L'intelligenza artificiale e il mito di Theuth
Ho chiesto Google Gemini quali sono le 10 date più importanti nella storia della tipografia.
In pochi secondi è uscita fuori la lista ordinata in ordine cronologico.
Al primo posto ci sono gli anni 1041-1048, quando "Bi Sheng, in Cina, inventa la stampa a caratteri mobili in terracotta".
Solo al secondo posto abbiamo il 1450, quando "Johannes Gutenberg in Germania, perfeziona la stampa a caratteri mobili in metallo, rivoluzionando la produzione dei libri".
Troviamo l'inventore tedesco anche al terzo posto, in corrispondenza dell'anno 1455, quando "Viene stampata la Bibbia di Gutenberg, il primo libro stampato con la tecnica dei caratteri mobili".
Al quarto posto c'è il 1470, quando "La stampa si diffonde in Italia, con la prima tipografia a Venezia".
Il quinto evento significativo risale al 1501, quando "Aldo Manuzio introduce il carattere corsivo e i libri tascabili, rendendo i libri più accessibili".
A questo punto ci sono quasi tre secoli senza innovazioni significative, secondo Gemini, finché nel 1796 "Alois Senefelder inventa la litografia, una tecnica di stampa planografica che permette di stampare immagini e testi con grande dettaglio".
L'unica data ottocentesca è quella del 1886, quando Ottmar Mergenthaler inventa la Linotype, una macchina per la composizione tipografica meccanica che velocizza notevolmente la produzione di libri".
Le ultime tre date sono novecentesche.
1904: "Ira Washington Rubel inventa la stampa offset, una tecnica di stampa indiretta che permette di stampare su una vasta gamma di materiali".
1930: "Chester Carlson inventa la xerografia, la base per la moderna fotocopiatrice e stampante laser".
Infine, 1985: "Viene introdotto il PostScript, un linguaggio di descrizione di pagina che rivoluziona la stampa digitale e la grafica computerizzata".
Che ne penso? Non saprei. Non mi ero fatto una lista in precedenza, quindi non so dire se quella di Gemini viene o non viene incontro alle mie aspettative.
E allora perché gliel'ho chiesta? Perché l'intelligenza artificiale è la moda del momento, perfino i giornalisti hanno cominciato ad usarla per servizi e documentari, per fare prima, e molti, specie tra le giovani generazioni, tendono a credere che sarà la soluzione di tutti i problemi.
Devi fare una ricerca? Devi informarti su qualcosa? Chiedi all'IA. E' come avere un'esperto a portata di mano.
In realtà è così soltanto in apparenza.
Se l'esperto in carne e ossa pensa che le date fondamentali nella storia della tipografia sono solo 8, o sono 11, magari te lo dice, mentre Gemini si adegua a quello che gli hai chiesto, senza ragionarci per selezionare quelle che danno un quadro generale dei principali cambiamenti che ci sono stati nel settore. Probabilmente prende un testo preesistente e attinge le date qua e là, senza chiedersi se sono realmente significative e perché.
Inoltre non si pone il problema se quello che sta dicendo sia vero oppure no.
Ad esempio: davvero la prima tipografia italiana era a Venezia? In realtà no, ed è risaputo che i due monaci tedeschi Sweynheym e Pannartz erano attivi a Subiaco, nel Lazio, già qualche anno prima dell'inizio dell'attività dei Da Spira e di Jenson a Venezia.
Mi viene in mente a questo punto il mito di Theut, raccontato da Platone nel Fedro.
Il re dell'Egitto risponde al dio Theut, che gli propone l'invenzione della scrittura:
"Tu procuri ai tuoi discepoli l'apparenza e non la verità: infatti essi, divenendo per mezzo tuo uditori di molte cose senza insegnamento, crederanno di essere conoscitori di molte cose, mentre come accade per lo più, in realtà non le sapranno; e sarà ben difficile discorrere con essi, perché sono diventati portatori di opinioni invece che sapienti".
Un modo per rendersi conto della mostruosità dell'intelligenza artificiale consiste nel chiederle di produrre delle immagini. Fino a poco tempo fa venivano fuori delle deformità orribili, e il numero di dita nelle mani era sempre opinabile. Adesso c'è qualche miglioramento, ma fino a un certo punto.
Ho chiesto a Gemini un' "immagine" di Gutenberg accanto al torchio tipografico che ha inventato.
Il risultato è eccezionale, a prima vista. E' il disegno di un uomo con barba e capelli grigi, coi vestiti dell'epoca, accanto ad una pressa in legno con dei fogli stampati qua e là.
Gemini sa come immaginare Gutenberg, sa che il suo torchio era in legno, e sa pure che è vissuto in un'epoca in cui per fare il ritratto a una persona non potevi scattare una foto ma dovevi fare un disegno.
Solo che se ci soffermiamo sui dettagli vediamo che non hanno senso.
E' vero che sul presunto torchio c'è una vite verticale (ma forse è una molla), ed è vero che c'è una leva da tirare, ma la leva è disposta in verticale da un lato invece che orizzontale al centro. Insomma, non serve per girare la vite, al massimo potrebbe girare il rullo da cui esce la carta... se ci fosse un rullo! Ma il rullo non c'è.
E non c'è neanche un piano che possa premere sui caratteri. A dire la verità non si vedono neanche i caratteri.
Nessun disegnatore umano penserebbe di non disegnare i caratteri tipografici nel ritratto dell'inventore dei caratteri. Ma l'IA deve avere pensato che quei cosetti piccoli non fossero poi così importanti, nella composizione.
C'è una cassettina scura che non si sa cosa serve, e non ci sono i tamponi per l'inchiostro che invece erano fondamentali per stampare.
Infine, c'è questo rotolo di carta che scende dall'alto del torchio, da sotto la vite, e si dispone in una cassetta che dovrebbe essere il piano portaforma, che in realtà non è scorrevole da nessuna parte, ma solo appoggiato sul tavolo, per storto.
Accanto c'è un altro piano inclinato con due pagine di un libro, che in effetti non ha motivo di stare lì.
All'epoca la carta veniva prodotta usando telai rettangolari. Solo secoli dopo venne inventato il sistema di produrre la carta in maniera continua, nei lunghi rotoli che si usano oggi nelle tipografie industriali.
Immagino se un ragazzino ha l'idea di farsi produrre un'immagine del genere per una sua ricerca. Cosa mai può imparare? Cosa mai può capire?
L'immagine prodotta da Gemini non ha minimamente senso.
Ancora più deprimente l'immagine che viene fuori quando chiedo di disegnare una linotype.
Lo schema di una linotype è abbastanza semplice: ci dovrebbe essere un'operatore seduto davanti a una tastiera e un leggio, un serbatoio con le matrici in alto (magazzino), e a sinistra il dispositivo per fondere i caratteri da cui escono le righe di testo in metallo.
E cosa mi dà Gemini invece?
Quella che sembra una macchina tipografica bassa, fatta di ingranaggi e leve in metallo, con un foglio che apparentemente esce dai rulli in alto, rientra nella macchina, forse passa sotto due tastiere, riesce più in basso per rientrare di nuovo prima di una nuova tastiera.
Una cosa completamente insensata.
Una mostruosità in cui vengono fuse insieme macchine per la composizione, macchine per la stampa tipografica e macchine da scrivere.
La linotype non serviva per stampare, ma per comporre il testo che poi sarebbe stato messo nella pressa insieme coi fogli bianchi. Gli unici fogli che erano nelle vicinanze della linotype erano quelli col testo da trascrivere, che si appoggiavano sul leggio, non scorrevano mica sotto i rulli!
E se questo è il risultato che l'IA ottiene attingendo alla vere foto d'epoca, che risultato verrà fuori quando inizierà ad attingere alle foto deformi che essa stessa ha prodotto? Si arriverà a qualcosa che non ha più il minimo legame con la realtà.
Lo stesso vale per i testi: non ci sarà un processo di degradazione continuo per cui alla fine arriveranno a non significare più niente?
E per i ragazzi in carne e ossa? Se impareranno che i dettagli non contano ma conta solo l'apparenza, non combineranno qualche disastro?
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