Fu Xi con quattro occhi?

Ho trovato scritto da qualche parte che Confucio aveva sostenuto in un’opera chiamata Gih King che “anticamente le corde annodate venivano usate dai cinesi per l’amministrazione degli affari, e in seguito il santo Fou Hi le sostituì con la scrittura”.

Fou Hi? Mai sentito nominare.

Cerco sul web, e vengo indirizzato subito a una pagina di Wikipedia dedicata a un certo Fu Xi o Fuxi, “uno dei tre mitici sovrani cinesi detti i tre augusti, vissuto secondo la tradizione tra il 2952 e il 2836 avanti Cristo”.

“È considerato il primo eroe civilizzatore cinese, in quanto a lui vengono attribuite l’invenzione del sistema divinatorio Yi Jing, della metallurgia, della scrittura e del calendario, oltre a essere stato anche l’iniziatore di varie attività umane tra cui l’allevamento degli animali, la pesca, la caccia e la musica”, dice Wikipedia.

Che dice anche “Si tramanda che avesse quattro occhi e una coda di serpente. Veniva rappresentato allacciato tramite la coda alla sorella Nuwa, che prese in sposa, lei con un compasso, lui con una squadra in mano; i due strumenti indicano che i due sovrani inventarono norme, regole e standard”.

Per quanto riguarda la coda, gli strumenti, la sorella, tutto coincide con l’iconografia che si vede sul web, ma la storia dei quattro occhi non mi convince. Temo che ci sia stata una qualche confusione con Cangjie, a cui è attribuita l’invenzione degli attuali caratteri cinesi.

Su Wikipedia si può vedere il singolare ritratto di Cangjie. Ha due occhi normali e altri due occhi al disopra, al livello della fronte. Guardare quell’immagine dà un senso di vertigine.

L’enciclopedia riporta la storia che lo riguarda: era un ministro dell’Imperatore Giallo che aveva ricevuto l’incarico di inventare un sistema di scrittura per sostituire le corde annodate che si usavano fino a quel momento; camminando in riva a un fiume aveva notato l’impronta di un uccello; un passante aveva saputo dirgli che tipo di uccello l’aveva lasciata; così lui aveva capito che per indicare un oggetto non bisogna disegnarlo per intero, ma basta un solo dettaglio caratteristico; quindi aveva cominciato a disegnare gli ideogrammi che ricordassero un particolare dell’oggetto a cui si riferivano.

L’articolo non fornisce date, ma l’Imperatore Giallo, Huangdi, sarebbe vissuto tra il 2697 e il 2597, avanti Cristo, qualche secolo dopo rispetto a Fu Xi.

Il nome Fou Hi è forse una vecchia traslitterazione inglese ormai abbandonata.

Cerco qualche testo che nomini sia Fuxi che Kangjie. Il primo di un qualche interesse è un semplice blog, Crews Project, dove Crews è l’acronimo di Context of and Relations between Early Writing System, progetto di una facoltà di Cambridge finanziato dal Consiglio Europeo di Ricerca che si occupa dei primi sistemi di scrittura.

In un post del 2017 si legge che Fuxi non utilizzò mai veri mezzi di comunicazione scritti, ma creò i segni scritti del pa kua o ba gua, ossia i trigrammi usati nell’I Ching.

A ispirarlo erano stati i segni sul dorso di una tartaruga del Fiume Giallo.

Nel ritratto sottostante si vede Fuxi, vestito di pellicce di animali, che guarda una tartarughina e nel frattempo ha tracciato sulla sabbia gli otto simboli in questione, disponendoli ad ottagono.

Segue la storia di Cangjie, aggiungendo che anche quest’ultimo poteva avere a che fare con una qualche tartaruga.

Non è casuale che torni questo animale, dato che i gusci di tartaruga erano supporti di scrittura all’epoca, dice l’articolo, pubblicando la foto di un guscio di tartaruga con dei caratteri incisi sopra durante qualche divinazione del futuro, forse.

Il post si conclude raccontando la storia di un altro inventore di scritture asiatiche, il re Sejong il Grande, vissuto nel quindicesimo secolo, che ha inventato la scrittura hangul, usata ancora oggi in Korea.

Per convincere le persone che si trattava di un dono degli dei, l’ingegnoso re raccontò che aveva trovato i caratteri incisi sulle foglie degli alberi nel giardino del suo palazzo. Possibile che lui stesso vi avesse disegnato sopra le lettere col miele, in modo che gli insetti avevano poi rosicchiato le foglie solo in corrispondenza dei tratti delle lettere.

Quello che il sito in inglese chiama pa kua o ba gua è un simbolo a cui è dedicata anche una pagina di Wikipedia in italiano. Da noi si chiama bagua o pakua.

L’articolo è molto lungo e spiega i significati collegati con ciascuno degli otto elementi che compongono il simbolo.

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