Colorare la testata di un quotidiano
Il 25 novembre è stata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Due giornali hanno deciso di colorare in rosso il proprio nome: Il Tempo e Il Secolo XIX.
Strano perché i due quotidiani non fanno parte dello stesso gruppo: il primo è in Tosinvest insieme a Libero e il Giornale; il secondo è controllato da una società svizzera che fa capo a Msc, insieme con altri giornali poco conosciuti.
Normalmente la grafica del nome non viene mai toccata, salvo in casi eccezionali. Di recente ricordo che in occasione di un gay pride La Stampa aveva colorato tutte le lettere della testata coi colori della bandiera arcobaleno.
Stavolta la prima pagina propriamente detta di questo giornale non presenta nulla di strano, ma al disopra ci è stata aggiunta un’altra prima pagina tutta a fondo rosso, col nome del giornale scritto in bianco, come pure il titolo di apertura, “Chi le ascolta?”, una parola per riga, dove “ascolta?” ha la stessa larghezza della pagina. Intorno citazioni in giallo di frasi dette da donne che sono state uccise, coi nomi di nuovo in bianco. Niente foto o articoli.
La Gazzetta del Mezzogiorno ha colorato in rosso il fondo del riquadro con gli articoli dedicati alla giornata contro la violenza sulle donne. Il Tempo ha pure fatto qualcosa di simile, usando un rosa più tenue.
Fino a una ventina di anni fa la stampa dei giornali era in bianco e nero, quindi era normale che si usasse l’inchiostro nero per il nome e i titoli. Facevano eccezione alcuni quotidiani che potevano usare un secondo colore per evidenziare alcuni elementi o parole. Una tecnologia utilizzata forse anche cent’anni fa, ma non da tutti.
Quando è arrivato il colore, alcuni quotidiani hanno scelto di colorare anche il loro nome. È il caso del Tempo, che prima usava l’inchiostro nero mentre ora usa quello blu. Varie tonalità di blu sono state scelte anche da altri giornali: Il Resto Del Carlino, Il Gazzettino, Giornale di Sicilia, La Nuova (Sardegna), L’Unione Sarda. Anche La Verità usa un po’ di blu, ma solo per l’articolo “La”.
Il Fatto Quotidiano invece scrive il nome in bianco (cioè senza inchiostro) su fondo rosso, con l’aggiunta del disegno in grigio di uno strillone. Bianco su rosso è anche la testata di Leggo, mentre il nome di Italia Oggi è bianco su fondo verde.
Il Domani o Il Mattino hanno il nome in nero, ma con qualche elemento grafico colorato: il primo un sole rosso scuro che sorge per diventare il puntino della i, il secondo un galletto che si trova tra le due parole.
Il nome del Giornale di Brescia è in nero su fondo giallo.
Altri possono inserire qualche elemento colorato nel nome o intorno: il Corriere dell’Umbria ad esempio ha la forma della regione in verde su cui si staglia in bianco la congiunzione “dell’ ”.
Il Corriere dello Sport invece tradizionalmente ha il nome scritto in rosso, e già dalla fine degli anni Cinquanta quando tutte le foto erano in bianco e nero. L’inchiostro rosso veniva utilizzato anche per evidenziare altre parole, prima solo nelle pubblicità, poi anche nei titoli.
Su E-bay è possibile trovare in vendita vecchie copie del Corriere dello Sport col nome in nero, risalenti all’inizio degli anni Cinquanta. Il colore di Stadio invece era il verde. Ora che le due testate sono state accorpate, il giornale viene ancora venduto in regioni diverse con due diverse colorazioni. La composizione della scritta è sempre la stessa, ma quando è in rosso la scritta “Corriere dello Sport” è piena mentre “Stadio” è outline, quando è in verde avviene l’inverso, fermo restando che il nome di Stadio si trova dietro il nome del Corriere.
Purtroppo non mi risulta che ci sia un archivio web che permetta di sfogliare le prime pagine storiche di tutti i giornali italiani, come abbiamo visto nei giorni scorsi per l’Irlanda.
Faccio una ricerca su E-bay tra i quotidiani del 1960, tanto per farmi un’idea. Trovo un “Araldo dello Spettacolo – quotidiano”, tutto in bianco e nero con una testata a lettere bianche su fondo rosso, e perfino un quotidiano in lingua afghana col nome scritto in rosso.
All’epoca il nome di Stadio era ancora in nero come le foto o i titoli, ma in qualche occasione il titolo poteva essere stampato in rosso.
Il sito mi mostra anche una prima pagina con l’intestazione in nero del Tempo, dell’11 dicembre 1960, dedicata al matrimonio del re Baldovino.
Il titolo dice ‘Il matrimonio d’amore del “re triste” ’, con le chiuse virgolette in basso anziché in alto. A tutta pagina in lettere maiuscole, sans serif, strette ma in dimensioni non troppo grandi.
Le foto sottostanti incredibilmente sono a colori. Raffigurano, separatamente i due sposi. Ognuna è larga mezza pagina.
I colori mi sembrano abbastanza innaturali. Sarebbe interessante sapere che procedura è stata utilizzata, dato che le rotative del giornale non erano costruite per far passare lo stesso foglio attraverso fasi di stampa successive. Possibile le operazioni abbiano richiesto più di un giorno.
In effetti la didascalia dice che si tratterebbe di un “inserto” del giornale.
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