Come creare il proprio font

La youtuber italiana Fraffrog ha da poco fatto uscire un video in cui spiega come si fa a crearsi un proprio font. Lei ne sa qualcosa: essendo fumettista, ha realizzato un suo carattere personalizzato che poi ha usato nei suoi lavori editoriali. Il video è stato visualizzato più di 27 mila volte nel giro di un giorno (gli iscritti al canale sono più di un milione e mezzo). 

Si comincia con la storia del lettering dei fumetti, che prima era realizzato a mano perché era il solo modo in cui si poteva fare, e solo con lettere maiuscole perché carta e stampa erano di bassa qualità e bisognava cercare di ottimizzare il risultato. Insomma, quello che ha raccontato Vox in un video che in 9 anni ha totalizzato più di un milione di visualizzazioni. 

Quando si è passati ad aggiungere i testi col computer, si è scelto di usare font che conservassero lo stesso stile. Nel video si vede una schermata di Dafont con la sezione dedicata ai font dei fumetti, dove si trovano sia caratteri utili per scrivere nei ballon sia caratteri per fare i titoli o i rumori. 

Comunque, la youtuber segnala i due principali siti a cui i professionisti possono rivolgersi per trovare font di qualità per i fumetti: Comicraft Fonts e Blambot. 

Volendo invece ottenere un lavoro personalizzato, la soluzione è usare Calligraphr. Si tratta di un sito a pagamento, che costa 10 euro al mese o 42 per sei mesi, ma che può essere anche provato gratuitamente, per ottenere font con un numero limitato di glifi da non usarsi in progetti commerciali. 

Dal sito si possono scaricare dei moduli in cui è possibile disegnare una lettera dell'alfabeto in ciascuna casella. Ci penserà il sito a digitalizzare e vettorializzare il tutto, quando l'utente caricherà il modulo riempito. 

Il consiglio che si dà nel video è quello di scrivere prima delle frasi di senso compiuto su un foglio e poi provare a riprodurre le singole lettere nella griglia. Questo serve a far sì che le forme delle lettere siano compatibili l'una con l'altra: variare l'inclinazione delle aste può venire naturale quando ci si concentra sulla singola lettera, ma poi può portare a risultati sgradevoli quando si vanno a usare quelle lettere in testi lunghi. 

Secondo Fraffrog un font professionale deve contenere 150-300 glifi. Può sembrare un'esagerazione: le lettere sono soltanto 26! Ma oltre alle lettere maiuscole, minuscole, ai numeri, ai segni di punteggiatura e a quelli matematici servono anche le lettere accentate. In italiano ci sono 5 vocali e 2 accenti. Più la loro versione maiuscola, e sono 20 glifi in più. Ma altre lingue hanno accenti diversi, quindi quando lei ha dovuto lavorare a prodotti che dovevano essere tradotti e commercializzati all'estero ha dovuto aggiungere anche i glifi della "libreria western latin extended", che sono oltre 200.

Il termine più corretto per indicare quella "libreria" in realtà sarebbe "blocco", e in effetti non esiste un blocco con quel nome. 

Wikipedia dice che oltre al blocco Basic Latin, che corrisponde all'Ascii, esiste un blocco Latin-1 o Latin1 Supplement, poi i due Extended chiamati A e B, e poi altri Extended che arrivano fino alla lettera G, più estensioni fonetiche e simboli ispirati alle lettere latine, che però nei fumetti sicuramente non servono. 

Nella descrizione del video c'è anche un txt con tutti i caratteri che sono serviti all'autrice, etichettati "Extended Western Latin". A cui si aggiungono anche due alfabeti non latini: quello greco e quello cirillico, che di solito sono relativamente facili da realizzare per un disegnatore occidentale: le maiuscole greche e cirilliche si costruiscono con gli stessi criteri delle nostre maiuscole, anzi, in certi casi hanno la stessa identica forma per cui basta incollare il riferimento. Le minuscole cirilliche sono la versione più piccola delle maiuscole, mentre le minuscole greche ricordano un po' il nostro stile italico, anche se l'asse è verticale. 

Nell'elenco di caratteri latini troviamo le frazioni standard, da un quarto a sette ottavi, la losanga, la radice quadrata, l'infinito, il simbolo di più e meno, maggiore uguale,le virgolette francesi e inglesi, i simboli di valuta incluso lo yen... Non credo che nei fumetti sia stata usata tutta questa roba, ma evidentemente era meglio non lasciare caselle vuote. 

I glifi dell'alfabeto latino che compaiono in questa lista sono 200 in tutto. Le vocali con accento grave, acuto o circonflesso rientrano nel blocco Latin1 Supplement e il loro codice Unicode è minore di 255. Lo stesso vale per la lettera thorn, la c con la cediglia, e la legatura ae

Le lettere del Latin Extended-A hanno codici più alti di 255, che possono essere indicati in notazione decimale usando due byte di cui il primo ha valore 1. Nella lista ce ne sono 88, a partire dalla A maiuscola con un macron (un segno diacritico piatto che la sovrasta), seguita dalla A con un breve (un accento a forma di u) e da una A con l'ogonek (una cediglia). 

La lista si conclude con l'O barrato, in maiuscolo e minuscolo, che fa ancora parte del Latin1 Supplement anche se è stato aggiunto in coda. 

Comunque, per tornare al video, una volta disegnate le lettere nel modulo e digitalizzato quest'ultimo, il lavoro non è finito ma è appena cominciato: bisogna sostituire le lettere uscite male, alzarle o abbassarle rispetto alla linea di base per ottenere un risultato omogeneo, regolare spaziatura e kerning, aggiungere eventualmente delle varianti, delle legature e infine aggiungere stili. 

Per quest'ultima operazione il sito da solo non è sufficiente perché bisogna fare in modo che non siano dei font a parte ma siano inseriti nella stessa famiglia. Fraffrog suggerisce di scaricare gratuitamente FontForge (facendo poi una piccola donazione agli sviluppatori) e intervenire sulle proprietà: il nome della famiglia deve essere uguale per tutti, mentre per indicare lo stile bisogna usare delle parole standard, ossia Bold e Italic per il grassetto e il corsivo. 

Problemino per quanto riguarda la parola kerning: mi sembra di capire che quando si regola la spaziatura tra le lettere Calligraphr agisce su tutte contemporaneamente e in automatico, mentre la fase successiva, quella che la youtuber chiama kerning, agisce sulla singola lettera. Visto che ogni lettera ha una forma particolare, la distanza dalla lettera successiva deve essere regolata in maniera tale che all'occhio umano le parole abbiano un aspetto omogeneo. Ad esempio una t minuscola che ha un'estremità inferiore curvata verso destra e ingombrante può trovarsi troppo lontana dalla lettera successiva, quindi bisogna ridurre lo spazio che si ritrova alla sua destra. 

Il fatto è che mentre Fraffrog parla di kerning vediamo che l'intestazione della finestra che viene inquadrata dice "Adjust spacing". Che in effetti è più corretto.

In tipografia digitale infatti la parola kerning si riferisce ad una cosa ben precisa: quando si crea una coppia di lettere che devono essere avvicinate tra di loro solo quando sono consecutive. Non è questo il caso. 

Ultimo dettaglio. Quando la youtuber spiega come fare gli ulteriori stili aggiunge: "Ve l'ho descritta come se fosse una cosa che ci vuole poco a fare, in realtà impazzirete nel farlo, ma bene, perché nel frattempo Aldo Manuzio si sarà rivoltato nella tomba varie volte". 

Aldo Manuzio è il tipografo italiano che a Venezia all'inizio del Cinquecento per primo stampò libri nel carattere corsivo. Lo stile ora è conosciuto in tutto il mondo come "italic" proprio per questo motivo. 

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