La prima diffusione dell’arte tipografica oltre la Germania e l’Italia

Sul sito Trapani Nostra si trovano alcune pagine di un “Manuale degli incunaboli” dedicate ai primi stampatori europei del Quattrocento, subito dopo che l’arte tipografica era uscita dai confini di Germania e Italia.

Il primo nome che viene fatto è quello di Jenson, francese, che si era recato a Magonza nel 1458 per imparare l’arte, per poi tornare a Parigi nel 1461.

“Se in quell’anno Jenson avesse posto le sue conoscenze al servizio dell’arte in forma tanto distinta e innovatrice come fece a Venezia nel 1470, la Francia avrebbe precorso l’Italia (Subiaco, 1464) di almeno un paio di anni. Ciò non avvenne e quindi ai francesi toccò solo il terzo posto nella cronologia del sorgere della stampa nei vari paesi”, si legge nel primo paragrafo.

Il primo libro stampato in Francia sarebbe un’edizione delle Epistolae del famoso umanista italiano Gasparino Barzizius. Lo afferma il colofone del libro stesso, in latino, senza specificare l’anno, che sarebbe il 1470.

A stamparlo sarebbero stati tre tipografi arrivati da Costanza e Colmar, al servizio dell’università della Sorbona.

Il trattato pubblicato da Trapani Nostra elenca uno dopo l’altro i vari stampatori attivi in quel periodo e le loro opere. Gli Stati in cui la tipografia mise piede in quegli anni furono Francia, Olanda, Belgio e Inghilterra.

C’è un collegamento tra questi ultimi due perché il primo stampatore inglese, William Caxton, lavorò per un certo periodo anche a Bruges, oltre che a Colonia, dove aveva imparato l’arte della stampa.

Le notizie sono frammentarie, ma sembrerebbe che proprio a Bruges Caxton avesse acquistato le attrezzature (torchi e alcuni caratteri) che usò poi a Westminster.

A vendergliele potrebbe essere stato il secondo (e ultimo) stampatore della città, Colard Mansion, oppure qualcuno dei suoi creditori.

A Mansion sono dedicate alcune righe anche nell’edizione in italiano di Wikipedia.

Oltre che stampatore era copista-calligrafo e traduttore dal latino al francese di un’opera di Ovidio.

Secondo l’enciclopedia online, potrebbero essere stati stampati nella stessa officina di Mansion i tre libri inglesi apparsi a Bruges, intorno al 1475, col nome di William Caxton.

Su Youtube si può vedere una video-presentazione di una copia delle Metamorfosi di Ovidio stampata da Mansion.

È un libro molto grande (in folio), i caratteri sono blackletter e l’impaginazione ricorda quella di Gutenberg: il testo è diviso in due colonne, in questo caso da 33 righe.

Le iniziali sono decorate in rosso. Sono presenti in alcune pagine miniature aggiunte a mano (in tema floreale) e illustrazioni in xilografia. Si nota la presenza di carta marmorizzata sulle sguardie, e anche il lato delle pagine visibile a libro chiuso è marmorizzato.

Lo stile delle lettere mi pare che viene definito “burgundian bastarda”.

Le pagine non sono numerate. È presente qualche capolettera rosso da due righe, ma titoli e testi sono tutti nella stessa dimensione.

Le xilografie sono inserite in una cornice d’oro lucente.

Quando alcuni anni fa c’è stata una mostra a Bruges dedicata a Mansion, la British Library ha contribuito con alcuni volumi e ne ha pubblicato sul sito le foto di alcune pagine.

Per “bungurdian bastarda” si intende la variante della calligrafia bastarda utilizzata alla corte dei duchi di Borgogna, la cui autorità in quel periodo si estendeva fino ai Paesi Bassi.

La bastarda venne utilizzata anche in Francia, Olanda, Germania e in una variante particolare (bastarda anglicana) in Inghilterra.

Di solito i tipografi usavano caratteri di questo tipo per stampare in lingue locali, raramente in latino.

In Francia questo stile cadde in disuso a metà Cinquecento, mentre in Germania confluì nel Fraktur che continuò ad essere usato fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale.

Mansion fu il primo a stampare libri in francese e in inglese, dicono. 

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