Trola

Ho provato a usare What Font Is su un titolo del Messaggero, quotidiano di Roma, nell’edizione cartacea.

La corrispondenza più vicina era il Trola Bold. Non corrispondenza esatta: nel font digitale la S ha gli speroni oltre ai becchi, mentre la a ha una grazia superiore più a goccia che a bottone.

Ironia della sorte la parola trola, secondo il dizionario Hoepli accessibile dal sito del Corriere, significa panzana, frottola, bugia.

Non a caso il Messaggero è chiamato Il Menzognero dai detrattori (un po’ come La Stampa di Torino è stata soprannominata La busiarda nel dialetto locale).

Il motore di ricerca Google restituisce un link a My Fonts, ma a pagina è vuota, a parte la scritta che dice che il carattere non è più disponibile sul sito. Evidentemente è stato ritirato di recente.

Comunque può essere acquistato su altri siti, tra cui Fontspring.

Dice la descrizione che le lettere hanno lo stesso scheletro di quelle del Bula, ma con un effetto completamente diverso.

Dice che è adatto per i titoli.

Il disegnatore sarebbe Jordi Embodas, l’anno 2013, la fonderia Tipografies.

Come per il messaggero, la T ha le grazie superiori triangolari e simmetriche.

Sul sito del quotidiano invece sia i titoli che i testi sono in caratteri senza grazie.

Il titolo di apertura è in Poppins SemiBold, senza grazie con a in stile Futura, scaricabile da Google Fonts ma in questo caso attinto dal proprio server.

Anche gli articoli sono in Poppins, stavolta nella versione Regular.

Cercando con Google qualcosa di preciso su font e Messaggero viene fuori una vaga pagina sul sito Emtype che dice che la testata e il logo con l’iniziale del quotidiano sono state curate dal Sergio Juan Studio nel 2012.

In realtà se c’è stato un restyling è stato minimo. L’unica differenza che riesco a notare tra la testata di oggi e quella del 2001 è che l’estremità inferiore della e oggi prosegue con un tratto sottilissimo in salita mentre all’epoca era troncata.

A dire la verità i tratti sottili delle lettere mi sembrano più sottili, ma comunque la conformazione delle lettere è la stessa.

Il quotidiano romano è stato fondato nel 1878. A quei tempi il testo della prima pagina era diviso in quattro colonne, mancavano le fotografie e i titoli. Il titolo di apertura era semplicemente la dicitura “Ai lettori” al centro della prima colonna, tutto in maiuscolo, in dimensioni doppie o triple rispetto al testo, in peso regular.

Già all’epoca la testata era in caratteri gotici, ma c’era un riflesso bianco sul lato sinistro delle aste.

L’ortografia era diversa: il giornale si chiamava “Il Messaggiero”.

Alla M mancava quella caratteristica che è pressoché introvabile tra i principali gotici attualmente in circolazione, la bandierina sul lato superiore sinistro.

L’Old English che è installato su molti computer grazie al software Microsoft può essere un’alternativa accettabile, visto che l'impostazione di base delle lettere in gran parte è la stessa. Ma i dettagli sono notevolmente diversi, e anche quelli contano.

In origine la M terminava con un tratto inferiore circolare che si assottigliava, e lo stesso avveniva nella I iniziale.

La M aveva la parte centrale cruciforme, ma il braccio orizzontale si appoggiava a destra direttamente all’asta successiva invece che ad un tratto sottile verticale aggiuntivo.

Oggi la i non c’è più, le g terminano a bandierina verso il basso, senza tratto sottile che ritorna indietro. La I iniziale è fatta di tre parti non collegate tra di loro. La a ha una grazia a bottone in alto che manca all’Old English.

Commenti

Post più popolari