Type: Rider

Type: Rider è un videogioco in cui il protagonista è il carattere dei due punti, che si sposta su una piattaforma da sinistra verso destra, saltando su lettere provenienti da vari font diversi.

È stato sviluppato da Agat Films & Cie – Ex Nihilo, dice Wikipedia, e pubblicato da Bulkypix e Arte.

Funziona su Windows, Android, iOS, Playstation e Nintendo Switch.

Wikipedia ne parla solo in quattro lingue: inglese, tedesco, francese e polacco.

Su Youtube si può vedere l’intero gameplay di quasi due ore, oppure vari estratti più brevi, tra cui quello nel livello del Comic Sans, in cui il protagonista deve saltare da una lettera all’altra sfuggendo un enorme gatto che lo insegue.

Il videogioco si apre con un tutorial che vede i due punti passare davanti a varie immagini che documentano l’origine della scrittura: cuneiforme, geroglifico, cinese, greco antico, scrittura romana.

Il primo livello vero e proprio è dedicato al “Gotico”, lettere che ricordano quelle disegnate a metà Quattrocento da Gutenberg.

Sullo sfondo compaiono immagini di ispirazione medievale: manoscritti, cattedrali, un ritratto di Gutenberg...

I due punti si muovono su lettere dell’alfabeto, pagine di libri stampati in stile gotico, oppure fra tamponi, presse, libri, eccetera.

Il secondo livello è dedicato al Garamond.

Vediamo comparire il ritratto di Jenson. Il capitolo introduttivo parla dei Da Spira, pure attivi in Italia. Si parla poi di Manuzio e Griffo, inventori del corsivo.

Il livello successivo è dedicato al Didot.

Sullo sfondo si notano immagini del Romain Du Roi e i ritratti di Baskerville e Bodoni. Ogni tanto il gioco permette di leggere pagine di libro con la storia di alcuni disegnatori o incisori.

Arriviamo poi al Clarendon.

Qui lo sfondo è quello del far west.

Compaiono anche la macchina da scrivere, il codice morse, la linotype.

Evidentemente il lavoro di ricerca iconografica che c’è dietro questo gioco è consistente.

La tappa successiva è il Futura.

Il livello è disegnato ispirandosi alle grafiche futuriste e al dadaismo.

Vengono citati Cassandre, il Bifur, il costruttivismo russo.

Poi tocca al Times. Nel livello si parla anche della nascita del cinema e della stampa offset.

Il livello successivo è dedicato all’Helvetica. Visto che è un carattere svizzero, il giocatore si muove in un paesaggio innevato e deve schivare le valanghe e le stalattiti.

Viene citata la tecnologia della fotocomposizione e quella dei caratteri trasferibili.

Sullo sfondo compaiono anche grafiche hippy. Viene citato il sistema di classificazione Vox.

La tappa successiva ci fa attraversare i pixel font.

Ci si muove tra le finestre dei sistemi operativi a interfaccia grafica e all’interno dei primi semplici giochi per computer per arrivare a imbattersi poi nelle curve di Bezier e nei font scalabili.

Il filmato è stato caricato a novembre 2013, poco dopo l’uscita del gioco.

Sono passati 11 anni, e solo ora vengo a sapere che questo gioco esiste.

Superati tutti i livelli (Gothic, Garamond, Didot, Clarendon, Futura, Times, Helvetica e Pixel) il gioco finisce.

Ma dopo i titoli di coda, cercando ancora, si può trovare il livello bonus, dedicato al Comic Sans.

Mentre tutto il gioco ha un’atmosfera abbastanza malinconica, sia dal punto di vista visivo che della colonna sonora, nel livello segreto l’atmosfera cambia: ci sono più colori, incluso l’arcobaleno, ad ogni salto il protagonista grida yu-hu!, e la musica di sottofondo è Jarabe Tapatio, un famoso ballo messicano.

Il gioco è molto interessante, specie per chi conosce l’argomento e può divertirsi a identificare questo o quel dettaglio.

Certo le atmosfere sono un po’ cupe, alla Limbo. La controindicazione può essere che quando dopo averci giocato si va a dormire, può venire qualche incubo, tipo di restare schiacciati tra due aguzze V in stile Futura.

Commenti

Post più popolari