’è dio all’infuori di Allah e Maometto è il suo profeta” campeggia in bianco, in lettere calligrafiche molto svolazzanti inserite in una invisibile forma rettangolare. Il colore è bianco su fondo verde. Sotto la scritta compare una spada.
Sia la bandiera dell’Iran che quella dell’Arabia contengono la parola Allah, quindi non vengono mai issate a mezz’asta in segno di lutto nazionale come avviene nelle bandiere normali. Infatti su Wiki si vede la foto di una serie di bandiere, tutte a mezz’asta tranne quella saudita.
A differenza di quelle a cui siamo abituati, queste bandiere non possono essere costituite da un solo strato, perché altrimenti da un lato la scritta sarebbe corretta e dall’altro sarebbe ribaltata. Così si fabbricano con due strati, in modo che da qualunque lato la si veda la scritta è nella direzione giusta.
Sulla bandiera irachena in uso tra il 1991 e il 2004, ai tempi di Saddam Hussein, pure compariva la scritta in arabo Allahu Akbar, con le parole intercalate tra una stella e l’altra (c’erano tre bande colorate orizzontali, rosso-bianco-blu, con tre stelle verdi nella banda centrale). In questo caso la scritta mi pare fatta a mano (e un po’ malferma), leggermente inclinata verso destra (ossia all’indietro, per il loro senso di scrittura).
Nel 2004, dopo la caduta di Saddam, e dopo una proposta di cambio radicale, venne adottata una bandiera che seguiva lo stesso schema, ma dove la scritta era stilizzata. Non proprio in stile cufico quadrato, ma comunque composta in gran parte da tratti rettilinei.
Nel 2008 è stata approvata la bandiera attualmente in uso. La scritta centrale è sempre in caratteri arabi stilizzati, stavolta con un po’ di contrasto: i tratti orizzontali bassi sono più spessi degli altri. Le stelle invece sono scomparse (indicavano l’unione della nazione araba contestata dalla minoranza curda).
Una bandiera tristemente famosa in cui c’è una scritta araba è anche quella dell’Isis: tutta nera con la scritta in bianco nella metà superiore, in stile un po’ trash, mentre nella parte superiore c’è un pallino bianco con la scritta in nero, stesso stile. La scritta superiore dice “Non c’è dio se non Allah”, quella inferiore “Maometto è il suo profeta”, a partire dal basso a quanto dice Wikipedia, non si sa perché.
Una bandiera popolare in Europa qualche tempo fa era quella della pace, coi colori dell’arcobaleno e la scritta “Pace” in normali caratteri sans-serif maiuscoli. I colori dello sfondo sono in ordine diverso rispetto a quelli della bandiera del movimento Lgbt (dove non ci sono scritte): sono 7 anziché 6, con quelli freddi in alto anziché in basso.
Ma questa non si tratta di una bandiera statale.
Tra le bandiere statali, l’unica che mi viene in mente è quella famosissima del Brasile. Fondo verde, con un rombo oro, dentro cui c’è un cerchio blu con stelline bianche, e una fascia bianca disposta come un equatore con scritto il motto nazionale del Paese: “Ordem e Progresso” (Ordine e progresso).
Nella versione che si vede su Wikipedia, le lettere sono sans-serif. La E sembra quadrata ma la O mi pare più stretta. La congiunzione E è in dimensione leggermente più piccola rispetto alle altre lettere.
Non credo ci siano ordini tassativi sul font da utilizzare, ma in tutti gli esempi che ho visto ci sono lettere senza grazie.
Sempre a proposito del sud America, circola anche una curiosità. Nel 1843 l’italiano Giuseppe Garibaldi era in Uruguay e mise su una Legione Italiana che combatté contro gli argentini.
La bandiera era nera col Vesuvio in eruzione (“Come il Vesuvio incessantemente arde, così arde nei petti degli italiani il fuoco della Libertà”, disse uno degli aiutanti di Garibaldi presentando la bandiera).
Sulla bandiera , che ha delle frange ai
lati, è stata aggiunta la scritta commemorativa: “Hazana del 8 febrero de 1846 /
Realizada por la legioni italiana / A las ordenes de Garibaldi”,
tutta in maiuscolo e con caratteri serif bodoniani.
La prima e l’ultima riga sono orizzontali, la seconda è curvata all’insù per sovrastare il fumo dell’eruzione del Vesuvio.
“Hazana” vuol dire “impresa”. Non si sa quando è stata aggiunta questa scritta, comunque non è disponibile nessuna foto che la mostri senza.
Ma qui non stiamo parlando della bandiera di uno Stato. Di bandiere con scritte se ne trovano a bizzeffe, specie in ambito calcistico.
Tra i primi risultati nelle immagini di Google, viene fuori anche una bandiera del Regno delle Due Sicilie, quasi nove euro sul sito ufficiale, dove al disopra di uno stemma nobiliare molto elaborato compare la scritta “Regno delle Due Sicilie” in stile gotico, curvata a semicerchio.
Old English?
No.
La R iniziale ha una grazia centrale che punta all’ingiù invece del solito incontro triangolare, e uno svolazzo in basso.
Apparentemente si tratta di Linotext, un revival del Wedding Text disegnato da Morris Fuller Benton per American Type Founders nel 1901, ora edito da Adobe e Linotype.
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