Libra
I Dropckick Murphys sono una band americana che suona celtic punk o celtic rock, a quanto dice Wikipedia.
In pratica, visto che molti dei suoi componenti sono discendenti di immigrati irlandesi, come tante altre persone da quelle parti, vanno fieri della tradizione irlandese e riprendono le atmosfere delle canzoni folk della loro terra d’origine aggiungendoci l’energia del rock e del punk.
Stavo riguardando un loro video di undici anni fa, Rose Tattoo, e a un certo punto viene inquadrato un cartello che dice: “If you’re lucky enough to be Irish, you’re lucky enough”.
Che significa, all’incirca: “Se sei così
fortunato da essere irlandese vuol dire che sei fortunato abbastanza”. (In inglese suona meglio perché le due parti della frase sono uguali).
Ovviamente il cartello è scritto usando un font celtico. Sappiamo che l’Irlanda ha mantenuto in vita lo stile onciale, che si vede spesso sulle insegne dei negozietti caratteristici e nei biglietti e banner che circolano intorno al 17 marzo, giorno del patrono San Patrizio.
Questo font ha un aspetto molto familiare. Cerco con What Font Is che mi indirizza subito verso il Libra, un carattere che secondo Identifont è stato disegnato nel lontano 1938 e che nella versione della Bitstream porta la firma di un certo Sjoerd Hendrik De Roos.
Dice la descrizione su My Fonts che questo revival dell’onciale è stato messo a punto da De Roos per la fonderia Lettergieterij Amsterdam nel ’38 appunto. E non aggiunge nient’altro.
Quella della Bitstream però non è la sola versione in circolazione sul sito, anche se a quanto pare Identifont non se ne accorge.
My Fonts segnala infatti anche un Libra di Tilde e uno di Mecanorma.
Ma queste forme si possono vedere anche altrove: su Dafont c’è l’Ardagh, che porta il nome di una città irlandese, e che non è altro che una versione stretta del Libra (senza informazioni sulla licenza, quindi forse non troppo regolare).
Tuttavia c’è una cosa che non torna. Tutti questi font sono composti esclusivamente di lettere minuscole. Questo perché l’idea che un testo potesse essere composto di maiuscole e minuscole combinate insieme non è nata insieme con l’alfabeto. Gli antichi romani scrivevano tutto in maiuscolo non solo sui monumenti, ma anche nei manoscritti. Le lettere poi hanno cambiato gradualmente la forma arrotondandosi un po’ e acquisendo tratti ascendenti e discendenti. Sono nati così onciale e semi-onciale, dopodiché sono arrivate le minuscole quando ormai l’impero romano era caduto. In Europa occidentale si scriveva in maiuscola visigotica, dalle nostre parti in minuscola longobarda o beneventana, nell’Europa centrale nella minuscola carolingia messa a punto alla corte di Carlo Magno.
Inizialmente i testi erano tutti in minuscolo, e venivano combinati di volta in volta con maiuscole decorate che non condividevano forme e proporzioni delle minuscole. Poi le due versioni dell’alfabeto sono diventate inscindibili.
Oggi sembrerebbe strano scrivere i nomi propri con la minuscola. O anche l’inizio delle frasi. In Germania perfino i nomi comuni si scrivono con l’iniziale maiuscola.
Quindi nel cartello che viene inquadrato nel video notiamo che sia la I con cui inizia la frase, sia la I di Irish sono scritte in maiuscolo (perché in inglese le nazionalità si scrivono in maiuscolo).
Ma se non ci sono maiuscole nel font come hanno fatto a mettercele? Due ipotesi: o esiste un font derivato del Libra che contiene anche le maiuscole, oppure ci ha pensato il grafico a disegnarle sul momento, magari allungando una lettera esistente.
Provo a fare qualcosa di simile col Fontwork di OpenOffice ed effettivamente funziona. La lettera i minuscola, che non ha il puntino, inserita nel Fontwork viene trattata come un’immagine che può essere tirata o schiacciata nelle due direzioni. La allungo in verticale fino a renderla alta quanto la f, la schiaccio in orizzontale per renderla dello stesso spessore, e il gioco è fatto.
Il colore della scritta è chiaro su fondo scuro. Direi che è bianco su fondo nero, ma il fatto è che il video è tutto in bianco e nero quindi non possiamo sapere quali colori sono stati veramente usati.
Il colore dell’Irlanda è il verde.
Cercando su Google lo stesso proverbio viene ripetuto in tutte le salse, decine e decine di volte: su banner di tutti i tipi, adesivi, tazze, e con font di tutti i tipi.
La scritta può essere bianca su fondo verde, verde su fondo bianco, alcune parole possono essere in arancione per richiamare anche il terzo colore della bandiera irlandese. Oppure i colori possono essere diversi ma con l’aggiunta di un paio di trifogli verdi...
Le combinazioni che si vedono sono infinite.
Alla fine trovo pure una foto di quello che dovrebbe essere il cartello che si vede nel video.
Le scritte sono gialle su fondo verde scuro, tranne la parola Irish che è verdina, o ha uno spessore verde aggiunto (anche qui la qualità dell’immagine non è un granché).
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