Benjamin Day

Sui libri di storia del giornalismo il nome di Benjamin Day è fondamentale, essendo collegato con l'invenzione della penny press negli Stati Uniti. Nel 1833 Day, dopo avere lavorato come tipografo, aprì un nuovo giornale, The Sun, che veniva venduto a prezzi più bassi rispetto agli altri e veniva diffuso non tramite abbonamento, come era usuale all'epoca, ma tramite strilloni che lo distribuivano agli incroci delle strade. 

In pratica fu l'inizio di un'epoca: se fino ad allora il giornalismo era dedicato solo a coloro che erano già interessati a sapere le ultime novità e magari ad approfondirle, da quel momento in poi il giornalismo divenne una corsa a trovare le notizie più clamorose per catturare l'attenzione di più lettori possibile. 

Nel 1836 Day vendette il Sun e fondò The True Sun e il Brother Jonathan.

Su Wikipedia si può vedere una foto dell'editore: con la barba ma senza baffi, e con un cappello a cilindro molto, molto alto. 

Dei tre quotidiani citati, solo The Sun ha una articolo dedicato.

L'enciclopedia mostra la foto della prima pagina del primo numero, 3 settembre 1833. La qualità è tale da rendere pressoché illeggibili gli articoli, ma possiamo renderci conto dell'impaginazione. 

La testata era in caratteri serif. Le due parole, The Sun, erano separate al centro dallo stemma degli Stemma degli Stati Uniti d'America, l'aquila che regge con le zampe alcune frecce e un ramo d'ulivo e porta nel becco un nastro col motto.

Dopo la parola Sun c'era il punto finale, come si usava all'epoca.

L'impaginazione è a tre colonne separate da linee verticali. 

Il fatto che venisse venduto dagli strilloni lascerebbe supporre che ci fossero anche dei titoli strillati, ma a quanto pare non c'erano titoli veri e propri. 

L'unica scritta che si riesce a leggere è quella di apertura, che dice "Pubblicato ogni giorno".

Segue un breve paragrafetto che dovrebbe essere quello che presenta la nuova pubblicazione, e una serie di riquadri che contengono dei disegni ripetuti. Credo che si tratti degli annunci delle partenze dei prossimi traghetti per le coste americane e piroscafi per l'Europa.

Non ci sono altre illustrazioni o simboli grafici in pagina, a parte forse una manicula nel paragrafo di apertura.

Wikipedia pubblica anche un'altra prima pagina del Sun, risalente al novembre 1834. La qualità è tale da rendere gli articoli illeggibili, qui non ci sono neanche le illustrazioni pubblicitarie. Il testo è ancora su tre colonne. La differenza è nello stemma iniziale: non c'è più l'aquila americana, ma il disegno di una pressa da stampa in legno che risplende al di sopra di un mondo di cui si riconoscono i paralleli e i meridiani. 

Lo slogan pubblicitario di questo giornale era "Splende per tutti", giocando sul fatto che si chiamava The Sun (Il Sole) e che costava poco quindi era accessibile a tutti. Da cui il logo con la pressa da stampa raffigurata come un sole che illumina il mondo. 

L'articolo su Day pubblicato da Wikipedia in lingua inglese fornisce qualche dato biografico in più, citando anche un altro episodio che talvolta compare nelle storie del giornalismo: nel 1835 il quotidiano aveva pubblicato un articolo che riguardava la scoperta di tracce di vita sulla luna. Non c'era niente di vero ma servì a vendere copie. Viene utilizzato come esempio per spiegare il sensazionalismo, ossia la tendenza di alcuni giornalisti a esagerare per attirare l'attenzione del pubblico.

Il Sun venne poi venduto al cognato di Day al prezzo di 40 mila dollari (l'equivalente di 4 milioni di copie del giornale).  

Dice Wikipedia in inglese che il True Sun ebbe vita breve, mentre il Brother Johnatan fu il primo settimanale illustrato negli Usa, e durò vent'anni. 

Dice ancora l'enciclopedia che fino all'uscita del Sun i giornali costavano cinque o sei centesimi. Day riuscì ad abbassare i prezzi dell'80% perché decise di coprire i costi sfruttando la pubblicità anziché basarsi solo sul contributo degli abbonati. 

L'episodio della vita sulla luna è raccontato anche dalla versione italiana di Wikipedia, in un articolo intitolato "Great Moon Hoax", la grande burla della luna. 

Si trattò di una finta inchiesta in sei puntate pubblicate a fine agosto nel 1835. 

L'autore si difese dicendo che era satira. Il problema è che venne presentata al pubblico come vera, con tanto di nome del più noto astronomo dell'epoca John Herschel. Il quale per giunta non si trovava in America in quel momento e non poté smentire tempestivamente la notizia.

Nell'articolo si parlava della presenza di uomini alati che vivevano in armonia pastorale nei pressi di un tempio dal tetto d'oro, si parlava di bisonti e di unicorni. 

Nella pagina sono state inserite anche alcune illustrazioni che raffigurano questi fantomatici uomini pipistrello e gli ipotetici paesaggi lunari. 

Con la pubblicazione della seconda puntata dell'inchiesta il quotidiano newyorkese vendette 19 mila copie: la più alta diffusione mai raggiunta fino a quel momento da un qualsiasi quotidiano esistente.

Herschel inizialmente commentò che gli sarebbe piaciuto fare delle osservazioni così clamorose, ma anni dopo era abbastanza seccato dal fatto che c'era ancora gente che ancora gli attribuiva le scoperte di cui si parlava negli articoli, facendogli domande in proposito. 

L'esistenza del Sun è certamente collegata con le nuove tecnologie che vennero sviluppate all'epoca. Le presse da stampa fino all'Ottocento erano costruite ancora sulla base del modello di quella di Gutenberg, col foglio che andava posizionato a mano sul piano orizzontale e una leva che andava tirata a mano per imprimere la pressione. Con l'avvento della società industriale vennero ideate presse di tipo diverso, in grado di funzionare grazie all'energia delle macchine a vapore. Queste permettevano di velocizzare di molto il processo di stampa. Nel 1840 il Sun poteva stampare 4 mila copie l'ora. Nel 1851 la velocità era di 18 mila copie l'ora. 

Ma che farsene di tutte queste copie, se erano solo pochi intellettuali a leggere il giornale all'epoca? Bisognava trovare un sistema per attirare anche quelle persone che non erano interessate a questioni politiche, intellettuali o tecniche. Quindi bisognava intervenire sui contenuti, cercando e pubblicando informazioni su fatti clamorosi in grado di interessare chiunque, anche le classi inferiori. 

Day fu l'editore del Sun solo per pochi anni, ma il quotidiano continuò le pubblicazioni fino al 1950, ossia 117 anni dopo la sua fondazione. 

Nel 2002 è nato a New York un giornale che si chiama New York Sun, ancora esistente, che però non ha nessun legame col primo Sun. La testata è composta dalle due parole separate dal logo, un disegno allegorico che raffigura due donne sedute col sole all'orizzonte e la scritta New York tutta in maiuscolo in caratteri serif. La scritta "The Sun" invece è in stile gotico, con uso di minuscole, senza il punto finale. 

In Gran Bretagna c'è un tabloid chiamato The Sun. Il nome si scrive in bianco su fondo rosso, la scritta "The" in piccolo tutta in maiuscolo è in alto, sotto c'è la scritta "Sun", con solo l'iniziale maiuscola, sempre in caratteri senza grazie e obliqui

In Italia esisteva un quotidiano economico e finanziario chiamato "Il Sole", pubblicato dal 1865 al 1965, poi fusosi con un altro quotidiano economico chiamato "24 Ore" per dare vita a "Il Sole 24 Ore", tuttora esistente.

Il nome era scritto tutto in maiuscolo, caratteri slab molto larghi. 

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