Qimmatum
In un titolo di BBC News in arabo compariva la parola qimma, che significa vetta di una montagna, ma anche parte superiore, punto più alto, apice, vertice.
Wiktionary segnala che la parola è affine a quella in lingua akkadica qimmatum, che appunto significa top.
Il sito mostra come gli akkadi scrivevano questa parola, in caratteri cuneiformi, e non posso che soffermarmi a guardarla: abbiamo tre segni che ricordano il nostro minore-di, uno sull'altro; poi quattro cunei lunghi che convergono verso destra, attraversati da otto cunei sottili verticali di altezza decrescente, il tutto chiuso a destra da un altro minore-di.
Un segno molto laborioso da disegnare. Se lo ruotiamo di novanta gradi in senso antiorario ricorda una montagna, per cui non ci sorprende che indichi il concetto di vetta.
Il suo valore Unicode è U+122E6, il nome indicato da Font Space è "Cuneiform sign suhur". Nessuno dei font presenti sul sito supporta questo glifo, nemmeno quelli in cui è stato messo di tutto e di più.
Il blocco cuineiforme contiene quasi un migliaio di glifi: 922. Questo perché le antiche popolazioni non avevano segni per indicare soltanto i suoni ma anche quelli che indicavano intere parole. Inizialmente ad ogni parola era associato un disegno. Poi, visto che in Mesopotamia si usava come supporto l'argilla molle, anziché tracciare le linee, queste venivano realizzate con la pressione di una bacchettina a forma di parallelepipedo sulla superficie della tavoletta. Ogni linea quindi assumeva la forma di un cuneo, o della giunzione tra due cunei, da cui il nome della scrittura, cuneiforme. A questo punto però l'oggetto disegnato è stilizzato così tanto che è difficilmente riconoscibile a prima vista.
Nella tabella che FontSpace ci fornisce vediamo che nelle vicinanze del segno che abbiamo già visto, e che si chiama suhur, ce n'è un altro che si chiama sumash e che è identico in tutto e per tutto tranne per il fatto che sulla sinistra ci sono due minore-di anziché tre.
Il suo valore è U+122E8. Il suo significato è lo stesso? Wiktionary non lo sa: conosce il segno, ma può fornire solo il numero assegnato nelle convenzioni MZL e Deimel (HZL è lasciato vuoto), il suo valore Unicode e il suo codice XML/HTML.
Provo a chiedere a Copilot cosa indica il segno sumash. Non lo sa neanche lui, e mi risponde con una serie di informazioni generiche relative a qualsiasi segno cuneiforme.
Sullo store di Urban Dictionary trovo in vendita una tazza su cui c'è scritto che questo simbolo si riferisce alla dea Udug, adorata dai sumeri, detta anche la Signora della Montagna, spesso raffigurata con la testa di leone, che forniva cura e protezione a quelli che la invocavano.
Secondo Wikipedia Udug era una classe di demoni accadi, di solito cattivi, anche se il glifo cuneiforme che si riferisce a loro non è questo.
Una dea con la faccia da leone era Sekhmet, ma era adorata in Egitto, non in Mesopotamia.
Wikipedia mostra il suo nome in caratteri geroglifici. A me ricorda una persona seduta su una poltrona in un salotto con un cuscino ai piedi, un tavolinetto e un lume.
Copilot spiega il significato di ciascuno: i primi tre glifi hanno un valore fonetico s-kh-t (s è anche associato al concetto di protezione mentre t è suffisso femminile); il quarto invece, la persona seduta, è un determinativo che indica che si tratta di una dea.
La Signora della Montagna, secondo il sito Mifologia, si chiamava Ninhursag ed era adorata dai sumeri. Il sito non la raffigura con la testa di leone, ma dice che spesso era accompagnata da un'aquila dalla testa di leone chiamata Imdugud.
Per curiosità chiedo a Copilot se Imdugud era un udug. Mi risponde di no.
Ma torniamo al cuneiforme: alcuni glifi di questa scrittura avevano una conformazione molto semplice, con due o tre cunei, magari, mentre altri erano incredibilmente complicati.
Un glifo che suscita la mia meraviglia si chiama "an plus naga squared" ed è composto da un numero spropositato di cunei singoli, doppi, incrociati, lunghi, corti, sottili, tutti disposti a croce con quattro bracci uguali.
Lo conosce Wiktionary, si e ne mostra anche un'altra versione più semplice.
Si tratterebbe di una rappresentazione calligrafica della parola nisaba, scritta in forma di croce.
E Nisaba è un nome proprio, il nome della dea sumera del grano, della conoscenza, delle arti scribali, e divinità protettrice della città di Eresh.
Insomma, si tratterebbe di una particolare legatura, a cui Unicode ha voluto assegnare un glifo.
Mi viene in mente la parola Allah, il nome di Dio secondo i musulmani, a cui pure Unicode ha dedicato un valore: U+FDF2.
Gli accadi sono una popolazione semitica vissuta nell'età del bronzo antico vicino-orientale, presenti in Mesopotamia dal oltre duemila anni prima di Cristo. Sarebbero stati in zona per più di quattro secoli, anche se la loro civiltà cadde un secolo e mezzo dopo la fondazione dell'impero da parte di Sargon.
A quanto pare ci sono opinioni discordanti che riguardano l'origine di questa popolazione e la sua convivenza con la civiltà sumera.
Wikipedia parla di coabitazione. Non è neanche facile capire come e quando queste due popolazioni siano venute a contatto.
Mentre gli accadi erano semiti, i sumeri no: secondo Copilot parlavano una lingua che era un "isolato linguistico", cioè non apparteneva a nessuna famiglia conosciuta, né a quella semitica, né a quella indoeuropea né a quella caucasica.
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