Handwriting in prima pagina

I caratteri che imitano la scrittura a mano sono molto diffusi negli ambiti più disparati, ma normalmente non vengono considerati adatti a certi usi. Un libro di letteratura, un articolo di giornale, anche un titolo di giornale, normalmente vengono impaginati in caratteri “da stampa”, non soltanto con lettere dalla forma “stampatella”, ma anche con i tratti disegnati geometricamente, senza nessun legame con la calligrafia.

Ieri però mi è toccato fare caso ad un’eccezione. Il quotidiano romano Il Tempo ha titolato la prima pagina “Il giorno delle Ringforme”. La parola ringforme era in un normale sans-serif, con le lettere ng in un colore diverso rispetto alle altre per mettere in evidenza il gioco di parole. I colori usati erano arancione scuro e blu.

Le prime parole del titolo invece, nella riga superiore, erano impaginate in un corsivo calligrafico, con lettere che si toccavano tra di loro. 

 

 

Era qualcosa di molto familiare, pensavo facesse parte della famiglia Lucida, ma la l del Lucida Handwriting è graziato mentre qui il tratto è fluido.

Per evitare di lambiccarmi troppo uso il servizio What The Font di My Fonts, solo con la lettera l che è già staccata delle altre, ma non approdo a niente. Cerco il Font Moose di Devroye, ma il sito non risponde. Tra l’altro noto per la prima volta la didascalia che dice che a metà 2022 il sito ha smesso definitivamente di essere aggiornato. Ora si spiega perché di recente non avevo trovato font usciti da poco. Ciò non toglie che il sito resta online, ed è una vera e propria enciclopedia di tutto quello che è successo nel mondo dei caratteri tipografici fino alla data di chiusura.

Faccio un’ultima ricerca col Matcherator di Font Squirrel, mettendo la spunta anche a My Fonts, ed ecco il risultato, a cui sarei dovuto arrivare comunque senza bisogno di ricerca: Segoe Script. Un font che viene distribuito col software Microsoft quindi è molto diffuso. E che si può acquistare su My Fonts, quindi sarebbe dovuto uscire anche tra i risultati di Wtf.

È la prima volta che lo vedo usato per il titolo di apertura di un quotidiano.

Non so se lo stesso quotidiano abbia fatto altre volte la stessa scelta, se la fa in maniera più o meno abituale, o se è un’eccezione, che si ripeterà oppure no.

Su My Fonts questa famiglia non è associata a nessun tag, quindi è introvabile a chi cerca per tag.

La descrizione dice che l’autore è Carl Crossgrove, che si è basato sulla scrittura di Brian Allen.

Cercando Brian Allen con Google vengono fuori molte pagine dedicate a un giocatore di football, ma il sito della Monotype spiega che il nome qui si riferisce a un membro ritirato dello staff di disegnatori della Monotype stessa.

Dice Identifont che questo font è stato lanciato sul mercato nel 2005, da Microsoft. “Fornito gratuitamente con Microsoft Windows Vista, Windows 7 e 8, e Microsoft Office tra il 2007 e il 2010”.

Il nome che viene fornito è soltanto quello di Crossgrove, mentre su My Fonts c’era anche quello di Steve Matteson, oltre che dell’ispiratore Brian Allen.

Il sito non ha messo in relazione questo font con nessun carattere simile.

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