Dettagli stampa del Corriere
Era un po’ di tempo che non mi capitava tra le mani l’edizione cartacea del Corriere della Sera.
Così ho fatto caso a quei segni che servono per gli aggiustamenti alle rotative nella fase di stampa, che sono di un tipo diverso rispetto a quelli che ho visto finora altrove.
Per chi non lo sapesse, spieghiamo come funziona. La stampa industriale a colori non avviene tramite il passaggio in un unico macchinario, come per le nostre stampanti da ufficio, ma attraverso varie componenti messe una di seguito all’altra. In pratica la pagina che è stata realizzata a computer viene scomposta in quattro lastre diverse, una per ciascuno dei colori fondamentali (ciano, magenta, giallo e nero). Il foglio attraversa una dopo l’altra le quattro componenti della rotativa, e subisce il processo di stampa quattro volte, una per ciascuno degli inchiostri usati.
Ovviamente l’allineamento deve essere millimetrico, e non è scontato tenuto conto che le varie lastre sono molto distanti tra loro.
Quindi ogni lastra stampa dei segni di riferimento che servono all’operatore a giudicare quali aggiustamenti deve fare.
Nelle stampe di qualità questi riferimenti vengono ritagliati prima di arrivare al cliente finale. Nel packaging vengono nascosti in angoli poco visibili della scatola o del pacchetto, magari là dove si chiude con la colla. Nei quotidiani invece fanno parte del prodotto finito e possono essere visti da tutti. Oggi si mettono là dove il foglio viene piegato, quindi non danno nessun fastidio al lettore perché coperti in parte dalla fascicolazione.
Nel caso del Corriere vengono stampati i quadratini coi quattro colori fondamentali, un retino di puntini di vari colori, prima di forma quadrata, poi col lato inferiore arrotondato. Infine ci sono le crocette, che devono sovrapporsi perfettamente una all’altra.
Tradizionalmente è un operatore che osserva il risultato e che effettua gli aggiustamenti premendo su certi pulsanti del pannello di controllo della rotativa, ma l’avvento dell’informatica e dell’intelligenza artificiale sta portando all’invenzione di sensori che osservano il risultato ed effettuano in automatico gli aggiustamenti.
Insomma, nel corso della notte nel centro stampa si mette in funzione la rotativa, si stampano le prime copie, si osservano i difetti, si effettuano le correzioni, e si riprende la stampa.
In linea teorica si potrebbe bloccare e ripartire fino ad ottenere un risultato perfetto, ma questo significa perdere un sacco di tempo, e nell’industria il tempo è denaro. Spesso negli stabilimenti di oggi finito di stampare un giornale bisogna smontare le lastre e ricominciare con la stampa di un altro quotidiano della concorrenza, quando le varie redazioni si rivolgono allo stesso centro stampa.
Insomma, l’obiettivo non è quello di ottenere un risultato perfetto, ma un risultato accettabile.
Così può capitare quello che ho trovato io: tra pagine in cui le imprecisioni erano minime, ne ho trovata una in cui l’allineamento era visibilmente più impreciso.
I quadratini coi vari colori sballonzolano un po’. Le crocette sono perfettamente allineate in orizzontale, ma non lo sono altrettanto in verticale: quella nera sta più in alto, quella magenta più in basso, quella ciano più in basso ancora.
Basta questo per creare un disturbo nei titoli della tabella delle quotazioni di borsa che troviamo sulla destra. Le scritte sono bianche su fondo blu scuro. Il bianco significa che non c’è nessun inchiostro. Mentre il blu scuro è ottenuto sovrapponendo un retino di punti neri a una barra ciano. Le due componenti entrano nel bianco delle lettere, ed ecco il danno.
Perché sono andati in stampa lo stesso anche se la pagina era difettosa?
Perché in quella pagina c’erano solo due foto piccole e poco significative. Tutto il resto era costituito da testo nero che quindi non risentiva di nessuna conseguenza dal mancato allineamento. Invece nell’altra pagina presente sulla stessa facciata dello stesso foglio c’era una pubblicità enorme, così grande che il disallineamento è pressoché impercettibile.
Insomma i tecnici hanno pensato che non valeva la pena perderci ancora del tempo, visto che il risultato, per quello che serviva, andava bene.
E in effetti è pressoché sicuro che nessuno ha scritto al giornale per lamentarsi di questa cosa. Abbiamo visto altrove pagine con foto sfigurate da questo problema, e la cosa ha ben poca importanza. Tanto a mezz’ora dall’acquisto il giornale è già nella spazzatura.
Le nuove generazioni non hanno questi problemi. Leggendo la versione online del quotidiano, non hanno bisogno di tarare niente, ottenendo colori perfetti sia nelle grafiche che nelle immagini.
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