Ok Corral

Sul web si trovano foto della prima pagina del Tombstone Epitaph del 27 ottobre 1881 che racconta la sparatoria che c’era stata il giorno prima nei pressi dell’Ok Corral.

L’episodio è uno dei più famosi del Far West, raccontato in vari film di successo, tra cui quello del 1957 con Burt Lancaster e Kirk Douglas da cui deriva il nome con cui è ricordato (Gunfigth at the Ok Corral, in italiano Sfida all’Ok Corral) e quello degli anni Novanta con Kevin Costner.

Ad affrontarsi furono da un lato lo sceriffo Wyatt Earp, i suoi fratelli e il pistolero Doc Holliday, dall’altro la banda dei cosiddetti Cowboys, che ebbero la peggio.

Il quotidiano era di sette colonne, di cui la prima dedicata alla pubblicità, così come le ultime due accorpate insieme per pubblicare banner di larghezza doppia.

Ci sono illustrazioni in bianco e nero nelle pubblicità, mentre insieme con l’articolo c’è un rudimentalissimo disegno con due rettangoli che credo rappresentasse il luogo della sparatoria.

La testata del giornale era in caratteri gotici sui cui bordi di sinistra e in basso compaiono riflessi di luce.

A differenza di ciò a cui siamo abituati, anche se gli articoli proseguivano su quattro colonne il titolo si estendeva soltanto sulla prima, come era usanza all’epoca.

“La tragedia di ieri.” è in caratteri senza grazie, seguito dal punto, cosa che non si fa più.

Segue una sottile e breve linea orizzontale, e poi il titolo vero e proprio, su tre righe: “Three Men Hurled Into Eternity in the Duration of a Moment.”, di nuovo col punto finale. L’uso delle maiuscole è abbastanza strano, in tutte le parole esclusi articoli e preposizioni. La parola “Duration” va a capo dopo le prime due sillabe. In italiano sarebbe qualcosa tipo: “Tre uomini scagliati nell’eternità in un attimo”.

Segue un’altra linea orizzontale e poi l’articolo. Scritto in barba a qualunque regola del giornalismo moderno: i fatti vengono raccontati a partire da considerazioni generali e poi dal contesto, in ordine cronologico.

Il titolo sarà il 40% in più rispetto al corpo del testo, ma in caratteri display.

Gli articoli non sono scritti tutti nella stessa dimensione: il testo della seconda colonna è più piccolo della prima.

Prendo una parola, “early” e la passo a What Font Is per vedere se riesce a trovare un font simile.

Al di là della definizione dell’immagine, che non è alta, c’è la bassa qualità della stampa dell’epoca per cui tutte le aperture tendevano a chiudersi. La a ad esempio non aveva buco all’interno, ma neanche spazio bianco sotto il tratto superiore. Era una macchia di inchiostro nera. Nella prima colonna. A maggior ragione là dove la dimensione era inferiore.

Il primo risultato restituito da What Font Is è lo StaifrutCelesSerif Bold, acquistabile da Creative Market.

Seguono vari risultati che non c’entrano niente, l’Endemic Roman, gratis per uso personale, e il Trust Us, idem, che mi sembra il più somigliante tra quelli visti finora.

Più in basso troviamo il C1874 Regular, scaricabile da Creative Fabrica, che ha una e molto più chiusa ma un nome che fa riferimento allo stesso periodo del giornale in questione.

Il Trust Us si scarica dal sito Font Meme. Sarebbe disegnato da Ace Fonts, gratis per uso commerciale dice il sito.

Si trova anche su Font Space, con indicazione 100% Free.

Effettivamente i contorni sono molto rudimentali. Neanche a livello di autotrace, che avrebbe lasciato dei punti neri qua e là.

Le condizioni a cui viene rilasciato sono elencate in un file allegato, che però non dice niente a proposito di eventuali modifiche che qualcuno potrebbe voler fare. 

 

A sinistra, l'articolo originale. A destra, lo stesso testo impaginato col Trust Us. Anche se la forma delle lettere di questo font, vista in grande, appare molto approssimativa, in piccolo l'effetto è simile all'originale, visto che i contorni delle lettere stampate sui quotidiani dell'Ottocento venivano distorti dallo spargersi dell'inchiostro sulla carta. Le maiuscole che vediamo sul quotidiano d'epoca sono molto più appariscenti di quelle inserite nel font.


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