Macchine che hanno cambiato il mondo della stampa

Su Pixart Printing si può trovare un articolo intitolato "Cinque macchine che hanno cambiato il mondo della stampa". Un articolo che poteva essere scritto meglio: non si capisce bene quali siano queste macchine, visto che il sommario ne indica tre e poi ne vengono elencate quattro. Comunque con un po' di fatica viene fuori che l'elenco è questo, in ordine sparso: linotype, rotativa, macchina da stampa offset e Lumitype. 

Della linotype abbiamo parlato più e più volte su questo blog. Non serviva per stampare ma per comporre il testo da stampare. Se dall'epoca di Gutenberg fino all'Ottocento il tipografo doveva prendere le lettere dell'alfabeto una alla volta a mano dagli appositi scompartimenti per impaginare un testo, e poi perdere tempo per rimettere a posto ogni lettera dopo avere finito di stampare, con la linotype bastava digitare il testo su una tastiera. Le righe col testo venivano realizzate sul momento utilizzando il piombo fuso, e le matrici se ne tornavano ciascuna al suo posto in automatico. 

La rotativa invece serviva per stampare più velocemente. Il torchio inventato da Gutenberg fu il modello di tutte le presse per quattro secoli. Nell'Ottocento, con la rivoluzione industriale, a parte il fatto che i torchi venivano costruiti in metallo anziché in legno, si iniziò a cercare una soluzione per applicare l'energia del vapore a strumenti che fino a quel momento avevano funzionato solo se azionati dalle braccia dell'uomo. Questo portò alla progettazione di presse completamente diverse, come le platine che si chiudono a conchiglia, o le pianocilindriche dove non è un piano a premere sul foglio bensì un cilindro. A un certo punto venne inventata la rotativa, nella quale non c'erano piani. La forma coi caratteri in rilievo era su  un cilindro che veniva premuto sopra un altro cilindro. I fogli passavano attraverso questo meccanismo in una sola direzione, senza soluzione di continuità, mentre nelle pianocilindriche il rullo ogni volta doveva andare avanti e indietro per permettere alla forma di essere inchiostrata. Quando venne inventato un sistema per produrre la carta in rotoli anziché in fogli, la velocità di stampa poté aumentare ulteriormente. La rotativa è entrata nell'immaginario comune anche grazie ai film, che quando dovevano raccontare la diffusione di una notizia a mezzo stampa inquadravano le rotative che funzionavano a velocità vertiginosa e poi le prime pagine dei giornali stampati. 

A differenza della linotype, che è caduta in disuso già dagli anni Ottanta, le rotative sono una tecnologia ancora in uso, seppure con qualche modifica. 

La terza macchina che viene citata nell'articolo è la macchina di stampa offset. In realtà la tecnica dell'offset può essere applicata a varie macchine, tra cui appunto le rotative. 

L'invenzione di questa tecnica è nata da un'osservazione casuale: un tipografo americano aveva fatto funzionare una macchina per la stampa senza inserire il foglio. L'inchiostro era finito sul rullo di caucciù che avrebbe dovuto premere sul foglio dall'altro lato. Quando poi venne inserito il foglio, la macchina stampò regolarmente sul lato anteriore, ma stampò anche sull'altro lato grazie all'inchiostro che era rimasto sul rullo. E la stampa posteriore era molto più nitida rispetto a quella anteriore, perché il caucciù si adattava alle irregolarità della pagina. 

Vennero quindi inventate delle macchine in cui tra la forma e il foglio c'era un rullo di caucciù. Anche questa tecnica è utilizzata tutt'oggi. 

In effetti nell'articolo manca il passaggio dalla stampa in rilievo alla stampa litografica, che pure è fondamentale nella storia della tipografia ma che evidentemente non rientrava in questa schematizzazione, anche perché combinata con le altre invenzioni citate. 

Il quarto strumento è la Lumitype. Come la linotype, non è una macchina per la stampa dei testi, ma per la composizione. Anziché utilizzare il piombo fuso, usava un raggio di luce che andava ad impressionare una pellicola fotografica. Sul sito si può vedere una foto dello strumento: è grande come una scrivania, a destra e sinistra ha vari pannelli con tanti pulsanti, in alto ha dei leggii su cui appoggiare il testo da copiare e al centro ha quella che sembra una normale macchina da scrivere. 

L'invenzione risale già agli anni Quaranta. Nella macchina veniva montata una pellicola fotografica. Il testo digitato veniva impresso sulla pellicola utilizzando la luce. Poteva essere sviluppato come una normale fotografia, e il risultato poteva essere ritagliato e disposto nella pagina, fotografato di nuovo e utilizzato per ottenere le lastre da inserire nelle macchine da stampa offset. 

Questo determinò il passaggio graduale dalla composizione a caldo, ossia quella basata sul piombo fuso, a quella a freddo. Gradualmente l'informatica diventò una componente fondamentale di queste macchine, fino ad arrivare all'attuale desktop publishing, dove tutte le operazioni di composizione e impaginazione possono essere fatte all'interno di un computer. 

Fino a poco tempo fa dal computer si poteva ottenere la pellicola per impressionare le lastre, oppure si potevano ottenere le lastre stesse, mentre le ultime tecnologie prevedono che si possa inviare il file da stampare direttamente alla rotativa o comunque alla macchina da stampa. 

L'ultima invenzione citata è il computer, su cui c'è ben poco da dire visto che lo usiamo tutti i giorni. I computer furono in grado di comporre la pagina sul terminale a partire dagli anni Ottanta. 

Nota negativa dell'articolo: si apre con l'immagine di uno strano apparecchio con una ruota attorno a cui sono montante cinque altre ruote più piccole. Ci sono vari piani disposti da un lato. La struttura è in ferro montata su una base di legno. Che cosa è? Temo si tratti di una foto ottenuta dall'intelligenza artificiale. Sappiamo che se chiedi a una IA di disegnarti una pressa da stampa mette degli ingranaggi a caso per visualizzare uno strumento che non è mai esistito e che mai e poi mai potrebbe funzionare così come è concepito. 

Ultimamente il web è invaso da immagini di questo genere, che vanno a mischiarsi e sostituirsi a quelle originali. Da ora in poi sarà sempre più difficile rendersi conto di come stavano le cose, tra vagonate di immagini false ed insensate.

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