Confessione Sant’Eutizio
In un lungo articolo pubblicato anche sul sito Festival Del Medioevo, il paleografo Attilio Bartoli Langeli cita la Formula di Confessione di Sant’Eutizio come un esempio conosciutissimo di minuscola romanesca, radicata nelle abbazie dell’Italia mediana, e derivata dalla minuscola carolingia.
La minuscola carolingia nasce una trentina d’anni prima dell’800 dopo Cristo alla corte di Carlo Magno.
La Confessione Umbra, o di Norcia è un manoscritto databile al 1075 o 1080. Viene chiamata di Sant’Eutizio dal nome del monastero in cui è stata conservata, a Norcia (oggi si trova nella Biblioteca Vallicelliana di Roma).
Anche se il paleografo fa questo esempio “per intenderci”, l’aspetto di questo documento non è affatto conosciuto.
Ho cercato con Google e ho trovato ben poco.
In un pdf caricato sul sito dell’università di Siena si può vedere la foto in bianco e nero di una pagina del documento.
L’aspetto è più medievale rispetto agli esempi di scrittura carolina che vediamo accanto all’articolo di Langeli. Specialmente per la presenza di una d col tratto ascendente corto e obliquo, che si allunga verso sinistra invece che procedere in verticale come ai tempi di Carlo Magno.
Sicuramente ho già visto documenti scritti nello stesso stile. Mi viene in mente un altro documeto umbro, quello con il testo del Cantico delle Creature di San Francesco, ma basta andarlo a riprendere per rendersi conto dell’enorme differenza che c’è tra le due scritture.
Il Cantico è del tredicesimo secolo. L’aspetto è molto più ordinato, ritmato, textura direi. Si sente l’influsso del gotico, anche se ci troviamo di fronte a qualcosa di completamente diverso rispetto al gotico più comune che conosciamo, l’Old English.
Nel Cantico la d praticamente non ha un tratto ascendente. Quello che dovrebbe esserlo, si è abbassato in maniera tale da essere praticamente orizzontale.
La g è quasi una S che scende sotto la linea di base, mentre nella Confessione è un cerchietto con un grosso occhiello quasi triangolare al disotto.
La foto di un’altra pagina della Confessione si può vedere tra le slide di una presentazione intitolata Frammentazione Medievale.
L’immagine è a colori, ma la qualità è bassa.
Esistono molti font medievali in circolazione, anche gratuiti, ma sono diversissimi uno dall’altro, ispirandosi ad esempi provenienti da Paesi diversi e separati anche da secoli di storia.
Su Dafont quello che si allontana di meno dallo stile in questione credo sia il Ramsey Sd, di Steve Deffeyes, che in effetti risulta ispirato ad un salterio del decimo secolo.
E in effetti, se la g è un cerchietto con un tratto inferiore di forma vagamente triangolare, seppur aperta, la d ha il tratto ascendente verticale, come in epoca carolingia.
La e del manoscritto ha il tratto centrale obliquo, quella del font ce l’ha ondulato orizzontale, con l’estremità che va oltre il contatto col tratto superiore.
Nella rudimentale catalogazione di Dafont, il Ramsey rientra nella categoria Gotici/Celtico.
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