Lettere strane sui social
Youtube mi ha consigliato il video di un performer le cui iniziali di nome e cognome sono scritte ribaltate nella dicitura del nome utente.
Il sito non permette di cambiare font e di inserire in quella sezione script particolari per ottenere un effetto simile. Come ha fatto allora a ribaltare le lettere?
Ha semplicemente sfruttato le lettere di alfabeti stranieri che somigliano alla versione rispecchiata di quelle che usiamo noi, anche se non sono proprio uguali.
In effetti la P che ha usato lui non è chiusa, ma resta un po’ aperta sul lato superiore.
Per sapere di che simboli si tratta si possono copiare le parole in questione ed incollarle nella casella di un’apposita pagina di Font Space. Qui un software chiamato Analyzer assocerà ad ogni glifo il codice corrispondente e il nome inglese.
Così scopriamo che la lettera che è stata usata per simulare una P rispecchiata in realtà è la lettera fei maiuscola dell’alfabeto copto, valore Unicode U+03E4. La C rispecchiata invece è U+2183, ossia il “roman numeral reversed one hundred”, di cui ho già parlato a proposito dei numeri romani.
Possibile cercare a occhio tra i caratteri speciali di un certo font i simboli utili all’effetto che vogliamo ottenere, ma è più facile usare degli strumenti che effettuano in automatico il ribaltamento.
Ce n’è uno anche su Font Space, il Fancy Font Text Generator, che permette di ottenere scritte con effetti particolari: outline, grassetto, corsivo, calligrafico, gotico, monospace, giapponese, capovolto e altri.
L’effetto Mirrored produce un testo completamente rispecchiato: non solo le lettere scelte somigliano alle lettere latine rispecchiate, ma vengono disposte anche da destra verso sinistra per dare la sensazione che tutta la frase sia stata rispecchiata.
Non tutti i simboli scelti corrispondono alle lettere latine ribaltate, alcuni somigliano lontanamente. Inserendo però le stesse iniziali del nome dello youtuber, PC, il risultato è migliore di quello che ha ottenuto lui. Per rispecchiare la P è stata usata la “latin epigraphic letter reversed P”, codice U+A7FC, che è veramente uguale alla P ribaltata. Per rispecchiare la C invece è stata usata la “latin capital letter open O”, codice U+0186. In entrambi i casi non ho la più pallida idea di quale sia l’uso proprio di questi due simboli.
Il nome di un qualsiasi utente di Youtube dovrebbe essere scritto in Roboto. Quando si usano simboli non presenti nel font, il browser ne cerca una versione nei font di sistema. In questo caso può capitare che si possa notare una differenza di peso o di stile anche molto marcata tra lettere diverse della stessa parola. Solo se il glifo non è presente nei font di sistema, il browser si arrende e riempie lo spazio con rettangolini vuoti, o contenenti una x o il codice del simbolo che non è presente.
Sul mio computer la scritta è visualizzata attingendo oltre che al Roboto ai font di sistema Segoe UI e Arial. Sul cellulare o su altri computer la visualizzazione potrebbe essere diversa, migliore o peggiore, a seconda.
Tutti questi stratagemmi sfruttano delle soluzioni che sono statet messe a punto non certo per cambiare lo stile delle scritte sui social, ma per motivi pratici, al fine di supportare le varie lingue esistenti o esistite al mondo oppure la notazione matematica.
Nella memoria di un computer possono essere salvati soltanto valori numerici. Sui primi computer, per memorizzare dei testi, veniva associata ad ogni lettera dell’alfabeto un byte, cioè un valore tra 0 e 255. Questo significava che c’era spazio per un solo sistema di scrittura, ad esempio le lettere latine, maiuscole e minuscole con tutte le versioni accentate. Certo si poteva memorizzare anche un testo in lingua greca, per esempio, associando a ciascun numero una lettera greca. Semplificando, se per un testo in lettere latine facciamo che 1 rappresenta la A, 2 la B e 3 la C, per un testo in lettere greche 1 può essere la alfa, 2 la beta, 3 la gamma.
Per ogni file bisognava specificare la codifica, ma cosa fare se nello stesso documento ci sono sia lettere latine che lettere greche? Come fare a spiegare al software, a qualunque software, quando il numero 3 significa C e quando significa gamma?
La soluzione che è stata trovata è assegnare un valore ben preciso a qualunque lettera o simbolo di qualunque sistema di scrittura al mondo. Così un qualunque software riconosce la combinazione di byte e va a cercare in memoria il segno della forma giusta.
Visto
che molti social non consentono di cambiare il font del testo,
neanche per metterlo in grassetto o corsivo, qualcuno ha pensato di
approfittare di questa possibilità per visualizzare le parole in una
maniera un po’ più creativa, sfruttando lettere di alfabeti stranieri o simboli di uso matematico.
Una pratica che alcuni sconsigliano. Anche se un utente umano riesce a leggere una parola anche con qualche lettera ribaltata, non necessariamente il motore di ricerca è in grado di convertire il testo in quello che significa. Insomma, cercando una pagina specifica col testo alterato, o facendo una ricerca in un documento, potrebbe non venire fuori il risultato che cerchiamo solo perché è stato scritto con una lettera che sembra una P senza esserlo.
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