Wieynck

A quanto ne so la fonderia Bauer aveva in catalogo un font che si chiamava Wieynck.

Ma di che si tratta?

Provo a fare una ricerca su Fonts InUse e vengono fuori vari risultati: Wieynck-Fraktur, Wieynck-Werkschrifft, Wieynck-Gotisch, Wieynck-Mediaeval, e il nome del designer Heinrich Wieynck.

Diamo un’occhiata. Il Fraktur risale al 1912. È appunto un blackletter moderno, molto leggero e dai tratti curvi. Nel nome compaiono due k, che sono lettere stranissime, come fossero t minuscole con un occhiello al disopra del tratto orizzontale.

Ce ne sono varie digitalizzazioni tra cui una di Dieter Steffman quindi immagino sia gratuita. Un’altra è firmata RMU (Ralph Unger).

Un uso segnalato.

Il Werkschrift è “una versione leggera e semplificata del Gotisch”, dice il sito. I tratti sono in grassetto, le lettere sono larghe, mi pare siano tutte linee rette e spezzate. L’anno è il 1930, forse non ci sono digitalizzazioni. In origine era stato prodotto in sole quattro dimensioni, tra 8 e 12 punti. Nessun uso segnalato.

Il Gotisch è pesantissimo. Qui la k ha una forma relativamente normale, per essere un gotico (può essere scambiata con una R) ma la s è nella versione lunga, una specie di r molto alta.

L’anno di rilascio è il 1926. Venne prodotto anche dalla Weber. Di questo carattere si segnalano due digitalizzazioni, di cui quella firmata da Unger è l’unica che contiene la parola Wieynck nel nome su Myfonts.

Il lavoro di Unger è interessante perché comprende anche una versione Lichte, che non è light come farebbe pensare il nome ma è inline. C’è una linea bianca che attraversa longitudinalmente tutte le aste.

Nell’anteprima del Regular noto una a minuscola bianca in una cornicetta irregolare nera. Vado a controllare tra i glifi ed è come pensavo: si tratta di una soluzione molto insolita che è stata trovata per disegnare una a commerciale, la chiocciola degli indirizzi e-mail.

Altre cose strane che si trovano tra i glifi sono due manicule (mani che indicano, una verso destra, l’altra verso sinistra, inserite al posto delle parentesi graffe), due foglie decorative per separare i paragrafi (messe al posto del pi greco e di un altro simbolo matematico) e il logo della Apple (area di uso privato).

In linea teorica Unicode ha fissato i codici di ciascun glifo di ogni forma di scrittura esistente ed esistita. Quindi i disegnatori sanno che glifi particolari hanno la loro posizione già assegnata (lo smile, la stellina, il pallino...) oppure dovrebbero finire nell’Area di Uso Privato.

Normalmente però, per comodità, si possono sfruttare posizioni facilmente accessibili da tastiera per semplificare l’inserimento dei simboli in un documento.

Mettere le manicule al posto delle parentesi ovviamente rende impossibile scrivere un espressione matematica con questo font. Ma questo font non è progettato per scrivere espressioni matematiche, e nessuna persona sana di mente penserebbe di fare una cosa del genere, quindi questa scelta non dà nessun fastidio.

Una delle foglie è al posto del pi greco, l’altra al posto di una cosa che si chiama N-Ary Product, che non so cosa sia ma che normalmente dovrebbe essere un rettangolo outline aperto in basso.

È una cosa che ha a che vedere col prodotto cartesiano, e viene disegnato anche come un pi greco molto alto.

Il sito Mathematics Monster dedica una pagina a questo simbolo, che non mi pare di avere mai visto in uso, e sì che vengo dal liceo scientifico. 

Perché occupare queste posizioni con queste decorazioni tipografiche, dato che non sono accessibili da tastiera? Non si sa, ma di sicuro nessuno si lamenterà.

Ma stiamo divagando. Torniamo al Wieynk. Ci è rimasto da dare un’occhiata al Mediaeval, ma Fonts In Use è un po’ deludente. Il nome del font viene visualizzato in Relay Condensed Bold con la dicitura “Sample unavailable”. Non ci sono segnalazioni disponibili. E cliccando sugli specimen indicati nei link il browser mi dà: “Potenziale rischio per la sicurezza”.

La pagina dedicata al disegnatore Einrich Wieynck dice solo che si tratta di un disegnatore di caratteri tedesco, nonché insegnante, nato nel 1874 e morto nel 1931.

Il sito conosce i nomi di vari suoi lavori, ma le uniche quattro segnalazioni raccolte riguardano il Phyllis, che in origine si chiamava Wieynck-Kursiv, che è un italico romano elegante, già digitalizzato da Linotype, Elsner+Flake e Urw.

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