Dummy text in Word
Per anni ho usato OpenOffice Writer e inserire il testo di riempimento era una cosa che facevo ad occhi chiusi: scrivevo "te" (testo di esempio) e premevo il tasto F3. Compariva un paragrafo di parecchie righe che cominciava con "Udì dei passi leggeri dietro di sé". Un racconto pieno di suspense in cui un tale si sentiva braccato in qualche stradina malfamata da qualcuno che voleva impossessarsi del malloppo. Un testo sconclusionato che per me è diventato un classico, ma che a quanto pare non ha praticamente trovato posto sul web. Nessuno lo ha trascritto, o comunque i motori di ricerca non trovano nessun riferimento preciso, al volo.
Adesso ho sottomano un Word del 2010. E come si fa ad inserire un testo di prova?
A quanto ci dice l'AI Overview di Google esistono tre funzioni che possono essere usate: =lorem(), =rand() e =rand.old().
Basta digitarle così come sono in un normale documento di testo e premere invio. L'uguale all'inizio fa capire che sono formule che vanno interpretate, l'aperta e chiusa parentesi delimitano lo spazio in cui si possono mettere alcuni parametri.
Digitando =lorem() viene fuori una versione una versione del famoso Lorem Ipsum, un testo di riempimento fatto con parole latine a caso tratte da un'orazione di Cicerone.
Tra le parentesi si può impostare la lunghezza in paragrafi e eventualmente il numero di frasi per paragrafo.
=lorem(7) restituisce un testo da 7 paragrafi.
=lorem(5, 10) restituisce un testo di cinque paragrafi da 10 frasi ciascuno.
A parità di input, l'output è identico.
La funzione =rand() restituisce un testo ottenuto prendendolo dal manuale di Word, anche in questo caso l'output è uguale a parità di input. Anche qui si possono passare i parametri che riguardano la lunghezza del testo e dei paragrafi, ma visto che le frasi di partenza sono più lunghe l'aspetto complessivo è diverso rispetto a quello dato dalla funzione Lorem, a parità di parametri.
La funzione =rand.old() ripete alcune volte la frase "The quick brown fox jumps over the lazy dog", mi dice l'AI di Google. La eseguo sul mio computer e invece viene fuori "Cantami o Diva del pelide Achille l'ira funesta." che è la frase che Windows in italiano usa per creare gli specimen automatici dei font.
Anche questa funzione prende i soliti parametri in input, ma non è adatta a riempire pagine intere di testo: visto che la frase è una sola, ripeterla troppo rischia di creare dei pattern ripetitivi che ben poco hanno a che vedere con l'aspetto dei testi reali.
La frase italiana è stata scelta perché è iconica: è l'incipit dell'Iliade di Omero nella traduzione fatta da Vincenzo Monti nell'Ottocento.
Quella inglese invece venne scelta dai tipografi in quanto pangramma, ossia frase che contiene tutte le lettere dell'alfabeto. L'ideale per studiare le caratteristiche del font sulla base di una sola riga di testo dall'aspetto naturale.




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