Arvo

Vado a dare un'occhiata ai serif di Google Fonts. Il sito propone una lista organizzata per Rilevanza, che non si sa di preciso come viene calcolata.

I serif presenti sono 357 in tutto. Al primo posto viene presentato il Playfair Display, che a me personalmente non piace nell'uso su schermo per via del contrasto eccessivo (le linee sottili sono troppo sottili), ma si vede in uso molto spesso su siti importanti.

Seguono PT Serif, Noto Serif e IBM Plex Serif tra le versioni digitali di due classici, Libre Baskerville e EB Garamond. Poi arriva il primo straniero, Noto Serif Japanese, e di seguito il Crimson Text e lo Slabo 27px. 

Il lavoro successivo è l'Arvo, di Anton Koovit. Si tratta di un altro slab, e molto più geometrico rispetto allo Slabo 27px. La famiglia è composta da 4 font: Regular e grassetto più i corsivi.

Adatto sia allo schermo che alla stampa, all'apparenza è monolineare, ma con qualche correzione per migliorare la leggibilità in Mac OS X. 

Arvo è un nome maschile estone non molto usato. In lingua finlandese, Arvo significa numero, valore. 

Il font è stato rilasciato nel 2013, con supporto per il cirillico. 

E' il solo lavoro di Koovit presente sulla piattaforma. E' incluso in 553 mila siti web.

Secondo Identifont Koovit è nato nel 1981 in Estonia, e ha studiato anche in Francia e Olanda. 

Ha curato progetti di design per mostre, loghi, poster oltre che caratteri tipografici. Nel 2007 si è trasferito a Berlino. Il testo è aggiornato al 2012, troppe cose possono essere successe da allora.

Nella lista di font attribuiti a lui notiamo un serif bodoniano, Laplace, e vari sans, tra cui Ucity.

Sul suo sito personale l'Arvo è ancora in evidenza. 

Tra gli altri progetti, il primo che attira la mia attenzione è Velo, un font sperimentale dove la forma delle lettere è stata disegnata all'interno della mappa del velodromo ciclistico di Amsterdam.

La pista è ovale, con due rettilinei e due curve. La O riprende la stessa forma, coi lati lunghi disposti in orizzontale e le curve ai lati. Tutte le altre lettere sono state tracciate all'interno dello stesso schema, quindi hanno tutte la stessa larghezza.

Ovviamente sono un po' degli sgorbi, sono tutte maiuscole, non è il massimo della leggibilità. 

Il file comunque può essere scaricato gratuitamente. 

Non l'ho esaminato nel dettaglio, ma nell'anteprima che compare sul mio computer si vede qualche segnetto bianco agli incroci tra le aste in lettere come la T e la M che non si vede negli specimen. Evidentemente c'è qualche sovrapposizione che non è stata spianata e che può creare qualche fastidio in alcuni software.

La I è una T capovolta. Una scelta abbastanza arbitraria, come tante altre, ma è quella che noto di più.

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