Qualche nome collegato all'Helvetica
L'Helvetica è uno dei caratteri tipografici più diffusi al mondo. E' un senza grazie, utilizzato per la segnaletica, per i manuali di istruzioni, per i cataloghi d'arte o per i loghi delle grandi aziende.
Il blog Pixartprinting ne ha ricostruito la storia, in un post pubblicato all'inizio del 2021.
Il primo nome che incontriamo è quello di Eduard Hoffmann, direttore della fonderia Haas di Munchenstein in Svizzera, che negli anni Cinquanta ha bisogno di produrre un'alternativa all'Akzidenz Grotesk, della fonderia Berthold.
Hoffmann ingaggia un disegnatore freelance, Max Alfons Miedinger, con l'incarico di realizzare il nuovo tipo di carattere, che viene lanciato sul mercato nel 1957 col nome di Neue Haas Grotesk.
Un altro nome che incontriamo è quello di Mike Parker, che diventa direttore della Mergenthaler Linotype Company due anni dopo, nel 1959. Parker ha il compito di allargare il catalogo dei caratteri utilizzabili nelle macchine per la composizione tipografica prodotte dalla sua azienda. Nel corso di oltre vent'anni riuscirà ad aggiungerne al catalogo quasi un migliaio, tra lavori nuovi e adattamenti di caratteri disponibili fino a quel momento solo per la composizione a mano.
Entra in scena qui Arthur Ritzel, disegnatore per la D. Stempel AG, un'azienda tedesca partner della Linotype, a cui viene dato il compito di adattare il font alle macchine linotype. E' a questo punto che il font disegnato da Miedinger viene ribattezzato Helvetica, dal nome che gli antichi romani avevano dato alla Svizzera, Helvetia.
Nel post compaiono poi i nomi di Massimo Vignelli e Bob Noorda, che usarono questo font per realizzare la segnaletica della metropolitana di New York verso la fine degli anni Sessanta, e quello di Steve Jobs che lo introduce tra i caratteri disponibili nel primo Macintosh.
L'Helvetica ha anche i suoi detrattori. Uno di questi è Bruno Maag, designer proprietario della Dalton Maag, che tra l'altro è svizzero lui stesso. A suo dire, chi usa l'Helvetica lo fa per pigrizia e per andare sul sicuro, e il risultato è l'omogeneità di molti progetti di brand identity.
Gli ultimi due nomi che compaiono sono quelli di Gary Hustwit, che ha diretto un documentario sull'Helvetica nel 2007, e di Steve Hicks, direttore creativo di un'agenzia pubblicitaria americana che nel 2012 ha profetizzato un'ulteriore incremento nell'uso di Helvetica nel mondo.
L'articolo accenna al fatto che all'epoca Helvetica era usato in Facebook.
Non so nulla di preciso sull'argomento. Sul mio computer, con sistema operativo Windows, il font che viene utilizzato dal browser per visualizzare i contenuti del social network è il Segoe. Secondo Copilot su macOS sarebbe utilizzato il San Francisco, ma nel codice Html non mi pare di leggere questo nome. Leggo invece quello dell'Helvetica, tra Segoe e Arial e prima dell'opzione standard sans serif. Tuttavia sto usando lo strumento di analisi di Edge, che è meno versatile rispetto a quello di Firefox che usavo prima.
Off topic che riguarda il sito Pixartprinting: mi colpisce la forma particolare della Q nel font utilizzato per i post, con una coda solo esterna che parte molto a sinistra rispetto alla lettera.
Il font usato è lo Stelvio Grotesk.
Il sito Identifont è ancora fuori uso. Fonts In Use ci dice che lo Stelvio è stato disegnato da Danilo De Marco nel 2020, per la fonderia K95.
Ne viene segnalato soltanto un uso.
Di De Marco non c'è nessuna biografia sul sito, né altri font segnalati, a parte lo Stelvio Grotesk Stilus, una font display con contrasto e dettagli insoliti, nessun uso conosciuto.
De Marco è siciliano. Il suo sito è impaginato in maniera molto creativa, e contiene una sua biografia dettagliata. Nella sezione Type Design, oltre allo Stelvio troviamo altri due suoi lavori, Herbert e July, entrambi con grazie.
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