Il font delle piste degli aeroporti
Un filmato visto casualmente su Youtube mi ha fatto scoprire come funziona il sistema dei nomi delle piste degli aeroporti.
Se un aeroporto ha una sola pista, questa non si chiamerà 1.
Si potrebbe chiamare pista 07, se presa in una direzione, e pista 25 se presa nell’altra direzione.
Perché? Perché il numero è dato all’incirca dalla rotta che deve seguire il pilota sulla bussola, diviso per dieci e arrotondato all’intero.
Su una bussola il nord è a 0 gradi, l’est a 90, il sud a 180, l’ovest a 270.
Quindi una pista in direzione est-ovest si chiamerebbe 09 (o 9) se presa da ovest verso est, e 27 se presa da est verso ovest.
In caso di due piste parallele, a quella di sinistra viene aggiunta la lettera L (left), a quella di destra la R (right). Se sono tre c’è anche una C (center). Se sono quattro, a quella aggiuntiva viene aumentato o diminuito il numero di 1. Quindi anche se punta a 270 si chiamerà, poniamo 28 perché è a destra delle tre 27 (27L, 27C, 27R).
In nessun caso esiste la pista 0, perché il nord viene considerato a 360 gradi, quindi sarebbe una pista 36.
Da Wikipedia veniamo a sapere che a Fiumicino ci sono tre piste: 07/25, 16R/34L, 16L/34R.
A Malpensa ce ne sono due: 17L/35R e 17R/35L.
La direzione delle piste viene decisa sulla base dei venti prevalenti, visto che per gli aerei è difficile atterrare col vento di lato.
Il fatto che a Malpensa entrambe le piste siano disposte nella stessa direzione indica che il vento di solito tira da quella parte, in un senso o nell’altro.
Tutte queste regole sono stabilite nei minimi dettagli dalle autorità competenti.
I nomi di ciascuna pista vengono scritti alle due estremità, come è facile constatare usando Google Maps in versione satellite.
Vabbè, ma che c’entra tutto ciò con un blog che si occupa di tipografia?
Il fatto è questo: che le autorità competenti hanno fissato nei minimi dettagli anche la forma che devono avere numeri e lettere che vengono tracciati sulle piste di tutti gli aeroporti.
E qualcuno ne ha derivato dei font che sono facilmente reperibili su internet.
Il primo che mi viene suggerito da Google si trova su Github, e si chiama semplicemente Open Runway Numbers.
È pressoché inutilizzabile per scrivere testi normali, visto che si limita a includere fedelmente soltanto le lettere stabilite dall’Icao nell’allegato 14, dice la descrizione. In pratica ci sono soltanto i numeri e le lettere LRC, perché solo quelle possono essere usate nella realtà.
Può darsi che qualcuno arbitrariamente
abbia provato ad immaginare tutte le lettere mancanti e disegnarle
nello stesso stile. O che lo farà, prima o poi.
Anche il kerning in questo font sarebbe basato su quanto stabilito nel documento citato. L’Icao è l’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile.
Lo stesso sito, nella stessa pagina, fornisce anche un secondo font aeroportuale, quello che si usa per le istruzioni obbligatorie per le vie di rullaggio.
Qui le possibilità di uso sono maggiori perché nel font sono incluse tutte le maiuscole, oltre ai numeri, al trattino, alla barra, alle frecce direzionali, e ai numeri romani I, II e III. In pratica c’è solo ciò che serve realmente nella segnaletica aeroportuale. Se uno vuole scrivere una virgola o una lettera accentata non può.
Ovviamente questi font non interessano minimamente a chi deve scrivere dei messaggi normali.
Il secondo è un sans serif compresso digitalmente nella maniera peggiore, ossia sfalsando tutte le proporzioni tra tratti verticali e tratti orizzontali.
Una L avrà un’asta verticale molto più sottile di quella orizzontale.
Effetti simili si possono ottenere con qualsiasi sans serif, forse in peso Medium, ma ovviamente i dettagli sono diversi.
L’Open Runway Numbers invece è particolarmente brutto, perché le cifre sono composte solo di tratti rettilinei. Lo 0 è rettangolare, il 3 è zigzagante nella parte centrale. L’8 ha le controforme rettangolari e due triangolini che lo restringono in vita (ha un baricentro rialzato, come pure il 5). Il 4 è aperto. Ma i numeri più inconfondibili sono il 6 e il 9, che hanno un tratto che spunta dall’occhiello in verticale e poi piega a gomito, di 45 gradi o giù di lì.
Chi ha progettato queste forme non ha certo pensato all’estetica: non bisogna mica attirare l’attenzione di passanti, acquirenti, professori di design. L’importante è che queste scritte siano realizzabili nello stesso modo da chiunque, in qualunque parte del mondo, anche con mezzi limitati, e che siano riconoscibili facilmente dal pilota che avvista la pista da lontano, in obliquo.
La scannerizzazione dell’Allegato 14 nell’edizione del 1951 può essere scaricata in pdf dal sito dell’Icao.
A pagina 50 del documento digitale ci sono le istruzioni su come costruire le lettere.
Le misure sono in piedi e metri.
Ogni cifra è alta 30 piedi e larga 10 (9,1 metri per 3) . Le aste verticali sono spesse 2,5 piedi (80 cm), quelle orizzontali mi pare 5 (o 1 metro e mezzo).
L’occhiello del 6 è alto 18 piedi e mezzo. Il tratto che ne esce in verticale è di 6 piedi e mezzo, prima di piegare ad angolo per puntare sul lato superiore del rettangolo invisibile in cui è inserito il glifo, a 2 piedi e mezzo dal suo lato destro.
A parte gli addetti alla segnaletica, un font del genere può essere utile agli appassionati di modellismo, o a quelli di aviazione in generale.
Curiosità a tempo perso: in che corpo sarebbe l’indicazione della pista di un aeroporto, in punti tipografici? Sappiamo che non c’è relazione fissa tra corpo del carattere e dimensione della maiuscola, in generale. C’è tra millimetri e punti. 9,1 metri sono sono quasi 26 mila punti.
Ma visto che in molti font digitali le maiuscole rappresentano i due terzi del corpo, si arriverebbe all’incirca a una dimensione di... 40 mila punti tipografici!
Nell'Open Runway Numbers le maiuscole sono alte il 90 per cento del corpo. Quindi il font dovrebbe essere impostato a 28 mila e qualcosa per avere lettere della dimensione giusta.
OpenOffice non è neanche in grado di disegnare una cosa del genere, visto che nell’apposita casella può ricevere un valore massimo di 999,9. A queste dimensioni, un apostrofo del Times New Roman è alto 9 centimetri. A dimensione aeroportuale, sarebbe 3 metri e mezzo.
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