I primi passi della tipografia in Italia e all'estero, secondo l'IA
Ho chiesto a Copilot, l'intelligenza artificiale della Microsoft, se si sa quali sono i primi dieci libri stampati in Italia.
"La stampa a caratteri mobili arrivò in Italia intorno al 1464-1465 grazie ai tipografi tedeschi Arnold Pannartz e Konrad Sweynheim, che installarono il primo torchio nel monastero benedettino di Santa Scolastica a Subiaco. I primi libri stampati in Italia sono considerati dei veri e propri tesori culturali. Ecco una lista dei primi titoli noti: ..."
Il primo è il De Oratore di Cicerone, stampato a Subiaco nel 1465. Il secondo è il De Divinis Institutionibus Adversus Gentes, di Lattanzio, anche questo stampato a Subiaco lo stesso anno, la prima opera con data di stampa.
Al terzo posto troviamo Donatus Pro Puerulis, grammatica latina per bambini, "stampata probabilmente nel 1464 ma andata perduta". Se è stata stampata nel '64 sarebbe precedente agli altri due libri. L'IA purtroppo non ne sa nulla della coerenza logica delle proposizioni.
Al quinto posto Copilot ci mette Epistolae Ad Familiares di Cicerone, "stampato a Roma dopo il trasferimento dei tipografi", sottinteso Pannartz e Sweynheym.
La numero sei è un' "Opera di Virgilio".
La sette è una "Biblia latina", "Una delle prime edizioni della Bibbia stampate in Italia.
Seguono i Commentarii di Cesare, stampati sempre dai nostri due tipografi a Roma.
Citando il nono libro della lista compare la citazione di una nuova città, Venezia, dove sarebbe stata stampata la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, "negli anni successivi".
L'ultimo libro della lista è la Summa Theologica di Tommaso d'Aquino, "Tra le prime opere teologiche stampate in Italia", non si dice né dove né da chi.
La lista è molto raffazzonata, ma contiene qualche spunto interessante. Proviamo ad approfondire senza uscire da Copilot.
Prima domanda: chi ha stampato la prima Bibbia in Italia?
Sweyneheym e Pannartz, dice Copilot. Uhm...
"La Bibbia latina, secondo la tradizione della Vulgata di San Girolamo, fu tra le prime Bibbie stampate in Italia, probabilmente intorno al 1471, anche se non è chiaro se fu proprio la prima in assoluto".
Non mi pare attendibile.
Seconda domanda: chi ha stampato la Naturalis Historia a Venezia?
L'opera di Plinio il Vecchio è stata stampata nel 1469 da Giovanni da Spira, nome italianizzato di Johann von Speyer, anche lui tedesco come gli stampatori attivi a Subiaco e poi a Roma.
"Giovanni da Spira ottenne un privilegio esclusivo dalla Repubblica di Venezia per stamparla, valido per cinque anni: il primo caso documentato di protezione legale per uno stampatore".
L'Ia suggerisce di fare qualche domanda su Manuzio e i Giunti, anche loro attivi a Venezia successivamente.
Ma io seguo la mia strada. Provo a fare la stessa domanda iniziale a Grok, l'intelligenza artificiale di X.
"Identificare con precisione i primi dieci libri è complesso, perché le informazioni esatte sulla cronologia e sulla sopravvivenza delle edizioni sono frammentarie", dice.
I primi due libri della lista coincidono con quelli che mi ha fornito Copilot. Si salta poi il Donatus e si arriva al De Civitate Dei e all'Epistola Ad Familiares di Cicerone, entrambe del '67.
Saltiamo l'Opera di Virglilio, la Biblia Latina e i Commentarii di Cesare, e al quinto posto ci finisce la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, stampata dal Da Spira a Venezia.
Al sesto posto Grok ci propone l'Historia Naturalis di Plinio, presentandola come un'edizione successiva della stessa opera, stampata dallo stesso stampatore lo stesso anno.
La cosa è un po' sospetta. Può essere che è lo stesso libro ma l'intelligenza artificiale si è lasciata ingannare dall'inversione nell'ordine delle parole?
Settimo posto, De Vita Et Mortibus Philosophorum di Diogene Laerzio, stampato a Venezia nel 1470. Stesso anno De Imitatione Christi, attribuito a Tommaso da Kempis, sempre Venezia.
Poi Epistolae di San Girolamo, 1470, Roma.
Infine De Officiis di Cicerone, 1470... "Roma o Venezia".
Come sarebbe? All'epoca ogni stampatore utilizzava caratteri realizzati in proprio. Non dovrebbe essere complicato distinguere i caretteri usati a Roma da quelli usati a Venezia, o no?
Comunque, questa lista ci dice che nei primi cinque anni di attività dei tipografi in Italia vennero stampati almeno 10 libri in due diverse stamperie, una nel Lazio e l'altra nel Veneto.
Dato che questo blog è ospitato sulla piattaforma Google, vediamo se Google Gemini ci dice qualcosa di diverso.
Risponde il modello 2.5 Flash.
I primi libri stampati in Italia furono degli incunaboli (libri stampati prima del 1501) e furono realizzati a Subiaco, in provincia di Roma, nel monastero di Santa Scolastica. I tipografi tedeschi Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz, allievi di Gutenberg, si stabilirono lì e stamparono i primi testi".
Gemini mette al primo posto il Donato, o Donatus pro Puerulis o Ars minor, grammatica latina, seguito dal De Oratore di Cicerone, completato prima dell'ottobre del 1465, e dal De Divinis Institutionibus Adversus Gentes di Lattanzio, "considerato il primo libro a stampa italiano con data certa".
Dopo questi tre titoli Gemini dice che la stamperia si trasferì a Roma e completò il De Civitate Dei di Sant'Agostino entro il 1467.
E a questo punto, per non sbagliare, non prosegue la lista, dicendo che "molti incunaboli non riportano una data precisa". Cita soltanto Venezia, "che divenne presto il più importante centro tipografico".
Dire che Subiaco è "in provincia di Roma" è un po' modernizzare le cose. All'epoca non c'erano certo le province. Così come quando prima io ho detto che Venezia è in Veneto: all'epoca era la capitale di una Repubblica, uno Stato a sé.
Comunque, lasciamo stare le cosiddette intelligenze artificiali e vediamo che cosa dice Wikipedia, che un tempo era considerata inattendibile perché chiunque poteva aggiungerci delle informazioni, ma al confronto con le IA fornisce risultati più approfonditi e coerenti.
Per Wiki Pannartz era un monaco non tedesco ma ceco, nato a Praga non si sa in che anno. "Chierico dell'arcidiocesi di Colonia, Pannartz giunse in Italia assieme a Conrad Sweynheym (chierico della diocesi di Magonza) per distribuire e vendere i libri stampati in Germania da Johann Fust e Peter Schoffer", ossia coloro che gestivano la stamperia che era stata fondata da Gutenberg.
Sarebbe interessante sapere quali libri portarono, in che quantità e se riuscirono a venderli.
Comunque, l'enciclopedia online elenca quattro libri che vennero stampati a Subiaco: Donato, Cicerone, Lattanzio e Agostino.
C'è poi un elenco in quattro punti delle opere stampate a Roma: Cicerone, "riproduzione di opere già impresse a Subiaco", "classici latini tra cui le opere di Virgilio nel 1469" e un "commento biblico di Niccolò di Lira (1471-72)".
Segue un elenco di opere stampate "in proprio" da Pannartz, tra il 1473 e la morte avvenuta tre anni dopo: classici latini (Sallustio, Seneca, Stazio), Rudimenta Grammatices di Niccolò Perotti, ed Elegantiae Linguae Latinae di Lorenzo Valla.
A Giovanni da Spira Wikipedia dedica una voce unica in comune con suo fratello Vindelino (Wendelin), che proseguì l'attività dopo la sua morte.
A quanto pare Giovanni riuscì a stampare nel 1969 solo due opere, le Epistole di Cicerone e la Storia Naturale di Plinio il Vecchio, entrambe in latino.
Al fratello è attribuita una lista più lunga, a partire da quattro libri di Prisciano, Sallustio, Sant'Agostino e Petrarca nel 1970, fino ad arrivare a un'opera di Lattanzio e una di autori vari nel 1472.
I due fratelli avevano imparato l'arte della stampa a caratteri mobili a Magonza.
Nella lista risalta il nome di Petrarca. Il suo Canzoniere è il primo libro con data certa stampato in volgare italiano.
Un termine che ricorre in questi articoli di Wikipedia è "edito princeps", con cui si indica la prima edizione a stampa di un'opera latina. L'enciclopedia online ha una pagina apposita con una tabella di tutte le editio princeps di opere latine conosciute fino al 1500, ossia tra gli incunaboli, non soltanto in Italia.
La prima è la Bibbia di Gutenberg, 1452-1455.
In tutto, se ho contato bene, sono 199.
Per ciascuna è indicato titolo, autore, stampatore, città e note varie.
Le prime nove sono edite a Magonza, prima da Gutenberg poi da Schoffer e Fust.
La prima ad essere stampato in una città diversa è un Summa Theologiae di Tommaso d'Aquino, stampato da un certo Johannes Mentelin a Strasburgo.
La terza città che compare è Subiaco, in Italia. La cosa mi stupisce, non credevo che non si fosse diffusa di più in Germania l'arte tipografica, prima di arrivare in Italia.
La quarta città è Roma, con le Epistole di Girolamo del 1466-67, solo che non viene attribuita agli stampatori trasferitisi da Subiaco bensì a un certo Sixtus Riessinger.
La quinta città è Basilea, dove si stabilì un certo Berthold Rupper, a cui Wikipedia in italiano non dedica una voce a sé.
La sesta città è Venezia, con la stampa della Storia Naturale di Plinio il Vecchio del 1469.
Lo stesso anno a Roma Ulrich Han stampò un'opera di Cicerone.
Compaiono poi Norimberga, con lo stampatore Hohan Sensenschmidt, e Colonia, con Ulrich Zell.
La quarta città italiana a comparire è, a sorpresa, Foligno. Il nome dello stampatore è ancora tedesco: Johannes Numeister.
L'anno è il 1470, lo stesso in cui a Parigi Jean Heynlin stampa le Epistole di Gasparino Barzizza.
Sempre nel 1470 compare il nome di un nuovo stampatore la cui fama è sopravvissuta nei secoli: Nicolas Jenson, anche lui attivo a Venezia. A Roma intanto c'era un certo Giovanni Filippo De Lignamine che stampava libri. E nella lista compaiono anche i Paesi Bassi, con una Ilias Latina stampata a Utrecht, da uno stampatore di cui non ci è rimasto il nome.
L'anno dopo un certo Baldassarre Azzoguidi stampa l'Opera omnia di Ovidio a Bologna, e Panfilo Castaldi stampa un libro di Pomponio Mela a Milano. "Castaldi era proprietario della pressa tipografica, ma egli si limitò a un ruolo organizzativo. L'attività tipografica vera e propria veniva svolta dai suoi soci, Gabriele Orsoni e Fortunato e Antonio Zarotto. Contemporaneamente, Andrea Belfort stampava un'opera di Marziale a Ferrara.
Nel 1473 a Brescia Tommaso Ferrando stampa un'opera di Lucrezio, e Federico de' Conti stampa le costituzioni di Albornoz a Jesi.
Nel 1475 Mattia Moravo stampa varie opere a Napoli.
Continuo a scorrere la lista notando i nomi delle località, aspettando che la stampa si espanda anche altrove.
Nel 1475 un'opera princeps viene stampata a Lovanio, in Belgio. Nel 1476 a Perugia, dove era attivo un certo Henricus Clayn. Nel 1478 a Pavia. Nel 1482 a Vicenza. Nel 1486 a Brescia. Nel 1491 a Parma. Nel 1500 a Torino.
Il secolo è finito, e a parte Germania, Italia, Francia, Belgio e Paesi Bassi non mi pare di avere notato altri stati.
E la Spagna? E la Gran Bretagna?
Chiedo a Copilot, di nuovo.
Secondo l'IA la tipografia era arrivata in Spagna già dal 1472. Il primo libro stampato fu una raccolta di atti ecclesiastici intitolata Sinodal De Aguilafuente. Il tipografo era un certo Juan Pàrix, ovvero il francese Jean Parix. La città era Segovia. Due anni dopo Lamberto Palmart iniziò a stampare a Valencia. In seguito vennero aperte stamperie a Siviglia, Barcellona e Madrid.
Anche in Inghilterra l'arte tipografica era arrivata abbastanza presto: nel 1476, quando William Caxton stampò The Recuyell Of The Historyes Of Troye, tradotto dal francese, e le Canterbury Tales di Chaucer.
O questi Paesi non avevano fretta di stampare i classici latini e stampavano nelle lingue locali, oppure la lista di Wikipedia è incompleta.
Già che ci sono, chiedo a Copilot quando è arrivata la stampa nei continenti extraeuropei.
Dice l'IA che in Africa arrivò solo nel XIX secolo grazie ai colonizzatori europei, e che i primi giornali furono stampati in Sudafrica e Liberia da missionari o coloni.
In America del Nord la stampa arrivò nel 1639 con l'installazione del primo torchio a Cambridge, nel Massacchusetts. Il primo giornale fu il Publick Occurrences del 1690, seguito dal Boston News-Letter del 1704. In Sud America la stampa fu introdotta nel XVI secolo dalgli spagnoli, con il primo torchio a Città del Messico nel 1539.
In Oceania la stampa arrivò con i missionari europei nel XIX secolo. Il primo giornale australiano fu la Sydney Gazette nel 1803. In Nuova Zelanda arrivò nel 1830, inizialmente per scopi religiosi e amministrativi.
La colpa è mia. Nella domanda parlavo della "stampa" invece che della "tipografia", e evidentemente Copilot ha pensato più alla stampa in senso di pubblicazioni periodiche giornalistiche che all'editoria. Con una eccezione: parlando dell'Asia dice che la stampa a blocchi di legno esisteva già nel settimo secolo, che Bi Sheng inventò i caratteri mobili in terracotta intorno al 1040, che nel 1377 in Corea fu stampato il Jikji con caratteri mobili in metallo, e che in Giappone già nell'VIII secolo si stampava con tecnica xilografica. "L'uso di caratteri mobili in metallo si diffuse nel XV secolo ma la stampa europea fu adottata solo più tardi". In che senso? Le frasi prodotte dall'IA mi lasciano sempre un senso di malessere addosso.
Provo a ripetere la domanda parlando di "tecnica tipografica". Mi parla di nuovo di Bi Sheng e di jikji, ma ci aggiunge qualcosa di nuovo. In Giappone la stampa europea fu introdotta nel 1590 dai gesuiti, ma la stampa xilografica era già diffusa da secoli. In India la prima tipografia fu fondata a Goa nel 1556 dai portoghesi, con scopi religiosi e didattici. E questo già lo sapevo.
Per gli altri continenti invece ripete quello che mi ha già detto.
Concludo chiedendo la lista dei primi 10 Paesi in cui si è diffusa la tecnica tipografica inventata da Gutenberg.
Al primo posto c'è la Germania, 1455, Magonza.
Dieci anni dopo la tipografia arriva in Italia 1465, Subiaco.
Nel 1470 tocca alla Francia, Parigi, grazie a un certo Jean Heynlin.
Due anni dopo arriva in Spagna 1472, Segovia.
Nel 1476 tocca all'Inghilterra, Westminster.
Nel 1473 ci sono i Paesi Bassi, con Utrecht dove lavorano Ketalaer e de Leempt e la Polonia, con Cracovia dove lavora un certo Kasper Straube.
Nel 1470 tocca alla Svizzera, Basilea, dove arriva un certo Berthold Ruppel, "ex collaboratore di Gutenberg".
Infine nel 1473 la tipografia arriva in Austria, a Vienna, grazie a Johannes Winterburger, e in Ungheria, a Buda, grazie a Andràs Hess.
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