Adobe, l'AI e le personalità

I post ad argomento Tipografia sul blog della Adobe non sono particolarmente frequenti. Il terzultimo è ancora quello pubblicato a ottobre, in cui si giocava con l'intelligenza artificiale e i font. L'azienda aveva chiesto all'AI di scrivere e-mail in 13 font differenti, per poi testare le reazioni degli utenti americani. 

La ricerca mi sembra in gran parte inutile e discutibile, fatta più che altro per tenere la gente in movimento e riempire un po' di spazio della pagina. 

Comunque i font testati sono: Helvetica, Times New Roman, Calibri, Arial, Comic Sans, Courier New, Verdana, Impact, Lobster, Georgia, Wingdings e Papyrus. Sono i font inclusi nel sistema operativo Windows, tranne il Lobster, credo. Assurda la presenza del Wingdings che non è adatto a scrivere e-mail. 

Una delle conclusioni chiave secondo il sito è che un americano su 10 considera il Comic Sans il font più "cringey", ossia imbarazzante. Il Times New Roman e l'Arial sarebbero associati ad aziende affidabili. Un quarto delle persone testate avrebbero una personalità associata a quella attribuita al Courier New. 

Sul sito è possibile leggere il testo delle mail generato dall'AI per ciascuno dei font. 

Per il Wingdings troviamo una mail completamente leggibile a cui sono state aggiunte delle emoji colorate. 

Alla domanda sul font più cringey troviamo che il Comic Sans è solo al secondo posto, col 17%, mentre al primo c'è il Wingdings col 55%. Il Papyrus è arrivato al terzo a quota 11%. Seguono Lobster 8% e Impact 3%. 

Non leggo i risultati della ricerca con particolare attenzione, dato che secondo me è tutta una buffonata. 

Per qualche strano motivo la gente si è convinta che l'intelligenza artificiale è una specie di oracolo che offre una soluzione oggettiva a tutti i problemi. Per come la penso io l'intelligenza artificiale riesce solo a generare qualcosa che a prima vista sembra realizzato dagli umani, che però è ottenuto combinando elementi presi a caso qua e là a formare qualcosa che apparentemente ha un senso. 

Rischia di essere qualcosa che non è innovativo e originale, ma che tende a perpetuare gli stereotipi che già esistono. 

Impossibile capire se gli intervistati hanno giudicato il font in sé o il modo in cui l'AI ha interpretato il font.

Per dire: nel Comic Sans l'e-mail comincia dicendo: "I hope this email finds you all doing fantastic!"; in Calibri: "I hope you're well"; in Lobster "I hope you're having a fantastic day"; in Times New Roman: "I trust this email finds you well". In Papyrus "I hope this message finds you well and inspired by the timeless beauty of our work".

Capito cosa non va? E' come se avessero chiesto all'IA di scrivere mail con la personalità di esponenti di varie razze, e quella avesse generato le parole di un cinese con le l al posto delle r e la parola "onorevole" prima dei nomi di persona o cosa, oppure le frasi di un nativo americano con i verbi all'infinito e la parola "augh" alla fine di ogni frase. In quel caso avremmo parlato di razzismo più becero. 

Coi font è lo stesso: non sono gli intervistati ad associare il Times New Roman alle aziende affidabili: è l'IA che ha usato la parola "trust" solo nelle mail scritte con questo font!

Non è la gente che pensa che il Comic Sans sia cringey: è l'IA che ha generato un testo cringe per questo font!

Nel mondo reale alcune persone hanno usato il Comic Sans anche per pubblicare documenti scritti in tono serio, come ad esempio la propria tesi di laurea. Può essere considerato cringe lo stesso, ma smentisce l'ipotesi che quel font sia associato da tutti al tono scanzonato che è stato usato nell'email che l'Adobe si è fatta scrivere dal software. 

La scelta della lista dei font e degli scopi della ricerca invece non provengono dalla IA, ma sono frutto della testa della persona che ha ideato il progetto, e che ha pensato che facesse più figo farsi svolgere parte del lavoro in maniera arbitraria dalla IA anziché lavorare con criterio sui dettagli. 

Insomma, a quanto vedo io l'intelligenza artificiale porta ignoranza e superficialità. La gente che la usa smette di concentrarsi sui dettagli, quando poi sono proprio i dettagli il punto debole della IA. Se chiediamo di disegnare una persona e viene fuori con quattro dita per mano anziché cinque pazienza. Ma se chiediamo di progettare un ponte e ci manca un bullone su cinque viene giù tutto e muore della gente. 

Per prendere una decisione razionale bisogna valutare i pro e i contro di un problema. Ma un report commissionato alla IA può escludere alcuni dei contro senza nessun motivo preciso, e inventare alcuni dei pro. Il risultato è che la persona che la usa fa la scelta sbagliata senza rendersene conto, e senza che ci sia una volontà precisa che l'ha spinta in quella direzione. La risposta dell'IA è venuta fuori così, pazienza, la prendiamo com'è senza entrare nel merito. 

Purtroppo negli ultimi giorni ho trovato fin troppi esempi di come l'intelligenza artificiale fallisce. Sul web si trovano già numerosi ritratti di Gutenberg accanto alla pressa da stampa che ha inventato, raffigurata a volte come se fosse un pianoforte di legno con tanto di canna fumaria e a volte come un macchinario tutto di ferro con rotelle attaccate qua e là in modo che non possano ruotare. E accanto ci si trovano testi assurdi, che dicono che la pressa di Gutenberg si troverebbe esposta un museo a Magonza, o che l'inventore ha ideato un sistema per versare il ferro fuso in stampi di legno per fabbricare i caratteri!

Come si farà a capirci qualcosa tra qualche anno, quando una parte notevole di testi e immagini che si troveranno sul web saranno prodotti dall'intelligenza artificiale? E cosa produrrà l'intelligenza artificiale quando inizierà ad attingere a informazioni false e deformate generate da altre IA?

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