Numeri pesanti ottocenteschi
Stavo leggendo su un manuale di tipografia il capitolo dedicato ai numeri lining e non, e c’era la foto di un vecchio calendario con dei numeri pesantissimi e con contrasto. Era un esempio di numeri in cui la larghezza non è fissa, il 4 è notevolmente più largo dell’1. Non sono adatti per impaginare della contabilità, ma chiaramente lì quest’aspetto non aveva importanza.
Voglio vedere se ne esiste una digitalizzazione. Prendo il 2 e lo mando a What Font Is. Il numero ha l’estremità superiore a bottone, poi il tratto si ingrossa spostandosi a destra e si assottiglia scendendo in basso, curvando all’insù e terminando lì come fosse un punto interrogativo. A questo si aggiunge un altro tratto che inizia sottile e si ingrossa spostandosi verso destra.
Il sito non trova quasi niente, e il fatto che il numero sia composto di due tratti separati trae in inganno l’algoritmo che va a cercare anche in mezzo agli stencil.
Comunque, il risultato che si avvicina di più sarebbe l’MFC Noir Monogram, se non fosse che questo è un tuscan, disponibile anche in versione ornata.
Le grazie alla base di 1 e 4 si arricciano e terminano a bottone. Soprattutto, c’è una grazietta a goccia a mezza altezza su molti dei numeri. E le lettere dell’alfabeto sono strutturate nello stesso modo.
Sul calendario ottocentesco invece le deformità sono molto meno marcate e le grazie tendono ad essere triangolari.
Il 4 del font digitale è chiuso, mentre quello del calendario è aperto, con un tratto verticale lunghissimo, che arriva quasi fino sopra, ma che non si chiude perché il tratto obliquo curva all’improvviso verso sinistra, alla fine.
Mando anche questo numero a What Font Is per vedere se reagisce meglio.
Un 4 molto simile lo trova nel Barchella Drumal di Aluyeah Studio, che è scaricabile gratuitamente per uso personale.
Forse il peso è più leggero, i tratti sottili sono più sottili. La forma del 2 è più composta. Non c’è l’estremità superiore a bottone, e il tratto inferiore non è ondulato ma rettilineo.
Qualcosa di più pesante è il Marshland Beauty, stesso autore. Anche qui, nienta grazie a bottone.
Un 4 simile si trova nel Breviel Amore di Metafontsy, ma non nella sua versione gratuita su Font Space.
Qua e là il sito riesce a trovare altri font con un 4 ispirato allo stesso modello. Nessuna corrispondenza perfetta, però.
Vado a dare un’occhiata a Google e scopro con piacere che finalmente hanno aggiunto qualche filtro in più. Ci sono due Seasonal, di cui uno è Halloween, 18 Feeling (Business, Calm, Cute, Playful, Fancy, Stiff, Vintage, Happy, Futuristic, Excited, Rugged, Childlike, Loud, Artistic, Sophisticated, Awkward, Active e Innovative), 17 Appearance (Marcker, Techno, Distressed, Wacky, Wood Type, Blobby, Monospaced, Blackletter, Stencil, Inline, Medieval, Art Deco, Pixel, Shaded, Art Nouveau, Tuscan e Not Text), 4 Calligraphy (All, Handwritten, Formal, Informal), 9 Serif (All, Transitional, Slab, Old Style, Modern, Humanist, Scotch, Fatface e Didone), e 8 Sans Serif (All, Humanist, Geometric, Neo Grotesque, Rounded, Superellipse, Grotesque e Glyphic).
Provo a cercare qualcosa di simile tra i Wood Type e quello che mi piace di più è il primo della lista, il Gravitas One di Riccardo De Franceschi, pesante, con contrasto, grazia del 2 a bottone. Potrebbe andare bene per un calendario, o per qualche tessera della tombola, mi viene in mente.
Selezionando Fatface pure troviamo qualcosa di interessante: Ultra di Astigmatic, con tratti non troppo sottili (è uno slab) ma con un 2 dal tratto inferiore ondulato, oppure Rozha One, Indian Type Foundry, sempre col 4 chiuso, però.
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