Interrogo l'IA su Word e su Gutenberg
A Roma è stato organizzato un reading di poesie a sostegno della Biblioteca Anarchica L'Idea.
Il manifesto diffuso via internet è scritto in gran parte in Comic Sans. Stringendo o allargando le lettere a seconda delle esigenze.
Alle lettere è stato aggiunto qualche effetto particolare: abbiamo lettere nere con contorno rosso e alone bianco, oppure arancioni o gialline con contorno nero e alone bianco, o rosse con contorno nero e senza alone, o nere senza contorno e con alone.
Se io volessi impaginare qualcosa del genere con Word posso farlo?
Chiedo al Copilot della Microsoft e in effetti la risposta è abbastanza semplice: seleziona il testo, apri la finestra Effetti Testo, vai alla scheda Formato, clicca su Effetti Testo e scegli Contorni.
Sempre negli effetti testo scegli Bagliore e imposta il colore.
Non so fino a che punto sia accurato tutto ciò in una versione moderna di Word. Io sto usando ancora quella del 2010, e i percorsi sono un po' diversi.
Nel menù Home c'è il riquadro Carattere, dove si scelgono di solito le impostazioni di base: nome del font, dimensione, stile (grassetto, corsivo, sottolineato), colore, eccetera.
Uno dei pulsanti mostra una A disegnata come contorno blu con un po' di alone.
Si clicca lì, poi nel menù Struttura si sceglie il colore, e si clicca poi su Altri Colori Contorno.
Per l'alone invece si va sulla voce successiva nel menù, che si chiama Alone e non Bagliore come dice Copilot, e lì si può scegliere l'estensione e poi in Altri Colori Alone anche il colore.
L'effetto che viene fuori qui è molto meno sfumato di quello che si vede nel manifesto anarchico. Sicuramente è stata utilizzato un altro software.
Tra l'altro Word non è adatto per realizzare immagini. Se si deve stampare un documento lo può impaginare tranquillamente, ma se di quel documento vogliamo ottenere un'immagine da postare sul web non c'è un modo diretto per convertirlo in un file jpg, ad esempio.
Si può realizzare uno screenshot della pagina in questione, ma questo può provocare una perdita di qualità, a seconda dell'ingrandimento e della risoluzione dello schermo.
Chiedo a Copilot anche come cambiare il colore di sfondo della pagina. Mi dice di andare alla scheda Progettazione e cliccare poi su Colore Pagina.
Nel mio software c'è la scheda Layout Di Pagina in cui c'è il pulsante Colore Pagina.
Può darsi che Copilot si stia riferendo a versioni diverse di Word, ed è anche altamente probabile che stia traducendo arbitrariamente istruzioni dall'inglese, indipendentemente dalla dicitura che è stata decisa dai traduttori ufficiali del programma.
Negli ultimi giorni ho parlato parecchio male delle intelligenze artificiali, e per buoni motivi, ma comunque una loro utilità possono avercela, se aiutano a risolvere qualche problema concreto.
Il problema è che non puoi essere sicuro che quello che dicono sia giusto finché non hai verificato, e per verificare servono dei riferimenti esterni rispetto alla IA.
Ad esempio, chiedo a bruciapelo a Copilot: "Dove si trova la pressa di Gutenberg?"
E la risposta è: "La pressa di Gutenberg, utilizzata per la stampa a caratteri mobili, si trova a Magonza, in Germania, città natale di Johannes Gutenberg".
A quanto ne so io non è stata conservata nessuna pressa di Gutenberg, e non ne esistono neanche raffigurazioni esplicite realizzate all'epoca, quindi la notizia è falsa.
Per fortuna nella frase successiva Copilot dice "Puoi visitare il Museo Gutenberg, dove sono esposti strumenti di stampa storici e una ricostruzione della sua pressa".
Ah, è una ricostruzione...
In molti parti del mondo esistono ricostruzioni della pressa di Gutenberg, realizzate in forme diverse da artigiani diverse sulle basi delle raffigurazioni più antiche che si è riusciti a trovare.
Faccio la stessa domanda anche a Gemini, e la risposta è sempre posta in maniera discutibile, anche se suscita meno malintesi: "La pressa di Gutenberg, o meglio, una replica della pressa di Gutenberg, si trova principalmente presso il museo Gutenberg a Magonza (Mainz), in Germania".
Io avrei scritto esplicitamente che non esiste nessun esemplare delle presse usate da Gutenberg che sia giunto fino a noi, ma l'IA ha deciso diversamente.
Più avanti Gemini dice: "In altri luoghi del mondo, come ad esempio in alcune biblioteche o musei dedicati alla storia del libro o della stampa, potresti trovare anche altre repliche o esposizioni che illustrano il funzionamento della pressa di Gutenberg. Tuttavia il museo Gutenberg di Magonza è il luogo più significativo dedicato a questa invenzione".
In Italia è esposta qualche riproduzione della pressa di Gutenberg? Dove?
"In Italia esistono diverse riproduzioni o esposizioni dedicate alla pressa di Gutenberg e alla storia della stampa. Ecco alcuni dei luoghi più significativi: ", dice Gemini, ed elenca tre istituzioni: l'Archivio Museo della Stampa Raccolta Gutenberghiana di Genova, inaugurato a febbraio 2024, che include un "rarissimo torchio gutenberghiano"; il Museo della Stampa e stampa d'Arte Andrea Schiavi di Lodi, non esplicitamente dedicato alla pressa di Gutenberg, ma "è probabile che al suo interno ci siano riferimenti o modelli che illustrano le origini della stampa; infine il Museo Civico della Stampa di Mondovì (Cuneo), che "potrebbe", ospitare riproduzioni o sezioni espositive sulla pressa di Gutenberg.
"E' importante sottolineare che la maggior parte delle volte si tratta di repliche o modelli funzionanti che illustrano il principio della stampa di Gutenberg piuttosto che di parti originali della pressa. L'originale o le sue parti significative sono estremamente rare e si trovano in pochi luoghi al mondo, principalmente a Magonza".
Di nuovo compare la parola "principalmente". A quanto pare Gemini è convinta che le parti della pressa siano disseminate qua e là, tra cui a Magonza.
Possiamo affidarci ad una IA per fare delle ricerche? Certo, offre ottimi spunti: non avevo mai sentito parlare del museo di Genova. Ma se alcune delle cose che dice l'IA sono allucinazioni, dovremmo sempre cercare una conferma esterna a quello che dice. Il problema è se gli articoli scritti altrove sono basati su informazioni ottenute dall'IA. Il rischio è che in futuro sarà sempre più difficile distinguere ciò che è vero da ciò che è falso.
Altra domanda: quante presse ha usato Gutenberg per stampare la Bibbia?
Risposta: "Per stampare la Bibbia, Gutenberg utilizzò una unica pressa tipografica per ogni tiro, cioè per ogni operazione di stampa di una pagina".
Bum! Detto così sembra che abbia usato una pressa per pagina, ossia oltre mille.
"L'innovazione non stava nel numero di presse usate contemporaneamente (anche se in una bottega potevano essercene più di una per velocizzare il lavoro in generale), ma nel sistema a caratteri mobili", dice Gemini, e spiega in cosa consiste il sistema.
"Quindi, non è tanto il numero di presse ad essere rilevante, quanto la rivoluzione del metodo di stampa che permetteva di produrre molte copie uguali di uno stesso testo e in tempi e costi molto inferiori rispetto al manoscritto", conclude Gemini.
Ha senso tutto ciò? Dire che in una bottega poteva esserci più di una pressa per velocizzare il lavoro significa ammettere che potessero esserci due linee di produzione che procedevano in parallelo, ma siccome Gemini non ha capito il senso della mia domanda, cerca di cambiare discorso.
In realtà io ho fatto questa domanda perché gli studiosi, pur senza avere fonti dirette sull'argomento, hanno fatto ipotesi su ipotesi su qualunque aspetto del suo lavoro. Quante pagine stampava alla volta? Quante ne componeva? Quante presse aveva? Quanti caratteri aveva prodotto?
Chissà dove avevo letto che Gutenberg aveva prodotto abbastanza caratteri per comporre due pagine: quella che era in fase di stampa e quella che era in fase di composizione. Finito di stampare la prima, la seconda veniva mandata in stampa e i caratteri usati per la prima sarebbero stati usati per comporre la terza.
Di recente però ho letto in un documento che esistevano inizialmente due e poi quattro linee di composizione, che avevano iniziato da punti diversi della Bibbia per ridurre al minimo le interferenze tra di loro. Tuttavia gli studiosi scrivevano che questo non implicava necessariamente l'uso contemporaneo di due presse.
Insomma, all'inizio un tipografo poteva comporre una pagina, uno ne poteva comporre un'altra, ed entrambe le pagine sarebbero state stampate sulla stessa pressa, una dopo l'altra, su fogli diversi.
Altra domanda: quanti caratteri tipografici fabbricò Gutenberg?
"Gutenberg fabbricò un numero sorprendentemente elevato di caratteri tipografici individuali (o sorts) per la sua Bibbia a 42 linee, ben più delle semplici 26 lettere dell'alfabeto. Si stima che Gutenberg abbia creato circa 290-300 tipi di caratteri diversi per la sua Bibbia", contando varianti, legature, abbreviazioni, segni di punteggiatura, simboli.
Giusto, ma ambiguo, come al solito. In tipografia, il "tipo di carattere" è l'insieme di tutte le lettere e i simboli che servono per produrre un testo omogeneo. Insomma è il font. Dire che Gutenberg ha creato 300 tipi di caratteri diversi potrebbe far credere a qualcuno che abbia creato 300 font, non 300 sort, o glifi.
Ma all'epoca di caratteri in metallo da ogni matrice venivano prodotti vari esemplari della stessa lettera. Più se ne avevano, più pagine potevano essere composte contemporaneamente. La mia domanda intendeva quello, ma Gemini non ha capito.
Chiarisco: quanti esemplari di ogni lettera in metallo aveva a disposizione Gutenberg?
"Gutenberg non aveva un solo esemplare di ogni lettera in metallo, ma ne aveva molteplici per ogni singolo carattere. Questo era fondamentale per la sua invenzione dei caratteri mobili per poter comporre intere pagine di testo. Per stampare la Bibbia a 42 linee, con le sue centinaia di migliaia di parole, Gutenberg aveva bisogno di un numero molto elevato di ciascun tipo di carattere. La quantità esatta non è nota con precisione, ma si stima che avesse a disposizione tra i 100.000 e i 200.000 caratteri in totale, considerando tutte le varianti di lettere, le legature e le abbreviazioni di cui abbiamo parlato prima (circa 290-300 tipi diversi).
Seguono informazioni banali su come si componeva la pagina.
Domanda: quanti caratteri c'erano in una sola pagina della Bibbia di Gutenberg?
Gemini prova a ragionare: ogni pagina era da 42 righe, divise in due colonne. Se stimiamo 60-70 caratteri per riga, per 84 righe totali, abbiamo 5.000-6.000 caratteri per pagina.
Con 100 mila caratteri a disposizione, Gutenberg poteva comporre oltre una decina di pagine contemporaneamente quindi.
Domanda: quanti font sono stati realizzati da Gutenberg?
"Per rispondere a questa domanda è fondamentale chiarire cosa intendiamo noi per font nel contesto di Gutenberg. Nel linguaggio moderno un font si riferisce a un set completo di caratteri (lettere, numeri, simboli) con un design specifico, uno stile (es. grassetto, corsivo), e una dimensione. Ad esempio, Times New Roman Bold 12pt è un font specifico. All'epoca di Gutenberg il concetto era diverso: un solo stile di carattere principale: Gutenberg creò essenzialmente un solo tipo di carattere (o typeface) per la sua Bibbia a 42 linee. Questo carattere, noto oggi come Textura o Gotico Textura era una scrittura gotica molto comune apprezzata nei manoscritti del XV secolo ed era progettato per imitare fedelmente la calligrafia dei copisti".
Seguono informazioni sui sort e sulle dimensioni: "Le fonti storiche indicano che Gutenberg si concentrò principalmente su una singola dimensione del carattere per la Bibbia a 42 linee, ottimizzata per la leggibilità e l'estetica del formato del libro. Potrebbe aver sperimentato con altre dimensioni, ma la Bibbia è stata sperimentata con un'unica dimensione predominante", dice Gemini.
Per quanto riguarda il concetto di font, è vero che varia col tempo. Bodoni dava un nome diverso ai suoi caratteri non solo quando aumentava o diminuiva la dimensione, ma anche quando aumentava la larghezza o lo spessore. In seguito si è deciso di stabilire un nome per la famiglia (typeface) a cui aggiungere altre parole per indicare lo stile (ad esempio Bold Italic) e le informazioni relative al corpo (esempio 12 punti). All'epoca dei caratteri in metallo, ogni dimensione era un font diverso, perché andava acquistato a parte e riposto in un cassetto diverso. Coi caratteri digitali scalabili, basta installare un solo file, ad esempio Times New Roman Regular, per usarlo in qualunque dimensione. Quindi se scrivo "CIAO" con la prima lettera grande e le altre sempre più piccole, non dico di avere usato quattro font diversi, ma uno solo (Times New Roman Regular) in quattro dimensioni diverse. Coi font variabili sono stati inserite le informazioni sui diversi stili all'interno di un solo file. Quindi anche la larghezza e il peso. Per cui se io faccio un'animazione usando un font variabile in cui il peso passa da Regular a Bold attraversando i 300 livelli intermedi, non dico di avere usato 300 font, ma un font soltanto.
Le frasi sul "potrebbe avere sperimentato con altre dimensioni" e sul fatto che la Bibbia è stata stampata con un'unica dimensione "predominante" sono fuorvianti. Quello usato per la Bibbia è un solo font, in un'unica dimensione.
Gutenberg però non ha stampato solo la Bibbia, ma in precedenza ha stampato anche indulgenze, un libro di grammatica, un cosiddetto calendario. In quei casi le lettere erano leggermente diverse, pur essendo nello stesso stile di quelle della Bibbia. Gli studiosi sanno distinguere una variante dall'altra.
Domanda fatidica: in che dimensione era il testo della Bibbia di Gutenberg?
"Per quanto riguarda la dimensione, non si parla di punti come facciamo oggi (es 12pt, 10pt), poiché il sistema di misurazione tipografica era diverso. Tuttavia, il carattere della Bibbia di Gutenberg era di una dimensione relativamente grande, paragonabile a quella dei manoscritti liturgici e dei libri di grande formato dell'epoca, destinati spesso alla lettura a voce alta in luoghi di culto", dice Gemini.
Non ammette di non saperlo, ma nemmeno fornisce cifre precise.
E' vero che Gutenberg non misurava certo in punti tipografici: questo sistema entrò nell'uso comune solo nell'Ottocento, ossia quattro secoli dopo. Fino a quel momento mi sembra che si usassero frazioni delle unità di misura generiche che erano in vigore nei diversi Paesi. Tipo, il nostro corpo 12 rappresentava la settantaduesima parte del piede.
Parecchio tempo fa ho dedicato un post alla questione, impostando una proporzione sulla base delle immagini disponibili della Bibbia di Gutenberg. Se non sbaglio era venuta fuori una stima intorno ai 20 punti tipografici.
Così come non è sopravvissuta la pressa di Gutenberg non sono sopravvissuti neanche i suo caratteri. E gli studiosi se ne rammaricano, sia perché non possono misurarli con precisione (specie nell'altezza rispetto al piano), sia perché non si sa di preciso quali erano i metalli usati dall'inventore della tipografia e in quale misura.
Tradizionalmente i caratteri venivano prodotti in piombo, che è un materiale che si può fondere con facilità, con l'aggiunta di altre sostanze (stagno e antimonio) per aumentarne la durezza. La percentuale di ogni metallo variava a seconda dell'uso (caratteri per la composizione a mano oppure linotype). Non è detto che il procedimento che venne usato da Gutenberg era lo stesso che si affermò nei decenni successivi.
Chiedo a Gemini, che dà per scontato che i metalli fossero quei tre, anche se non fornisce percentuali.
Il piombo "costituiva la maggior parte della lega, fornendo massa e stabilità", lo stagno "contribuiva ad abbassare il punto di fusione della lega, rendendola più facile da colare nello stampo", e l'antimonio "conferiva durezza e resistenza all'usura ai caratteri", avendo anche "la proprietà di espandersi leggermente quando si solidifica, garantendo che i caratteri si adattassero perfettamente agli angoli della matrice, producendo dettagli nitidi".
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