Playwrite Italia Moderna e Tradizionale

Non credo sia passato molto tempo da quando ho dato un’occhiata l’ultima volta agli handwriting di Google Fonts, ma ieri ho trovato che la lista si apre con parecchi font della famiglia Playwrite, che evidentemente è stata aggiunta da poco.

Si tratta di caratteri corsivi scolastici, le calligrafie che vengono insegnate ai bambini di vari Paesi.

I font sono 38 in tutto, e contengono nel nome il nome del Paese a cui si riferiscono.

I primi della lista sono Playwrite Mexico, Playwrite Nigeria Modern, Playwrite Usa Traditional.

Alcuni sono ad asse verticale, altri sono ad asse obliquo.

Indovinate un po’? È citata anche l’Italia, col font Playwrite Italia Moderna, firmato TypeTogether, Veronica Burian e José Scaglione.

È qualcosa che non mi è familiare affatto, perché evidentemente è ispirato alle ultime tendenze che stanno prendendo piede. I ragazzi iniziano fin da piccoli a riconoscere le lettere stampatelle sui telefonini, quindi gli addetti ai lavori hanno messo a punto delle lettere che partono dalla forma stampatella per unire poi le lettere, adattandole per rendere più spediti i movimenti.

Nella frase che leggiamo nello specimen, “La torta alle fragole è in cucina”, noto alcuni dettagli che mi giungono nuovi.

La f nella parte superiore ha la forma della stampatella, mentre in quella inferiore forma un occhiello in senso orario.

La l non ha un occhiello.

La r ha la forma della stampatella, con un tratto verticale a sinistra e uno ondulato che si allunga dall’alto verso destra.

La L maiuscola è stampatella in tutto e per tutto, nel senso che non si unisce alla lettera successiva come invece fanno tutte le minuscole.

Ai miei tempi, a scuola insegnavano una scrittura corsiva molto elaborata. La f aveva due occhielli, uno sul tratto ascendente e uno su quello discendente, che si disegnavano tutti e due in senso antiorario, visto che anticamente la s lunga si disegnava in maniera simile, ma con l’occhiello inferiore che girava in senso orario.

La l avevva l’occhiello.

La r non aveva tratti rettilinei. Il tratto saliva da sinistra, formava un incavo, e poi scendeva di nuovo fino alla base prima di unirsi alla lettera successiva.

Dico ai miei tempi, ma mi è capitato di girare alcune classi di una scuola primaria in occasione delle ultime elezioni, e i cartelloni appesi alle pareti mostravano ancora lo stesso identico stile che si insegnava all’epoca.

Evidentemente in molte scuole italiane ancora non sono entrate in vigore le nuove convenzioni.

La lettera che mi ha sempre meravigliato era la H, che si costruiva quasi come se fosse una legatura Il, ma con un trattino verticale aggiunto al centro.

Ho mandato la foto via Whatsapp ai miei compagni dell’epoca, ed effettivamente ricordano come fosse la lettera più difficile. A quei tempi magari ci impegnavamo pensando che ci sarebbe servita, ma quand’è l’ultima volta che l’abbiamo vista? Chi traccia la lettera in quel modo, oggi?

Nessuno dei font del progetto Playwrite riproduce le stesse lettere che ho imparato io e ho visto sul cartellone l’altro giorno.

Infatti nel corsivo che si è sempre insegnato nelle scuole italiane, sia la B che la D si tracciano a partire dal tratto verticale per poi fare un lungo raccordo a sinistra che scavalca l’asta al di sopra per disegnare poi la pancia o le pance sulla destra.

A volte negli handwriting di Google, tipo il Parisienne, l’Herr Von Muellerhoff o il Petit Formal Script troviamo questa soluzione, ma solo nella B. Per la D si preferisce sempre fare un occhiello piccolo in basso e disegnare la pancia a partire da lì, procedendo dal basso verso l’alto.

In nessuno degli stili del Playwrite compare questa soluzione.

Quando la forma non è quella propriamente stampatella, la B si disegna con due colpi di penna, uno per fare l’asta verticale a manico d’ombrello, e uno a forma di 3 per aggiungere le due pance alla sua destra.

Nella D invece il colpo di penna è uno: asta verticale, un piccolo giro e poi la pancia in senso antiorario.

E la H? Nel Playwrite ce ne sono di forme diverse. Una è quella normale stampatella. Un’altra è quella che si trova nel Playwrite Mexico, dove è il trattino verticale a diventare un occhiello. Mai vista prima d’ora.

L’altra è quella che somiglia a quella che ricordo io, una legatura Il, ma disegnata in maniera più sbrigativa rispetto a quella che si insegnava o insegna qui in Italia, e senza il trattino verticale centrale.

Sul blog di Marco Ficarra si possono vedere le lettere come le ho imparate io.

Con qualche limite: mancano quelle straniere. Sul manifesto che ho visto l’altro giorno nella classe c’erano, e pure avevano una forma niente affatto scontata, soprattutto la K e la X. Bella la J, come la I ma con tratto discendente che formava un occhiello come quello della g.

Nel blog di Ficarra la f ha l’occhiello solo nel tratto ascendente. Anche all’epoca mia c’era questa versione, ma io preferivo quella a due occhielli. Che poi oggi mi viene spontaneo chiudere l’occhiello inferiore in senso orario. Poco male dato che non c’è il rischio di confondersi con la s lunga. E comunque non uso questo corsivo per comunicare con gli altri, quindi basta che lo capisco io.

Strano pensare che mentre su questo blog l’occhiello è solo sul tratto ascendente, nel font moderno è solo su quello discendente. Insomma si tratta della scelta opposta.

La cosa strana è che sul sito di Primarium, cioè il progetto che è alla base del Playwrite, hanno degli esempi di questo corsivo tradizionale, e nello specimen si vede appunto la famosa H con la tacchetta verticale centrale.

Dice il sito che questa versione è stata formalizzata attorno al 1940.

C’è anche il pulsante che permette di scaricare il font Playwrite Italia Tradizionale, sempre da Google. Peccato che B, D e H non hanno la forma giusta. La H è quella larga, curva e senza tacchetta. B e D sono entrambe in due tratti separati, in entrambi i casi senza bisogno di occhiello. Queste lettere sono facili da correggere, basta allungare il tratto inferiore fino a unirlo col superiore, a sinistra. Oh, e lo stesso trattamento lo merita la R. Nella H bisognerebbe sostituire la parte di sinistra con una I, ridurre lo spazio al centro e aggiungere il famoso trattino.

Commenti

Post più popolari