Agrippa, lettere e costellazioni
“Dio onnipotente ha con la sua provvidenza diviso il linguaggio degli uomini in diverse lingue; le quali hanno secondo la loro diversità ricevuto caratteri di scrittura diversi e appropriati, caratterizzati dal loro specifico ordine, numero e figura, non disposti a caso, non in base al debole giudizio degli uomini, ma dal disopra, per cui concordano col Celestiale, e coi corpi divini e le virtù”.
Leggiamo così nel capitolo settantaquattresimo del primo volume dei Tre Libri di Filosofia Occulta di Enrico Cornelio Agrippa, esoterista tedesco vissuto tra Quattrocento e Cinquecento.
L’autore ebbe una certa influenza ai suoi tempi ed è citato nei testi scolastici di filosofia.
Letta oggi la sua opera è in gran parte un’inutile accozzaglia di tutte le più assurde superstizioni non dimostrate in cui evidentemente all’epoca si credeva. Si va dai segni zodiacali, agli incantesimi, prendendo per buone tutte le testimonianze che ne parlano, incluse le opere letterarie. Se nell’Odissea si parla dei poteri della maga Circe, sarà tutto vero. Se si dice che il basilisco uccide con lo sguardo, sarà vero, e così via.
Interessante dal punto di vista filosofico e storico, ma più che altro per rendere l’idea di quanta fatica deve avere fatto il pensiero scientifico per scrollarsi di dosso tutte le fantasticherie delle epoche precedenti.
Comunque il capitolo in questione era dedicato alle lettere dell’alfabeto e alla loro corrispondenza con i segni zodiacali e con i corpi celesti.
Il punto di partenza era l’alfabeto ebraico, “il più sacro di tutti”, composto da dodici lettere semplici, sette doppie e tre madri, associate ai dodici segni, ai sette pianeti e ai tre elementi, ossia acqua, terra e fuoco. Non veniva contata l’aria, perché questa veniva interpretata come lo spirito degli elementi.
Il secondo alfabeto che viene preso in considerazione nel testo è quello greco. Qui abbiamo sette vocali collegate coi pianeti, dodici lettere collegate con lo zodiaco, e cinque che rappresentano i quattro elementi più lo “spirito del mondo”.
Infine arriviamo all’alfabeto latino: le cinque vocali a cui si aggiungono la J e la V (che sarebbero le versioni consonantiche di I e U) per i pianeti; dodici consonanti per i segni zodiacali; infine le lettere K, Q, X e Z per i quattro elementi. Ah, e la H per lo spirito del mondo. La Y non si conta perché è una lettera greca.
Tutte queste lettere sono inserite tranquillamente nel testo come caratteri tipografici, ma nell’edizione del libro che sto consultando io, seicentesca, era inserita anche una tavola apribile, lunga l’equivalente di quattro pagine, che si apriva con un pentacolo (che in realtà è una stella di Davide a sei punte) con alcune lettere aggiunte non so in base a quale criterio, e una tabella di cinque colonne.
Nella quinta colonna riconosciamo le lettere latine, prima le consonanti, poi le vocali, infine le lettere associate agli elementi.
Nella quarta ci sono le lettere greche.
Nella seconda ci sono quelle ebraiche.
In quella centrale lettere mai viste, che dovrebbero essere la scrittura caldea.
Nella prima colonna invece riconosciamo i segni dello zodiaco seguiti dai segni dei pianeti, mentre per gli ultimi elementi ci sono semplicemente le parole scritte: Terra, Aqua, Aer e Ignis.
Dunque abbiamo: B-Ariete, C-Toro, D-Gemelli, F-Cancro, G-Leone, L-Vergine, M-Bilancia, N-Scorpione, P-Sagittario, R-Capricorno, S-Aquario, T-Pesci. Poi i pianeti: A-Saturno, E-Giove, I-Marte, O-Sole, U-Venere, J-Mercurio, V-Luna. Per finire gli elementi: K-Terra, Q-Acqua, X-Aria e Z-Fuoco.
Come usare nella pratica questa conoscenza? Non l’ho capito.
Però mi è tornato in mente un capitolo del Nome Della Rosa di Umberto Eco nel quale i protagonisti trovano un messaggio segreto scritto con una sequenza di simboli astrologici. Il protagonista del libro prova a decifrarlo secondo un codice per cui la A è associata al Sole, ma non ottiene niente e deduce che l’autore aveva associato ad ogni simbolo una lettera diversa.
Ho cercato sul web qualche accenno all’alfabeto a cui si poteva riferire Eco, ma non ho trovato informazioni. Solo un paio di illustrazioni senza spiegazioni, che sembrano corrispondere a quello che si legge nel libro. Evidentemente non era la versione di Agrippa, dove il Sole sta in corrispondenza della lettera O.
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