Lexicon, il carattere più costoso del mondo

Dieci anni fa Typewolf ha dedicato un articolo al TEFF Lexicon, dopo avere scoperto che veniva messo in vendita al prezzo stratosferico di 4.996 dollari per l’intera famiglia, 391 dollari per il singolo stile.

Oggi il sito ufficiale ci dice che l’intera famiglia può essere acquistata per 3.592 euro, mentre un solo stile sta a 281 euro.

Il font non si trova in vendita sulle principali piattaforme.

È stato disegnato dall’olandese Bram de Does nel 1992, è stato usato per un dizionario, per il più autorevole quotidiano olandese e per qualche Bibbia.

L’articolo contiene varie considerazioni sul prezzo dei caratteri tipografici. Questo progetto viene messo a confronto con quelli della fonderia Ten Dollar Fonts, dove ogni tipo di carattere veniva venduto a 10 dollari.

Per l’autore dell’articolo non si tratta di progetti in concorrenza tra di loro.

Se qualcuno sta impaginando qualcosa solo per divertimento non andrà certo a spendere migliaia di dollari per acquistare il font, così come una casa editrice che cerca qualcosa di qualità non si rivolgerà a chi gli offre dei caratteri a prezzi stracciati. Si tratta semplicemente di due mercati diversi.

Nella teoria economica si parla di massimizzazione del profitti laddove la domanda e l’offerta si incontrano e si raggiunge un equilibrio per quanto riguarda il prezzo. La realtà è più complicata, perché dipende dalle scelte che fanno i disegnatori, dal target a cui si rivolgono, dal marketing.

Mentre i manuali ci dicono che chiunque cerca semplicemente di massimizzare i profitti, nella realtà non è sempre così. Ne dà un esempio proprio Typewolf nello stesso articolo, quando dice che il Lexicon non è il font più costoso in assoluto. Ce n’è un altro che si chiama JHA Bodoni Ritalic, che costa cinquemila dollari. È un normale Bodoni, con lettere inclinate verso sinistra anziché verso destra.

L’autore dell’articolo dubita che la fonderia sia riuscita a venderne una sola licenza.

Mettendolo a 25 dollari magari sarebbe anche potuta arrivare a un incasso da cinquemila. O mille. O cinquecento. O anche solo 25. Ma fissando il prezzo a cinquemila l’incasso è zero. Il profitto non è stato massimizzato. Evidentemente non era quello l’obiettivo.

Magari voleva attirare l’attenzione. E c’è riuscito.

Su My Fonts il prezzo più alto indicato è 1023,22 euro, nella categoria serif.

Il primato se lo spartiscono due font: Nuances VF e Sagittaire VF, entrambi della stessa fonderia, Blaze Type.

Il primo è un romano, il secondo un italico, adatti per usi display.

Possibile che ci sia un malinteso, che quello che viene considerato uno stile solo sia un insieme di stili trattandosi di un font variabile?

Forse, fatto sta che nemmeno sul sito ufficiale è possibile regolare l’asse del peso, anche se i pesi disponibili sono molti di più di quelli che si vedono su My Fonts.

Ci sono solo tre cursori regolabili: la dimensione, l’interlinea e la distanza fra le lettere.

Su My Fonts entrambe le famiglie sembrerebbero supportare un solo peso, in due stili, romano e italico.

Questo vale anche per il Sagittaire, che è italico nella versione Roman ed è romano nella versione Italic.

L’intera famiglia verrebbe a costare 2.046 euro e 43 centesimi.

Fonts In Use elenca ben 15 usi del Lexicon, senza fare riferimento al prezzo.

Il Sagittaire non è stato altrettanto fortunato: zero usi.

L’autore ha un nome che sembra italiano: Valerio Monopoli.

Ha lavorato a Migra (16 usi), Gatwick (6), Pangram Sans e Rader (6).

Su Behance è scritto che la sua base è a Barcellona, in Spagna.

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