Stella sumera
Youtube mi ha consigliato un video uscito la settimana scorsa il cui titolo annunciava che erano state decifrate delle tavolette mesopotamiche e che quindi la Storia doveva essere riscritta.
Non ho visto il video fino alla fine: era pieno di immagini prodotte dall'intelligenza artificiale e conteneva una musica inquietante di sottofondo quando quello che si diceva, se raccontato in un altro modo, non sarebbe affatto inquietante.
Una delle storie che venivano raccontate parlava di una tavoletta che raffigurava il cielo com'era cinquemila anni fa. Ricostruendo la posizione delle stelle con un apposito software, si arrivava alla data del 29 giugno dell'anno 3123 avanti Cristo. Sulla mappa sarebbe segnalata anche la traiettoria di un meteorite che avrebbe attraversato il cielo. E che si sarebbe schiantato in Austria, a Kofels, dove non c'è nessun impatto di meteorite bensì soltanto la traccia di una frana.
La storia mi puzza un tantino. La Mesopotamia è abbastanza lontanuccia dall'Austria, basta un grado in più o in meno per mandare il meteorite a qualche centinaio di chilometri di distanza. Il cielo ruota di 15 gradi l'ora rispetto ai punti cardinali, e da un giorno all'altro ogni stella si sposta di un grado, a parità di ora. Senza contare che il passaggio dura pochi secondi, quindi è ben difficile misurare la direzione precisa. La certezza sulla data del 29 giugno è molto sospetta.
Cerco con Google e viene fuori che la notizia risulta ripresa da vari siti che hanno ricalcato un qualche comunicato originario, ma sempre in maniera acritica. Quale sarebbe, nell'immagine, la linea che indica la traiettoria dell'asteroide? Quali riferimenti permettono di capire la data precisa?
Il sito degli Atei razionalisti ha pubblicato la notizia il primo aprile del 2008, e gli utenti hanno subito buttato tutto in caciara: si sa che alcune testate in giro per il mondo usano pubblicare una stupida notizia falsa per fare il cosiddetto pesce d'aprile. Il sito afferma che la fonte è un lancio dell'Ansa datato il giorno prima.
Si tratterebbe dello stesso meteorite che ha distrutto Sodoma e Gomorra.
E in effetti il 31 marzo 2008 anche il Corriere della Sera ci scrisse un articolo, firmato Francesco Tortora, modificato l'ultima volta il giorno dopo, 1 aprile.
La Stampa ci è arrivata tre anni dopo, il 28 marzo 2011, con un articolo firmato Mario Baudino pubblicato nella sezione Scienza (!). Titolo: "Sodoma distrutta da un asteroide".
A quanto pare esiste davvero un libro che sostiene questa teoria, scritto da due persone che vengono definite "scienziati", nell'articolo, e che secondo Wikipedia sono due ingegneri aerospaziali che per lavoro si occupavano di tutt'altro e che hanno pubblicato in proprio il libro contenente questa teoria. Amazon lo vende a 10 euro e 40, oppure a 4 e 22 per il Kindle.
La Stampa ammetteva che la teoria "non è accettata in blocco dalla comunità scientifica", pur senza avere intervistato o citato nessun membro della comunità scientifica. Se i siti mainstream fanno così, figuriamoci gli altri: se si dice "in blocco", siamo autorizzati a dedurre che una parte della comunità scientifica abbia accettato questa teoria, anche senza che nessuno l'abbia detto. Avete presente il gioco del telefono senza fili?
Hanno parlato di questa notizia i siti Ecoantropologia, Meteo Riviera Picena, Enzo Pennetta, Montagna Tv, Meteo Web e qualche blog, in italiano.
Tutti con attendibilità minima. Quando dicono che si vedono i nomi di alcune costellazioni note, nessuno si chiede dove si vedono questi nomi e come sono fatti.
E' più attendibile qualche commento su Amazon, dove si entra nel merito di quali sarebbero i caratteri interpretati male e quali dettagli sono stati aggiunti per costruirci sopra la storia.
La tavoletta in questione dovrebbe essere conservata in un famoso museo britannico e quindi qualche esperto potrebbe anche avere fatto qualche ipotesi in proposito, ma nessuno lo ha citato o intervistato.
In questi articoli leggiamo perfino che parte del cielo non si vede a causa della "copertura nuvolosa come in qualsiasi altra notte", come se si trattasse di una fotografia. Più probabile che la tavoletta sia rovinata in vari punti.
Poteva essere che la tavoletta fosse usata come astrolabio? Sì, ma qualcuno dovrebbe fare delle misurazioni per dimostrarlo. E invece niente.
Sempre nelle ultime ore mi è capitato di vedere un altro video che lancia l'allarme sull'ondata di materiali prodotti dall'intelligenza artificiale che sta invadendo la rete, e che rischia di mescolare il vero e il falso e rendere indistinguibile ciò che è veramente successo da ciò che non lo è. Chi fa le ricerche con l'intelligenza artificiale e verifica i risultati, trova che magari i tre quarti delle informazioni fornite provengono da una fonte identificabile (vere o false che siano), mentre la parte restante non si sa da dove provenga. E' inventata, probabilmente. Solo che qualcuno può produrre dei contenuti con quelle informazioni, e ottenere tante visualizzazioni, ed essere considerato attendibile dall'intelligenza artificiale che lo citerà quindi come fonte. E allora come si fa a sbrogliare una faccenda qualsiasi, se vero e falso sono indistinguibili?
Comunque, questo blog non si occupa di teorie ansiogene o di Ia, bensì di caratteri tipografici. E tutte queste riflessioni mi hanno fatto venire in mente una domanda: come si scriveva "stella" in cuneiforme?
Molte delle parole che noi usiamo sono recenti, quindi le parole corrispondenti esistono soltanto in lingue moderne. Ma le stelle esistono fin dalle origini dell'umanità, quindi è chiaro che in qualunque lingua al mondo hanno ricevuto un nome.
Wiktionary offre una traduzione di ogni parola in tutte le lingue conosciute, quindi vado subito a cercare lì.
Gli Hittiti scrivevano in cuneiforme, ed effettivamente la parola ha la forma che uno si aspetta. E' composta da cinque caratteri, ognuno dei quali ottenuto assemblando insieme cunei di varie forme e dimensioni. La parola si pronuncerebbe "hasterza", e la cosa mi lascia abbastanza di stucco. La radice è la stessa della parola latina "aster", da cui deriva l'italiano "astro" ma anche "asteroide"; contiene la sillaba "ste" di stella, e ricorda l'inglese "star". Insomma, la nostra lingua discenderebbe da quella ittita, o comunque ha una radice comune.
Anche gli ugariti usavano l'alfabeto cuneiforme. Qui abbiamo due simboli ripetuti due volte, uno composto da tre cunei che puntano a destra disposti a triangolo, l'altro con due cunei che puntano in basso e due in linea che puntano a destra. La trascrizione sarebbe kbkb, e chissà come si pronunciava.
Ma a quanto pare i sumeri avevano un simbolo molto più affascinante per indicare la stella. Erano quattro cunei che si intersecavano al centro, ripetuti per tre volte. Il risultato erano praticamente tre asterischi disposti a triangolo. E guarda caso, qual'è la radice della parola "asterisco"? Di nuovo, la parola ittita "hasterza".
Solo che i sumeri, a differenza degli hittiti, usavano una parola ispirata a una radice completamente diversa. Stella si diceva "mul".
Questa parola (e questo glifo) non indicava soltanto le stelle, ma anche le costellazioni. Inoltre poteva essere usata come verbo, col significato di brillare, scintillare, irradiare.
Wiktionary contiene quattro parole che contengono questo glifo, tra cui il nome del Gran Carro, ossia le principali stelle della costellazione dell'Orsa Maggiore, che all'epoca sembra si chiamasse "aratro", come ancora oggi in inglese. Il nome si scriveva con tre glifi: costellazione - di legno - aratro, e doveva pronunciarsi "apin".
Unicode ha assegnato al segno sumero che indica la stella o costellazione il valore U+1202F. Fontspace gli dà il nome "cuneiform sign an three times", ossia: il segno cuneiforme an ripetuto tre volte. Nessuno dei font caricati sul sito contiene questo glifo.
Il segno an, a forma di asterisco, ha il codice U+1202D.
E che significa?
Sempre secondo Wiktionary, indicava il cielo, o anche il dio del cielo, An. In generale, poteva anche indicare un qualsiasi dio o dea.
E infatti lo troviamo su Wikipedia sia per indicare il dio sumero An, sia il dio accade Anu, in combinazione con altri due segni.
E anche nella parola Eanna, che indica il tempio di Inanna, che si trova ad Uruk. Inanna è la "Regina del Cielo".
La voce di Wikipedia dedicata all'asterisco non fa riferimenti al cuneiforme. Il primo ad usarlo sarebbe stato Aristarco di Samotracia, il cui nome contiene la sillaba "star" per pura coincidenza. Lui visse nel secondo secolo avanti Cristo, mentre l'etimologia della parola attuale sarebbe nata soltanto nel medioevo.
La pagina contiene anche la foto di un altro segno tipografico, l'asterismo, che è composto da tre asterischi disposti a triangolo.
A differenza del glifo sumero qui uno dei tre simboli è disposto al disopra degli altri due affiancati, mentre nel segno cuneiforme è disposto a destra degli altri due incolonnati.
Un'ultima curiosità: che giorno della settimana era il 29 giugno del 3123 avanti Cristo? Lo chiedo a Copilot, e l'intelligenza artificiale della Microsoft è molto restia a darmi una risposta, tenuto conto che all'epoca non esisteva il calendario gregoriano, che risale al Cinquecento, ma nemmeno quello giuliano, introdotto nel 46 avanti Cristo e senza giorni della settimana. Inoltre l'anno zero non esiste: il nostro calendario comincia dal... 525 credo, quando Dionigi il Piccolo ha stimato quanti anni potevano essere passati dalla nascita di Cristo, fissando questa data all'anno 1 dato che lo zero non si usava.
Alla fine Copilot cede: "Alcuni software di calcolo astronomico e calendari perpetui possono simulare date antiche usando estensioni del calendario gregoriano. Secondo questi modelli, il 29 giugno 3123 avanti Cristo potrebbe cadere di mercoledì, ma è una stima puramente teorica e non storicamente verificabile".
A quei tempi l'Austria era abitata da popolazioni neolitiche che non conoscevano la scrittura, e quindi non potevano tramandarci il racconto né di frane né di meteoriti.
Provo a usare il calendario di Excel per fare una verifica, ma non ci arriva. Riesce a risalire fino al 1 gennaio 1900 (the epoch, in informatica), che era domenica. Se diminuisco la data di uno mi dice che il 0 gennaio era sabato (!). Per le date precedenti mi fornisce una sequenza di #.
A salire invece arriva fino al 31 dicembre del 9999, che sarà venerdì.
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