Futurist Fixed-Width
Il più scaricato su Dafont nella categoria Ampiezza Fissa oggi è il Futurist Fixed-Width di WSI.
La forma delle lettere è quella del Futura, il passo tra una lettera e l’altra è lo stesso per tutte ma quest’effetto è ottenuto aggiungendo uno spazio spropositato.
Se scrivendo MMM l’effetto è normale, quando si scrive III tra una lettera e l’altra c’è una quantità enorme di bianco.
Insomma, un font del genere non può essere usato per i testi in piccole dimensioni ma soltanto per usi display.
I download ieri sono stati più di 250, il totale sta arrivando quasi ai due milioni e mezzo.
WSI ha caricato solo altri due font sul sito. Al secondo posto troviamo l’Aladdin, calligrafico finito in Script/varie, e all’ultimo troviamo l’Hot Tamale, lettere maiuscole sporche presenti sia in versione grande un po’ decorata che in versione piccola, rialzata al disopra di una sottolineatura.
Per tornare alla categoria Ampiezza Fissa, al secondo posto troviamo il Monofonto di Typodermic, senza grazie con maiuscole e minuscole disegnate in maniera un po’ goffa, e poi l’Absender di Remedy 667 e il Consola Mono di Woiciech Kalinowski, entrambi all-caps dalle forme goffe, adatti forse solo ad usi display.
Solo nella posizione successiva troviamo qualcosa di più utile, l’F25 Bank Printer di Volker Bausse, F25 Digital Typeface Design, utile per emulare qualche documento amministrativo.
Gli Ampiezza Fissa sul sito sono appena un centinaio, in gran parte adatti ad usi display. Nulla a che vedere con ciò che si può trovare ad esempio su Google Fonts, ossia caratteri utilizzabili comunemente ad esempio in programmazione o contabilità.
All’ultimo posto della lista di Dafont troviamo lo String Literal + Variable di Vid The Kid, le cui lettere sono costruite in maniera rudimentale.
Lo stesso autore ha fatto anche due Bitmap che però sono in formato .fon, non più supportato da molti software.
I suoi font più scaricati sono l’Engineering Plot e l’Old Block, entrambi sans serif all-caps, ma al terzo posto troviamo il più strano, il Vid’s Norse, basato sulla forma delle rune, non so quanto accurata (la O e la Q sono uguali).
Su Google Fonts i monospace sono 44.
Al primo posto il sito propone il Roboto Mono di Christian Robertson, seguito dall’Inconsolata di Raph Levien.
Segue il Source Code Pro di Paul D. Hunt.
Tutti e tre sono variabili.
Il primo dei non variabili è l’Ibm Plex Mono di Mike Abbink e Bold Monday, diponibile comunque in 14 stili.
L’ultimo della lista è l’M Plus Code Latin di Coji Morishita, variabile.
In lettere come n e r l’asta verticale non spunta in alto.
Effettivamente la forma delle lettere è un po’ insolita, bisogna abituarcisi per apprezzarla, non è da tutti.
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