Microtesto sulle banconote, fantasia ed errori

Le banconote meriterebbero un posto d’onore in ciascun museo dedicato alla stampa. Le tecniche antifalsificazione sono così sofisticate che ogni banconota è un vero e proprio capolavoro. E sono così tante che una persona normale ne nota solo una piccola parte.

L’altro giorno stavo osservando con la lente d’ingrandimento le scritte sulla banconota da dieci euro. Ne ho già parlato in passato: ce n’è una sull’ultimo arco completo, poi su quelli tagliati a metà ne compaiono separatamente altre due, poi tre contigue. 

 

Molta gente non ha mai notato le scritte che compaiono negli archi a destra, sulla banconota da 10 euro.

 

In ogni caso si tratta della scritta “10 EURO” ripetuta più e più volte, alternando caratteri latini, greci e cirillici.

Purtroppo ho scattato le foto con un vecchio cellulare non attrezzato per la macrofotografia, che non rende l’idea dei riflessi di luce che si vengono a creare sui tratti e sui disegni circostanti, che si elevano al disopra della carta. 

Comunque procurarsi una banconota da 10 euro è abbastanza facile, ognuno la può osservare dal vivo.

La scritta “10 EURO” occupa 2 millimetri di larghezza. Provo a fare una proporzione sulla misura verticale, e dovrebbe venire qualcosa come 0,3 millimetri, ossia meno di un punto tipografico. Sì, nei normali font si lascia spazio per i tratti discendenti di eventuali minuscole, per cui se rispettiamo la regola del 4 (altezza della maiuscola in millimetri moltiplicata per 4 uguale dimensione in punti approssimata), verrebbe corpo 1,2. Una misura che il software che uso io (OpenOffice) non riesce neanche a concepire, visto che non scende sotto i 2 punti. 

Il fatto è che una normale stampante non riesce a stampare un testo così piccolo in maniera nitida. Invece sulle banconote non solo i contorni sono netti, ma la superficie delle aste è lucida e liscia.

 

La scritta "10 EURO" è larga meno di due millimetri

Il testo si ripete in caratteri latini, greci e cirillici

La dimensione del testo stimata è di circa 1 punto tipografico. I contorni sono netti. Questa foto è fatta al tramonto: la luce del sole basso colpisce solo un lato di scritte e disegni. Mentre le linee rosa sono tracciate con un inchiostro che viene assorbito dalla carta, le scritte e le linee rosse sono in un'altra sostanza che sembra restare in rilievo, eppure non si crepa e non si stacca dal supporto.

 

Il processo di lavorazione di una banconota è lungo e prevede varie fasi. Si usano tecniche tipografiche e serigrafiche, più c’è l’applicazione di strisce argentate e ologrammi, su carta su cui già sono impressi disegni con la tecnica della filigrana. Quando Alberto Angela ha visitato il centro stampa della Zecca, gli è stato vietato di riprendere tutte le lavorazioni, e certi segreti non ha potuto saperli neanche lui.

Ma la scritta nell’arco non è la più piccola che si può vedere sulla banconota da 10 euro. Ce n’è una più piccola che l’altra volta mi era sfuggita, e che si ripete ondulata nella fascia argentata, dietro la minuscola dicitura “10 EURO” leggibile a occhio nudo. 

 

La piccola scritta "10 EURO" sulla striscetta olografica a destra della banconota si riconosce anche ad occhio nudo. Solo che intorno compare una scritta ondulata molto più piccola, visibile solo da particolari angolazioni.

 

La scritta visibile è larga sui 3 millimetri, con maiuscole dell’altezza di circa mezzo millimetro (un paio di punti tipografici di dimensione approssimata).

La scritta piccola occuperà un millimetro e mezzo in larghezza, con tutto che c’è parecchio spazio tra il numero e la parola.

L’altezza della maiuscola sarebbe 0,2 millimetri. Saremmo sugli 0,8 punti tipografici o giù di lì.

Scattare la foto non è stato facile, perché la microscritta è olografica, quindi da certe angolazioni rispetto alla luce risulta invisibile.

Certo, non c’è voluta molta fantasia per scrivere questo testo, visto che dice soltanto “10 EURO”.

Banconote di altri Paesi possono essere più originali.

Sugli shekel israeliani, terza serie, dedicati a famosi poeti, sono stampate in microtesto alcune delle loro più famose poesie.

Non ho trovato foto dettagliate, ma solo un video di 17 secondi della Banca d’Israele in cui si mostra dove trovare il testo della poesia sulla banconota da 200 shekel.

Un altro microtesto ripete il numero 200 all’interno delle aste del numero 200 più grande.

Un video con tutte le caratteristiche di sicurezza delle banconote israeliane si può vedere sempre su Youtube, caricato da Currency Hub, in inglese ma con sottotitoli in italiano. Il microtesto merita un cenno di sfuggita come caratteristica numero 10, al minuto 5:30, con varie inquadrature per far vedere di che si tratta.

Ma il microtesto più famoso è quello comparso cinque anni fa sui 50 dollari australiani. Famoso suo malgrado perché la purtroppo la banca ha commesso un errore in una parola, e se n’è accorta solo dopo avere stampato 46 milioni di banconote sbagliate.

Il testo era quello del discorso della prima parlamentare donna australiana, Edith Cowan.

Invece di scrivere “responsibility”, hanno scritto “responsibilty”. Mancava una i

Il testo è tutto in stampatello. Le righe sono intervallate da linee orizzontali.

Le parole sono scritte sul terreno davanti a un edificio. Il contorno del testo deve adattarsi a sinistra ad un simbolo blu, a destra al ritratto della parlamentare. Per fare questo si è intervenuti anche sul tracking delle lettere, ossia dove necessario è stato aggiunto più spazio tra una lettera e l’altra.

Il testo ripete tre volte le stesse frasi della parlamentare, e l’errore è ripetuto tutte e tre le volte: in seconda riga, sei righe più in basso, e poi in terzultima riga.

Non c’era motivo di ritirare le banconote già stampate. Su quelle stampate in seguito credo che l’errore sia stato corretto.

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