Il copyright dei font

Il sito Typography For Lawyers dedica un paragrafo alla questione del copyright dei caratteri tipografici. 

Secondo la sua versione della storia, che riguarda la situazione legale negli Usa, inizialmente non c'era nessuna tutela del diritto d'autore dei font, dato che questi erano prodotti industriali che necessitavano di apparecchiature, materie prime e competenze per essere prodotti. 

Nessuna fonderia può vantare di avere inventato le lettere dell'alfabeto, e quindi le fonderie non si facevano causa l'un l'altra se le lettere che producevano erano troppo simili fra di loro. 

A partire dagli anni Sessanta i caratteri in metallo iniziano a declinare, sostituiti da nuovi sistemi in cui il font può essere facilmente sostituito. A questo punto il disegno dei caratteri inizia ad essere separato dalla produzione, e quindi nuove aziende entrano sul mercato. 

Nel 1976 non c'era ancora protezione per il disegno dei caratteri. Durante le audizioni davanti al Congresso che si apprestava a lavorare sulla legge apposita venne detto che una qualche tutela dei font ci voleva, ma ancora non si ottenne nulla. 

Quando a partire dagli anni Ottanta arrivarono finalmente i computer, Adobe ebbe l'intuizione di chiedere per i font l'applicazione delle stesse leggi che venivano messe a punto per tutelare i software. E questa cosa funzionò, almeno in parte, perché i font tecnicamente sono set di istruzioni equiparabili ai programmi informatici. 

L'articolo cita una causa intentata nel 1997 da Adobe contro Southern Software, che aveva messo sul mercato una sua versione dei font dell'azienda. In quel caso, mi sembra di capire, il giudice disse che anche la forma delle lettere meritava una tutela. 

L'articolo fornisce un quadro abbastanza vago della questione e limitato alla legge americana. Sarebbe interessante leggere qualcosa di più dettagliato ed esteso. 

Il sito si limita a dire che oggi esistono molti siti pirata da cui si possono scaricare file protetti da copyright, ma non dice che talvolta si riesce a farli chiudere appellandosi a qualche legge specifica. Inoltre nota che a differenza del mercato musicale che è andato in crisi quando sono iniziate a circolare copie gratuite delle canzoni, la stessa cosa non è avvenuta per il mercato dei font. 

Il sito non spiega perché, ma è evidente che c'è una differenza. Una canzone viene scaricata per essere fruita in privato, mentre lo scopo dei caratteri tipografici è l'uso pubblico. Non li scarichi solo per guardarli, come fossero film, ma li devi poter utilizzare da qualche parte, ad esempio in un'app o su un sito. E a quanto pare ci sono leggi specifiche in proposito, oltre a strumenti informatici che permettono di individuare gli usi non consentiti. 

E' vero che esistono font anche di qualità che possono essere scaricati e usati da tutti, come quelli che si trovano sulla piattaforma Google Fonts, tuttavia le aziende al momento continuano a spendere dei soldi per acquistare font commerciali, che evidentemente hanno qualcosa di più rispetto a quelli gratuiti, o addirittura a commissionare font per uso esclusivo, che possono costare anche decine di migliaia di euro. 

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