Heidelberg a San Fior

Trovo sul sito Machinio una Heidelberg in vendita a San Fior, in Veneto.

Si tratta di una vecchia macchina da stampa che si usava ai tempi dei caratteri in rilievo, prima dell'arrivo dell'informatica.

Questo era uno dei modelli più famosi al mondo, soprannominato Stella per il movimento circolare dei bracci che prendevano i fogli da stampare e toglievano i fogli già stampati. Per lo stesso motivo in inglese è chiamata Windmill, ossia mulino a vento. 

Le indicazioni sono molto scarne, ci sarebbe il link ad una pagina web, ma è andata perduta la parte iniziale dell'indirizzo. 

Il prezzo non è indicato. 

Trovo la stessa macchina in vendita anche su Subito, e qui c'è anche il prezzo: 6.800 euro. 

E anche il link informativo è completo: manda a un blog su Wordpress.

L'apparecchiatura è larga 1,3 metri, lunga 1,5 e alta 1,8. 

Non viene specificato il peso, ma essendo di metallo direi che la pressa pesa molto. Sarà necessario un camioncino per portarla via, e possibilmente qualcosa per sollevarla, a meno che non si voglia fare notevole fatica e scervellarsi per trovare soluzioni alternative. 

La macchina è disponibile presso il negozio Cose vecchie di Melfer a San Fior, provincia di Treviso. 

Dice la pagina linkata che questo modello di platina venne costruito dalla fabbrica tedesca Heidelberg tra il 1913 e il 1970, in oltre 700 mila esemplari. Non sono pochi, tenuto conto che non si trattava di un prodotto destinato al grande pubblico, ma solo alle tipografie. 

Le presse basate sullo stesso meccanismo, dette platine, in precedenza erano azionate a pedale: un operatore doveva pedalare ritmicamente per mantenerla in funzione e contemporaneamente doveva tirare fuori il foglio stampato con una mano e inserire il foglio da stampare con l'altra mano, facendo attenzione a non schiacciarsi le dita e a posizionare il tutto nella maniera più accurata possibile. Con la Heidelberg invece il movimento era azionato da un motorino elettrico e i fogli venivano prelevati e tolti grazie a tubicini collegati con una pompa ad aria. 

La macchina quindi poteva funzionare in autonomia.

Era anche "amata e venerata" per la sua robustezza, durata e affabilità. 

Poteva essere utilizzata anche per fustellare o stampare a caldo. 

In coda al post si può vedere un video che si sofferma sui dettagli di una Heidelberg in funzione.

Certo non si può capire il contesto, ma di sicuro è affascinante perché fa capire la complessità del suo funzionamento, senza contare lo sbuffare continuo e il rumore del metallo che struscia, usato come colonna sonora continua del filmato, senza fonti di disturbo come voci o musiche, che invece potevano far parte del lavoro in un laboratorio tipografico. 

Chiedo a Copilot, l'intelligenza artificiale della Microsoft quanto poteva pesare una Heidelberg Stella. 

Mi risponde che quella 10x15 pollici pesava 2.400 libbre, ossia oltre mille chili, mentre quella 13x18 pesava 4,600 libbre, poco meno del doppio. 

L'informazione è attinta dal sito British Letterpress, che fornisce anche indicazioni sullo spazio di pavimento richiesto: 5'8" per 3'11" per il primo modello, 4'9" per 6'6".

Le stesse indicazioni sulla larghezza si possono trovare in un vecchio manuale scannerizzato e consultabile per intero sul web in formato Pdf.

Ma questo non ci dice niente, dato che la misura fornita dai veneti sembra essere una via di mezzo tra le due: 1300 mm di larghezza dovrebbe corrispondere a 4'3", secondo le misure anglosassoni.

La pressa che si vede nella foto è già messa su bancale per poter essere sollevata con un muletto. Su Briar Press si vede la foto di una pressa simile, pure su bancale, caricata su un carrello a rimorchio da agganciare ad una macchina. 

Su Subito la pressa è stata inserita nella categoria "Arredamento e casalinghi". Non proprio il primo posto in cui trovare le persone interessate a uno strumento del genere o in cui le persone interessate vanno a cercare.

Chi volesse iniziare a stampare usando una pressa di questo tipo e dovrebbe tenere conto che deve acquistare a parte i caratteri tipografici per comporre i testi (e il mobile in cui riporli), a meno che non voglia utilizzare tecnologie più moderne per produrre di volta in volta le lastre in rilievo da inchiostrare. 

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