Hobby: embossing a caldo

Su Youtube si può vedere un filmato in cui si spiega come realizzare qualche decorazione con la tecnica cosiddetta dell’embossing a caldo, per chi cerca un passatempo per riempire il suo tempo libero.

Serve un tampone colloso senza colore in grado di trattenere la polvere da embossing.

Serve della polvere da embossing e un phon adatto allo scopo.

Serve poi un timbro con una decorazione in rilievo, che viene trattato col tampone colloso.

Timbrando il foglio, la colla si trasferisce sulla carta.

Ci si versa sopra la polvere da embossing.

Quando si mette il foglio in verticale, la polvere in eccesso cade, mentre una parte rimane attaccata grazie alla colla.

A questo punto si prende il phon e si squaglia la polvere. I granelli si fondono tra di loro facendo assumere alla scritta o al disegno un effetto lucido.

La parola embossing viene tradotta in italiano con goffratura, e si riferisce a una tecnica tipografica completamente diversa, in base alla quale si pressa un foglio tra una scritta in rilievo e una contromatrice incavata, in maniera da ottenere una scritta visibile e percepibile al tatto senza bisogno di utilizzare inchiostri.

In questo caso il termine embossing viene usato perché la scritta realizzata con la polverina di plastica è comunque in rilievo, e quindi percepibile al tatto.

Sempre su Youtube c’è un altro video che mostra gli effetti di polverine diverse sullo stesso timbro, senza parole e spiegazioni ma solo con musica ripetitiva di sottofondo.

L’hobby in cui questa tecnica è utilizzabile viene chiamato “scrapbooking”, perché è nato allo scopo di creare album di fotografie o di ritagli decorati con varie tecniche, e poi estesa alla decorazione di biglietti, calendari, cornici e altri manufatti.

Parlando di questa tecnica, su Wikipedia si trova anche un riferimento all’abitudine che c’era nei secoli passati di annotare alcuni dati importanti riguardanti la storia della famiglia sulle pagine bianche della Bibbia. Visto che si trattava del libro più importante della casa, il capofamiglia vi annotava di volta in volta le date di nascita, matrimonio e morte dei suoi familiari. Documenti del genere sono stati usati per ricostruire gli alberi genealogici. Era risaputo che c’era questa abitudine, tanto che gli editori cominciarono a stampare Bibbie che avevano pagine apposite per inserire annotazioni di questo tipo, con tanto di decorazioni grafiche e addirittura spazi per metterci le fotografie.

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