Fonditrice ATF
Tre giorni fa è stato caricato su Youtube un video di 24 minuti che documenta i tentativi di rimettere in funzione una macchina fonditrice dell'American Type Founders, usata per produrre caratteri tipografici in metallo di grandi dimensioni.
Al giorno d'oggi la tipografia è un'attività che non sporca le mani: si disegnano sul monitor di un computer dei caratteri che serviranno per comporre testi da visualizzare su un monitor o display. All'epoca lo scenario era completamente diverso: non solo in fase di stampa c'era da maneggiare inchiostri in macchine che andavano oliate e ingrassate, ma la produzione dei caratteri implicava l'uso di macchine composte da ingranaggi per lavorare piombo fuso.
Riuscire a far funzionare una macchina del genere oggi è un'impresa, sia perché si sono perse le competenze necessarie, sia perché è una cosa rischiosa. Nei primi secondi del filmato si vede che il soffitto del garage in cui si sta lavorando è incrostato di piombo fuso. In uno dei precedenti tentativi infatti qualcosa non ha chiuso bene e il piombo che doveva essere pompato sulle matrici è schizzato verso l'alto.
Non a caso sulla copertina del video compare la scritta: "Questa macchina mortale funzionerà o ci ucciderà tutti?".
La prima cosa da fare per manovrare il macchinario è studiare come è fatto: da dove partono i fili, dove passano, dove portano. Le matrici devono essere inserite nell'apposito alloggiamento, che era regolabile per poter produrre caratteri di dimensioni diverse. Ma come si regola? Bisogna svitare qualche vite o bullone? Bisogna forzare con qualche colpetto di martello?
Per squagliare tutto il metallo serviva qualche ora.
In teoria il pulsante per attivare il pistone doveva stare sulla macchina, ma per riattivarla è stato smontato e messo a una certa distanza, dietro una protezione di plexiglas dietro cui si rifugia l'operatore. La lastra è sporca di schizzi di piombo, quindi evidentemente non si è trattato di una precauzione inutile.
C'è parecchia tensione, ma stavolta non schizza fuori niente.
Con un po' di impaccio si prova a smontare il tutto. All'epoca gli operai della fonderia, che sapevano quello che stavano facendo ed erano alle prese con le scadenze, facevano tutte queste operazioni rapidamente e senza stare a pensarci su.
Il risultato della fusione è un punto tipografico da 144 punti, si dice nel video. Non è il punto di un font corpo 144: quella misura corrisponde a circa 5 centimetri, e quello che si vede è appunto un cerchio in rilievo del diametro di 5 centimetri.
Certo con una lettera dell'alfabeto il risultato sarebbe stato più entusiasmante.
Ovviamente non basta realizzare la forma scelta: questa dovrebbe essere centrata con estrema accuratezza sul carattere.
In caso di imprecisione era comunque possibile sistemare le cose con qualche lavorazione aggiuntiva.
Il secondo tentativo che viene fatto è con una matrice più stretta, nell'ipotesi che sia più facile ottenere un buon risultato. La lettera scelta è una & del font Raleigh Gothic, sempre in corpo 144.
La temperatura del piombo influisce sulla qualità del risultato.
Mentre sui caratteri e sui punzoni la forma della lettera è ribaltata, sulle matrici non lo è.
La & di questo font è caratterizzata dal fatto da non avere occhielli nella parte superiore, e dalle sue forme spigolose.
Il font è oggi disponibile anche in versione digitale.
A quanto pare per tirare fuori dalla macchina il carattere bisogna svitare e smontare parecchie cose, non è un passaggio immediato. Per giunta, è frustrante rendersi conto che dopo tutto quel lavoro viene fuori un carattere difettoso per cui è stato tutto inutile.
Una volta pronto, il carattere va lavorato ulteriormente per essere preparato. E nel corso di questa lavorazione possono esserci altri problemi, come scopre l'autore del video a sue spese: uno dei tratti della & infatti si spezza, proprio sul carattere buono che era riuscito a fabbricare.
Il video è stato condiviso anche sulla discussione aperta l'estate scorsa sul forum del sito inglese MetalType.
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