Manifesto ottocentesco /4
Sto cercando di identificare i font su un manifesto ottocentesco. Arrivo alla parola “Belle!” tutta in maiuscolo seguita da un punto esclamativo di forma triangolare. Caratteri slab, senza contrasto, lettere quadrate, ossia larghe quanto sono alte, se non di più.
Passo l’immagine a What Font Is e viene fuori come primo risultato l’Alderman JNL Regular. La sigla JNL è quella che identifica i font di Jeff Levine, e nel corso di questa ricerca ne abbiamo già trovati altri. Evidentemente si è specializzato su quel periodo.
Già al secondo posto andiamo fuori strada. Clarified JNL Regular, dove le proporzioni possono pure essere quelle, ma le grazie hanno un raccordo curvo che manca nell’originale.
E tra i gratuiti per uso personale cosa c’è?
Thomson Regular al primo posto, che farebbe al caso mio.
Vado su Dafont. Autore Vladimir Nikolic. In questa versione gratuita mancano numeri e punteggiatura, quindi non possiamo avere il punto esclamativo triangolare.
Lo stesso carattere è disponibile anche in versione outline 3d e 3d Filled.
Ma arriviamo a quello che è forse il più difficile: il font usato per la parola “Moonlight”, un toscano super ornato, con dei pallini in alto e in basso, lettere divise all’interno delle aste in due metà, una metà inferiore in cui sono state create delle sfumature con una serie di linee orizzontali e una parte superiore parte bianca e parte scura.
Non è detto che ne esista la digitalizzazione. Al giorno d’oggi vengono in mente ben pochi usi per un font del genere, circhi a parte.
Il sito mi considera inaccettabili molte delle lettere. Forse smanettandoci si potrebbe risolvere il problema. Proviamo con le tre che sono passate: MOI.
I primi risultati non c’entrano un tubo: Chunky Spinach Staked Reg, LittleBear Regular e Griphead Regular.
Al quarto posto troviamo un ornato ottocentesco, Old Thunder e... è lui!
My Fonts, autore Font Mesa, Michael Hagemann, di nuovo
Lo troviamo in versione aperta, senza decorazioni all’interno dellle lettere che restano bianche, a parte la divisione tra parte superiore e parte inferiore; nera, con aste piene escluse la divisione in due e quella dai diamanti che stanno sopra e sotto, pure riempiti di nero (essuno di loro qui sembra un pallino); infine a lettere completamente nere, di cui si riconosce solo il contorno frastagliato.
“Revival di un carattere in stile tuscan del 1800 chiamato Lavinia”, dice la descrizione. Originariamente senza minuscole.
Anche qui il disegnatore ci ha messo delle manine in corrispondenza dei simboli minore e maggiore di, stavolta senza pistole, per fortuna.
Ok. Qualcosa di gratuito?
Uhm, i risultati che compaiono nella lista vanno molto fuori luogo.
Mi viene in mente che col software Microsoft viene fornito un carattere che fa parte alla lontana di questo genere: il Rosewood.
Potrei riempire con quello.
Mancano gli ultimi dettagli, e poi proviamo a mettere insieme quello che abbiamo trovato.
(segue)
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