Mercurius Aulicus e altre gazzette

Il sito Ag Pubblicità ha dedicato una pagina alla storia della grafica pubblicitaria dal medioevo al 1600. 

E' un po' una forzatura, dato che la pubblicità come la conosciamo noi è nata soltanto nell'Ottocento. 

Per quanto riguarda il medioevo si parla di insegne in oro, ottone e ferro battuto, o di dipinti murari in cui erano raffigurati i prodotti venduti, ma non vengono fornite immagini.

L'articolo dice poi che William Caxton nel 1477 stampò un manifesto che promuoveva le cure termali a Salisbury, che doveva essere composto soltanto di testo in stile gotico, se è quello raffigurato nella pagina. 

Nel Seicento arrivano le prime gazzette stampate, e l'articolo ne cita due, il Mercurius Britannicus e la Gazette di Theophraste Renaudot, 1631. Di quest'ultimo viene pubblicato un ritratto seicentesco. Sul suo giornale venne pubblicata l'inserzione dell'acqua minerale Forges. 

Accanto al paragrafo troviamo la fotografia di una prima pagina con didascalia "Mercurius Britannicus", ma è evidente che sulla testata del giornale c'è scritto "Mercurius Aulicus," tutto in lettere maiuscole con la V al posto della U. Non è difficile da leggere: a differenza del manifesto di Caxton che era in lettere gotiche, qui sono usate lettere romane, che sono pressoché uguali a quelle che utilizziamo noi. 

Il nome del giornale finiva con la virgola perché in effetti l'intestazione continuava in dimensione minore nelle righe sottostanti: ... "Communicating the Intelligence and affaires of the Court, to the rest of the Kingdome." Qui venivano usate anche le minuscole, ad eccezione dell'ultima parola che era in maiuscoletto. La s di "rest" era nella versione lunga, mentre quella in coda alla parola "affaires" era quella normale.

La data è "From April 6. to Aprill 13. 1645.", con le parole "from" e "to" scritte in corsivo. 

Sopra la testata c'era una decorazione fatta con un singolo elemento ripetuto diciassette volte al disopra di una linea orizzontale.

Un'altra linea orizzontale la troviamo al disotto della testata, prima di una nuova data "Sunday. Aprill 6.", dove la prima parola è in maiuscoletto e la seconda in corsivo. 

Il testo è impaginato su un'unica colonna, con un capolettera da sei righe. 

Testo giustificato, con sillabazione, tutto in stile romano con molte parole in italico. Dopo l'ultima riga, troviamo allineata a destra la prima parola della pagina successiva, come si usava all'epoca. 

Non c'è nessuna pubblicità visibile, anche perchè non si tratta affatto del giornale di cui si parla nell'articolo. 

Scrive Wikipedia che il Mercurius Aulicus è stato uno dei primi giornali apparsi in Inghilterra. E' stato fondato nel 1643 e chiuso due anni dopo. Diffuse propaganda realista durante la guerra civile inglese. Il suo fondatore fu George Digby, consigliere del re Carlo I. 

Il compilatore era un certo John Birkenhead. 

Pubblicò anche articoli di Peter Heylin, uno storico che ha una pagina a sé su Wikipedia. 

Il giornale veniva stampato a Oxford e venduto per un centesimo. 

Veniva venduto sul mercato nero a prezzi più alti. 

Il giornale rappresentò una svolta: fino a quel momento le gazzette erano semplici elenchi di fatti di interesse pubblico, mentre il Mercurius era un giornale di opinione, che diffamava e derideva gli oppositori in una maniera relativamente nuova per il periodo. 

Il Mercurius Britannicus era un giornale diverso, sempre della stessa epoca. Venne curato da un certo Marchamont Nedham, che attaccava Carlo I. Nacque come risposta al Mercurius Aulicus. 

Ma mentre quest'ultimo era più satirico, il Britannicus era più polemico. Accusò apertamente l'Aulicus di essere pieno zeppo di menzogne, e attaccò il re in maniera così diretta che il giornalista fu condannato a due settimane di prigione.

Ottenuto il perdono del re, Nedham lavorò al Mercurius Pagmaticus, un periodico famoso perché sia apriva con poesie satiriche con attacchi personali ai parlamentari. Dopo un nuovo periodo in prigione dovuto all'esito della guerra civile, Nedham aprì un altro Mercurius, il Mercurius Politicus, che in seguito cambiò il nome in Public Intelligence o Public Intelligencer. 

Col tempo lo stile di Nedham divenne più moderato. 

A questo giornalista non è dedicato nessun articolo di Wikipedia in italiano o in altre lingue conosciute, ad eccezione di inglese e francese. In effetti c'è solo una terza versione dell'enciclopedia online che ne parla: quella in bokmal norvegese, che è una lingua che sento nominare adesso per la prima volta. 

Su Archive.org si può sfogliare una copia del Mercurius Britannicus del 1647. 

Sono sette pagine in tutto, il che è strano perché non si sa cosa c'è sul retro della settima.

Il numero di pagina era in alto, centrato e tra parentesi. Mancava qualunque decorazione grafica, linee, fregi, capolettera. A movimentare un po' l'aspetto della pagina c'era solo qualche riga vuota tra un paragrafo e l'altro. 

La prima pagina si apriva con un ingombrante fregio generico mentre l'intestazione "Mercurius Britanicus", con una sola n, era in dimensioni abbastanza piccole, stile corsivo italico con le due maiuscole dotate di svolazzi cancellereschi. 

Wikipedia in italiano dedica un articolo a Teophrast Renaudot, che aprì la sua Gazette in Francia nel 1631. Il giornale sopravvisse ben oltre la sua morte, chiudendo nel 1914, dopo avere cambiato nome in La Gazette de France. 

Secondo Wikipedia questo "è il giornale più antico che può essere assimilato alle moderne riviste". 

Nel 1925 in Francia è stato istituito un premio letterario a suo nome. Nella sua città natale, Loudun, c'è un monumento dedicato a lui ma l'enciclopedia non dice né la data di realizzazione né l'autore. 

L'articolo dedicato alla sua Gazette contiene una foto di una prima pagina del 1789. La grafica qui è già più moderna, col testo suddiviso in tre colonne separate da righe verticali e piccoli titoli a separare un articolo dall'altro. 

Non ci sono disegni, stemmi, decorazioni particolari al di fuori delle righe nere. Il capolettera è una semplice maiuscola di dimensione doppia. 

Il nome del giornale qui è "Gazette Nationale, ou Le Moniteur Universel.", scritto tutto in maiuscolo, con la parola "ou" in dimensione minore e il punto alla fine. 

Sul giornale scrissero anche il cardinale Richelieu e il re Luigi XIII. 

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