Numeri giapponesi (o cinesi)
Su Giornalone.it si possono vedere le prime pagine di molti giornali esteri, tra cui quelli giapponesi.
Per chi non conosce la lingua, tutto quello che c’è scritto è illeggibile, ma qua e là si riconoscono dei numeri. I numeri infatti hanno la caratteristica di scriversi nello stesso modo in molte lingue del mondo, anche se si pronunciano in maniera diversa.
Non in tutte, però. Abbiamo visto nei giorni scorsi che varie scritture che si usano in India hanno numeri di forma particolare, e che in Iran perfino le targhe delle auto sono scritte con caratteri che per noi sono illeggibili.
In effetti anche i giapponesi conservano una loro versione tradizionale dei numeri, che è quella che deriva dal cinese.
Dice Wikipedia che scrivendo in orizzontale è più comune usare i numeri arabi, mentre scrivendo in verticale è più comune usare i numeri cinesi.
Non me ne intendo, ma sulla prima pagina di Yomiuri Shimbun, su Giornalone, mi pare facile trovare numeri arabi anche negli articoli scritti in verticale.
Yomiuri Shinbun. Anche se le scritte sono in verticale, si riconoscono qua e là numeri come quelli che usiamo noi. Dettaglio ritagliato da una immagine pubblicata da Giornalone.it. |
Comunque Wikipedia mostra la tabella dei numeri giapponesi da 0 a...kei, ossia diecimila miliardi, un numero che, chissà perché, ha un nome specifico, e così corto, per giunta.
Non parlo né cinese né giapponese, eppure alcuni di questi simboli mi sono familiari: sono quelli che compaiono sulle tessere del Mahjong, un gioco cinese forse di origine ottocentesca. Qualche anno fa in un sistema operativo che avevo installato era incluso di default un programma con una collezione di solitari che si facevano proprio con queste tessere, accoppiandole a due a due.
Non conoscendo i significati dei simboli, veniva spontaneo associare ogni tessera a un concetto, a seconda della forma del simbolo raffigurato: l’omino, la bandiera, le nuvole, la X... Scopro ora che si trattava di numeri.
Secondo Wikipedia i cinesi avevano messo a punto il loro sistema nel terzo secolo avanti Cristo.
I segni che si usavano erano 13. Il sito ne elenca 14: tutte le unità, il 10, il 20, il 100, il 1000 e il 10000. Mancava lo 0.
L’articolo in italiano dell’enciclopedia dà una spiegazione molto dettagliata di come si combinavano insieme i vari simboli per fare numeri grandi. Un sistema abbastanza complicato.
Dice anche che mentre per noi i numeri sono qualcosa di diverso rispetto alle lettere dell’alfabeto, per i cinesi i simboli in questione sono caratteri alla pari di tutti gli altri, rappresentando anche il suono delle parole corrispondenti, tutti monosillabi.
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