Mani
Mani è stato un profeta e predicatore iranico vissuto nel terzo secolo dopo Cristo. A lui viene attribuita l’invenzione della scrittura manichea.
Forse il suo nome era un termine di rispetto che voleva dire illustre, e che ha fatto dimenticare il nome reale della persona.
Wikipedia dice che da giovane era diventato pratico di calligrafia, ma tutto l’articolo si sofferma sui punti principali della sua dottrina e sull’elenco delle opere scritte da lui o su di lui: nei primi secoli del Cristianesimo ci furono parecchie invettive dirette a contrastare le dottrine manichee.
Anche nella versione in inglese dell’articolo non si fa nessun particolare riferimento alla scrittura manichea. Ma nell’articolo specifico dedicato all’argomento si dice che nei testi manichei è scritto che è stato lo stesso Mani a concepirla.
La scrittura manichea è un abjad che ricorda il pahlavi, pure derivato dall’alfabeto aramaico imperiale in uso presso la corte achemenide, con influenze dell’alfabeto sogdiano, che deriva dalla branca siriaca dell’aramaico.
La scheda sintetica di Wikipedia dice che venne usato tra il terzo e il decimo secolo. Si scriveva da destra a sinistra, come le altre forme di scrittura semitiche. Veniva utilizzato per scrivere in iraniano medio e in lingua tocaria.
In Unicode ci sono 51 glifi che fanno parte di questa scrittura.
Non sono supportati sul mio computer, quindi non li posso vedere nella tabella dell’enciclopedia che contiene anche i loro nomi.
Inutile dire che il progetto Noto è arrivato anche qui: il Noto Sans Manichaean contiene anche i glifi in questione.
Sorprendentemente, non sono stati ricondotti a forme geometriche come molti altri, ma è stato conservato l’aspetto calligrafico, come se le lettere fossero state tracciate con inchiostro liquido.
Lettere diverse si comportano diversamente: alcune si collegano sia alla precedente che alla successiva, altre solo alla precedente, altre solo alla successiva, altre ancora non si collegano affatto.
Comunque lo spazio tra una parola e l’altra è maggiore rispetto allo spazio tra una lettera e l’altra della stessa parola. Bene o male si riescono a contare le parole anche senza conoscere la lingua, pur con un po’ di difficoltà.
Su Google è possibile vedere gli specimen di alcuni testi scritti utilizzando il font in questione, se non sbaglio articoli di una dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo o giù di lì.
Il font contiene 153 glifi, incluse lettere latine maiuscole e minuscole anche accentate, numeri, punteggiatura eccetera, ovviamente in caratteri Noto che nulla hanno a che vedere con la calligrafia.
Secondo Enciclopedia Iranica la scrittura manichea veniva utilizzata per scrivere in lingua iraniana e uigura (turco antico). È strettaente collegata con la scrittura palmirena (che si usava nella città di Palmira) e con la variante estrangela dell’alfabeto siriaco.
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