Venus

Il Venus a quanto pare è un classico della tipografia, eppure mi giunge nuovo.

È stato disegnato nel 1907 per la fonderia Bauer di Francoforte.

È un sans serif dall’aspetto abbastanza conseuto, per quanto ci riguarda.

Era un “grottesco” come l’Akzidenz-Grotesk della Berthold, che viene citato come precursore dell’Helvetica, nato negli anni Cinquanta e diventato poi uno dei più popolari senza grazie al mondo.

Il Venus venne molto utilizzato nella prima metà del ventesimo secolo, e venduto anche negli Stati Uniti, dove la Bauer aveva una succursale o consociata, Bauer Alphabets.

A differenza dell’Helvetica, qui le estremità non sono tagliate in orizzontale, ma in obliquo, anche laddove ci sembra strano, vedi il numero 2.

È obliqua anche la cima della lettera t, caratteristica che ritroviamo oggi nell’Arial.

La E ha il tratto centrale rialzato. La g ha il tratto discendente molto aderente al resto della lettera.

La famiglia originale comprendeva 14 stili, alcuni dei quali realizzati da diverse fonderie e con diversi nomi.

Ne esistono varie versioni digitali.

Le segnalazioni giunte a Fonts In Use sino sono ben 74.

Luzi Type ne ha realizzato una versione digitale che si chiama Isola, che è anche disponibile come font variabile.

Scannerizzando gli specimen d’epoca, il disegnatore si è accorto che anche le estremità dei tratti orizzontali della E erano tagliate in obliquo. Un po’ troppo per i suoi gusti.

C’erano varie differenze nei dettagli delle lettere passando da un peso all’altro, che lui ha eliminato dato che i grafici di oggi si aspettano una certa uniformità tra i pesi.

Fonts In Use ha raccolto una sola segnalazione dell’Isola, ma ben 66 del disegnatore Luzi Gantenbein. Il Messina Sans è il carattere più notato, 20 usi, seguito dal Messina serif, 12.

Molti degli altri font hanno nomi di città, tradizione che risale all’incisore italiano Bodoni, attivo tra Settecento e Ottocento. Càdiz, Nantes, Beirut, Buenos Aires. Oltre al già citato Messina, ce ne sono altri che fanno riferimento all’Italia: Spezia e Livorno.

Gantenbein è svizzero. Una sua intervista risalente al 2022, in inglese, può essere letta sul sito di Lovers Magazine. Come ha iniziato a disegnare, com’è la sua giornata lavorativa, da dove prende ispirazione, qual è un esempio di grande design (la moka Bialetti), e così via.

C’è anche una playlist di 10 brani che ascolta mentre disegna, di cui uno di Yumi Arai con titolo in caratteri giapponesi, ascoltabile comodamente dal sito, tramite Spotify.

Consiglio per i disegnatori: dialogare con gli utenti, per migliorare continuamente i propri risultati, anche ritoccando i font già messi in circolazione.

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