La Bibbia di Donald Trump

Dopo le nomine religiose effettuate dal presidente americano Donald Trump negli ultimi giorni sono usciti degli articoli di giornale che hanno ricostruito la storia del suo rapporto con la religione, facendomi conoscere un dettaglio editoriale che mi era sfuggito. In campagna elettorale Trump ha venduto una sua edizione della Bibbia a 60 dollari (meno un centesimo), Iva e spese di spedizione escluse. Ci sono state polemiche perché mischiati al testo sacro ci sono documenti che nulla hanno a che vedere con la religione ma che i nazionalisti americani considerano sacri. Ad esempio la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America. O il testo di una canzone che viene mandata spesso ai comizi di Trump.

La copertina è in simil-pelle, con il testo embossed in caratteri slab-serif.

Ho provato a chiedere a What Font Is ma non ha trovato nessuna corrispondenza esatta. Al primo posto della lista il sito suggerisce il font Landa Semi Bold. La E però ha i tratti orizzontali superiore e inferiore della stessa lunghezza, mentre nel libro in questione il tratto inferiore si spinge più avanti di quello superiore.

Scorrendo i risultati trovo che un’alternativa interessante potrebbe essere il Coline Premiere Bold, che pure ha le grazie leggermente inclinate in avanti.

Nella posizione successiva ci trovo pure un altro risultato interessante e per giunta dal nome suggestivo: Garibaldi Bold. Qui però alla cravatta della E (il tratto centrale) mancano le grazie all’estremità.

Sotto il titolo c’è la bandiera americana sventolante, sempre stampata in rilievo, senza inchiostro.

A giudicare da quello che si vede sul web, i testi sono tutti in inchiostro nero su fondo bianco, ma qua e là compaiono immagini a colori, usate anche come intestazione delle pagine. Bandiere a stelle e strisce, in combinazione con aquile, foto del Campidoglio, della statua della Libertà e altre cose in grado di stimolare il patriottismo.

La qualità dell’immagine è scarsa per identificare il font usato per i testi. Noto solo l’Old English per il titolo della Dichiarazione d’Indipendenza, del Bill of Rights e per i nomi dei singoli Stati americani.

Si dice sul web che per stampare un libro del genere con queste tecniche dovrebbero essere bastati tre dollari o poco più, e che il lavoro sia stato effettuato in Cina.

Il testo usato è stato preso dal dominio pubblico, è la cosiddetta versione del re Giacomo. Le pagine sono molto sottili e quasi trasparenti. Ma il dettaglio che noto io è un altro: nelle bibbie ogni versetto è numerato, e normalmente questo numero viene posto in apice, ossia rimpicciolito e rialzato rispetto alla linea di base. Invece da quello che si vede sul web il numero del versetto è della stessa dimensione del testo, e non è stato neanche isolato tra parentesi, come capita di trovare sul web. A volte anzi il numero è attaccato alla parola successiva.

Inoltre noto parecchio spazio bianco tra una parola e l’altra: con sei-sette parole per riga, sarebbe stato opportuno attivare l’a-capo automatico, cosa che non è stata fatta.

L’attivazione della sillabazione è qualcosa che può fare chiunque, perché è un’opzione standard di qualunque programma di videoscrittura. Per quanto riguarda il rimpicciolire i numeri dei versetti, sarebbe servita qualche nozione di programmazione. È vero che non ci sono numeri scritti in cifre nel testo delle sacre scritture, a quanto ne so io, ma è un po’ complicato scrivere una macro in grado di distinguere i numeri dei capitoli da quelli dei versetti.

Non so se in America siano abituati a qualcosa del genere. Tutte le bibbie e i vangeli che ho visto io in Italia, anche tascabili, avevano i numeri dei versetti in apice, e non costavano sessanta dollari.

Qualche ultima curiosità sui font suggeriti come alternativa da What Font Is.

Il Landa è di Sudtipos. Identifont non indica né l’autore né l’anno in cui è stato disegnato, e non ne fornisce neanche lo specimen.

Il Coline Premiere è di Emile Rigaud, e non si trova su Myfonts bensì su FontSpring.

E il Garibaldi? Uno si aspetterebbe un nome italiano o italianeggiante, invece l’autore è Henrique Beier, l’anno il 2015, pubblicato da Harbor Type, fonderia di Porto Alegre, Brasile.

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