Google Fonts corregge il bug

Su Google Fonts nella sezione About & License di ciascun font c’è sempre stata una sezione Top Countries, che ne riassumeva l’uso nei vari Paesi.

C’era però un problema: gli Stati che venivano elencati iniziavano spesso per le lettere ABC e venivano elencati in ordine alfabetico. Nei numeri si notavano dei bruschi passaggi da cifre altissime a cifre molto basse. Insomma, non si è mai capita la logica di quella classifica. Probabilmente c’era un bug.

Ho inviato la segnalazione a Google, ma non è mai arrivata risposta.

Ora però sembra che abbiano sistemato il tutto. I Paesi vengono organizzati per numero di contatti settimanali, cioè il numero di volte che il font è stato richiesto ai server di Google. I numeri sono dal più grande al più piccolo, senza bruschi passaggi e cifre ridicole.

Insomma la classifica sarebbe funzionante, seppure i dati ottenuti siano soltanto una curiosità senza nessuna funzione pratica.

Il font più trendy presente sul sito è il Roboto. La tabella mostra al primo posto gli Stati Uniti con 25 miliardi di richieste, seguiti a lunghissima distanza da Indonesia e Brasile, 5 miliardi, e da Giappone e India a 4 miliardi.

Numeri stratosferici.

Abbastanza trendy adesso è anche il Freedoka, di Milena Bradao e Hafontia, senza grazie con estremità arrotondate e a circolare.

La disegnatrice è brasiliana e infatti vediamo che in classifica il Brasile è al terzo posto, con 77 milioni di richieste, dopo Stati Uniti, 402 milioni, e India, 93 milioni e davanti a Giappone e Regno Unito, tra i 60 e i 70 milioni.

Il font ha anche supporto per la lingua ebraica ma questo non influisce sulla classifica.

Diamo invece un’occhiata al Titillium Web, nato da un progetto dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e adottato dalla pubblica amministrazione italiana per le sue comunicazioni ufficiali.

Troviamo in testa sempre gli Stati Uniti con 201 milioni, ma al secondo posto c’è l’Italia, 116 milioni, seguita da Turchia (55), Spagna (37) e Germania (28).

Diamo un occhiata a uno dei font del russo Lemonad, lo Yeseva One. Troviamo in testa di nuovo gli Stati Uniti con 11 milioni, mentre l’Italia è al terzo posto a quota 4, dietro al Vietnam (7) e davanti a Russia e Regno Unito, (3 e quasi 2).

In tutti i principali font gli Stati Uniti risultano sempre al primo posto, con cifre che sono almeno il doppio rispetto a quelle degli altri Paesi.

Clicco qua e là a caso. Il Jacquarda Bastarda, che sono lettere medievali disegnate in stile ricamo, vede gli Stati Uniti in testa a 453 mila davanti all’India 239 mila.

Per vedere qualcosa di diverso bisogna cliccare magari sui font specializzati. Il Noto Sans Japanese, specifico per la lingua giapponese appunto, vede il Giappone in testa alla classifica a quota 14 miliardi, mentre gli Stati Uniti sono al secondo posto, ma alla misera quota di 179 milioni.

Peccato che non si può cercare nei singoli Paesi quali sono i font più popolari.

Sarebbe interessante vedere com’è il panorama italiano dal punto di vista tipografico.

Purtroppo non soltanto non ci sono tabelle riassuntive, ma di ciascun font sono accessibili soltanto i primi cinque paesi, quindi non c’è modo di raccogliere dati in proposito neanche cercandoli di proposito.

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