Il Tipografo Dei Sogni

Finalmente un video in italiano! Girando su Youtube ho trovato un breve documentario di quasi sette minuti incentrato su un'intervista a Emanuele Mensa di Archivio Tipografico. Uno che per vivere fa un altro lavoro, ma per hobby ha raccolto materiale che veniva dismesso dalle tipografie nel passaggio dall'analogico al digitale. Le tipografie erano ben contente di dargli le attrezzature che possedevano, dato che così non avrebbero pagato i costi dello smaltimento. 

Dal punto di vista economico le vecchie tecnologie basate su caratteri in metallo o in legno non possono reggere il confronto con quelle basate sul computer. I font dell'epoca non potevano essere ridimensionati: ogni carattere acquistato poteva essere usato in una sola dimensione, e occupava un intero cassetto di un mobile apposito. Bastava una decina o una ventina di caratteri per riempire l'intero mobile. Per avere qualche carattere in più bisognava comprare un'altra cassettiera, e di conseguenza era necessario possedere o affittare un locale grande.

Insomma, con l'arrivo dei computer era impensabile conservare tutto quel materiale che non si poteva usare più. Non è come conservarsi un cd. Le tipografie hanno dismesso tutto, e in gran parte tutti quei reperti sono andati perduti, tranne in quei casi in cui è arrivato qualcuno come Mensa interessato a collezionarli. 

"Nel momento stesso in cui ho iniziato a raccoglierle devo dire che le persone che mi conoscevano mi han preso per uno squilibrato. Io le ho raccolte solo per il fatto che mi piacevano e lo ritenevo un motivo più che sufficiente". 

Il passaggio dalle vecchie alle nuove tecnologie risale alla fine degli anni Ottanta. 

Il laboratorio che lui è riuscito a mettere in piedi riscuote un certo interesse anche tra i giovani.

Mensa ha raccolto 13-14 tonnellate di caratteri in piombo, tanto da riempire tutto lo spazio a disposizione, più i caratteri in legno. 

I caratteri assemblati costituiscono la forma, che va fissata in una cornice che si chiama telaio.

Ai vecchi tempi bisognava faticare parecchio per ottenere una stampa perfetta, mentre oggi stampare in quel modo produce un risultato che non viene distinto a prima vista da quello ottenuto con metodi più moderni. Quindi è necessario stampare male, per rendere evidente a tutti che il processo di stampa che è stato eseguito ha qualcosa di particolare. 

Il filmato si trova online dal 2012.  

Il materiale che si trova su Youtube è spesso di lingua inglese. Interessante certo, ma rischia di far perdere la terminologia che si usava tra i tipografi italiani. 

Mentre l'intervistato parla, le inquadrature mostrano i caratteri e le macchine del suo laboratorio, e le persone al lavoro per comporre i testi e preparare gli inchiostri. 

Vari commenti arrivano dai nostalgici che hanno lavorato con quelle macchine. 

Alcuni utenti hanno chiesto dove si trova il laboratorio ma non hanno ricevuto risposta. 

Sul sito di Archivio Tipografico si possono vedere le foto di tutti i collaboratori e leggere l'elenco dei donatori. 

C'è anche la mappa per raggiungere il laboratorio, che si trova a Torino nel quartiere Valdocco, non lontano dal centro storico e dalla stazione di Porta Susa. 

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