Stampa con una pressa in legno

In un video caricato 12 anni fa su Youtube si può vedere come si stampava utilizzando una pressa in legno, ossia il metodo utilizzato agli albori della tipografia.

La pressa fu inventata da Gutenberg prendendo spunto da quelle che si usavano per pigiare l’uva. Lo stesso schema costruttivo rimase in uso fino all’Ottocento, quando l’applicazione delle macchine a vapore al processo di stampa spinse a cercare nuove soluzioni. I materiali però cambiarono nel corso del tempo: le presse in legno delle origini vennero sostituite da presse in metallo, più affidabili e regolabili.

Non esiste nessuna raffigurazione della pressa usata da Gutenberg, per cui tutte le ricostruzioni moderne sono state fatte tenendo conto di quello che si vede sulle stampe più antiche.

Secondo alcuni studiosi Gutenberg era in grado di stampare soltanto una pagina alla volta, e si ipotizza che avesse caratteri sufficienti ad impaginarne un’altra mentre la prima era in fase di stampa. La pressa che si vede nel filmato invece è in grado di stampare due pagine alla volta, anche se la platina è piccola quindi bisogna azionare la leva due volte.

La didascalia del video non fornisce indicazioni su dove sia conservata la pressa inquadrata.

Il tipografo che la aziona spiega in inglese quale è il trucco per posizionare il foglio in maniera tale da poter stampare anche sull’altra facciata nella posizione giusta. Non solo esistono dei fermagli che permettono di metterlo in posizione, ma ci sono anche delle puntine, sempre sul timpano, che lo perforano. Quando lo si andrà a girare per stampare sull’altro lato, in un secondo momento, basterà far passare i chiodini nei buchi già fatti per essere sicuri che il foglio è in posizione.

Purtroppo non ho trovato video che spieghino il tutto in lingua italiana, quindi la terminologia che si impara sul web è sempre quella inglese.

Lo stesso personaggio che compare in questo video è anche in un altro video sempre su Youtube, più lungo, sempre senza specificare di quale museo si tratta.

In questo caso si comincia mostrando i tamponi che si usavano per inchiostrare i caratteri.

Non era un’azione meccanica semplice, bisognava impegnarsi per strofinare i due strumenti dotati di manico sia contro l’inchiostro suun banco, sia fra di loro, sia batterli contro i caratteri, possibilmente ruotandoli tra una battitura e l’altra. In caso di inchiostratura sbagliata la pagina stampata sarebbe venuta fuori con varie parole mancanti.

La pressa doveva essere manovrata da due persone, il battitore che si occupava dell’inchiostro e il torcoliere che si occupava di posizionare i fogli di carta, uno alla volta, e tirare la leva del torchio.

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