Bollettino della Vittoria
Questa foto arriva da Sabaudia, una città costruita nell'Agro Pontino, vicino al mare (e al lago costiero) ai tempi della Bonifica, nel 1934. Erano tempi molto patriottici, diciamo, e questo è uno degli esiti: l'intero bollettino della Vittoria della Prima Guerra Mondiale inciso su marmo sulla parete di un edificio di due piani.
21 righe di testo da oltre 15 parole ciascuna, più il titolo, la data del 4 novembre 1918 (domani ricorre l'anniversario) e la firma del generale Diaz.
Mi viene da sudare soltanto al pensiero di dover fare tutto questo lavoro. Con le tecnologie dell'epoca credo che il marmista dovesse ricalcare a mano, lettera per lettera, gli stencil sulle lastre di pietra e poi iniziare a lavorare di scalpello per incidere all'interno delle aste.
I caratteri scelti in questo caso sono dei senza grazie, solo lettere maiuscole, con la O più alta che larga. Il testo non è giustificato ma è sillabato, le righe hanno pressappoco la stessa larghezza.
Istintivamente l'occhio mi si ferma sulle irregolarità tipografiche.
Prima della metà della terza riga troviamo la parola "valore". Indubbiamente la V e la A sono troppo lontane tra di loro. In tipografia digitale questo problema si risolve con la crenatura o kerning: il disegnatore stabilisce una coppia di caratteri e un numero di unità che vanno sottratte alla spalla destra del primo se i due sono consecutivi.
Il marmista lo sapeva che c'era questo problema, tanto è vero che certe volte è intervenuto in maniera incisiva, anche troppo, per risolverlo. Basta vedere cosa succede quattro righe più in basso, proprio sotto la parola che abbiamo appena visto. C'è scritto "avanzata" e lì i tratti obliqui della A e della V sono molto ravvicinati, così come quelli della V con la A successiva.
Ha imparato quindi? Non proprio, dato che le ultime tre lettere della parola (ATA) sono troppo distanti tra di loro.
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| Problemi di crenatura: la V e la A a volte sono troppo lontane, a volte troppo vicine, mentre la T è sempre più lontana del dovuto dalle A. | 
AV e VA sono due delle coppie di crenatura che vengono in mente per prime, come pure AT e TA.
Può sembrare strano che due lettere possano formare due coppie, ma solo perché nei due esempi in questione le lettere sono simmetriche.
Nel caso di L e T la coppia di crenatura su cui lavorare è eventualmente solo una: LT. Non ha senso infatti avvicinarle nella combinazione TL, dove la distanza è già ottimale.
Mi pare che la parete sia composta da varie lastre di marmo: otto in larghezza per nove in altezza, 72 in totale.
Quale è il corpo del carattere, in punti tipografici?
Impossibile capirlo soltanto dalla foto perché mancano i punti di riferimento. Immaginando che quella finestra sia di un metro e venti mi verrebbero più di 10 centimetri a lettera e più di 500 punti tipografici. Ma si tratta di un calcolo molto arbitrario.
Il sito dei Beni Culturali dice che la scritta è alta 4,5 metri e lunga 1km. Alla prima informazione ci posso anche credere, e implicherebbe che la superficie coperta dalla scritta sarebbe di una ventina di metri quadrati. Ma come ci arriviamo a 1 km?
Difficile che sia vero. Sommando la lunghezza di tutte le righe si arriverà sì e no a 100 metri.
E quale font si potrebbe usare per fare una scritta del genere?
Bah, come proporzioni potrebbe andare bene anche un normale Bahnschrift. Nella scritta su marmo però la A era appuntita, una caratteristica che si trova poco nei caratteri tipografici moderni. Su Google Fonts si può trovare il Voltaire che ha questa caratteristica, ma tutte le lettere sono molto più art deco di quelle che si vedono nella foto.
Un'altra differenza che noto rispetto al Bahnschrift è la coda della Q. Nel font digitale è di forma rettangolare e sta per metà dentro la lettera. Nella scritta della foto invece è solo esterna e affusolata.
Nulla in comune invece per quanto riguarda i numeri: il 4 è chiuso, il 9 è aperto (non sempre), il 5 ha il tratto rettilineo a sinistra inclinato, il 3 è palesemente serif, l'1 è rettangolare.
Questa non è la sola incisione del bollettino della vittoria firmato da Diaz. Ce n'è un'altra sul Vittoriano a Roma. La foto si può vedere su Wikipedia. In quel caso però le lettere scelte sono romane classiche, con le V al posto delle U.
L'enciclopedia mostra anche una lapide commemorativa con l'intero testo, che si trova a Monza ma è alta quanto una normale finestra.
Il testo del bollettino inserito nell'articolo di Wikipedia differisce un po' da quello che si può leggere a Sabaudia. I numeri non sono scritti a cifre ma per esteso. Si legge la parola "cecoslovacca" anziché "czeco-slovacca". Il duca di Aosta è "S.A.R" anziché solo "S.A." (Sua Altezza Reale), eccetera.
Non ho letto e studiato il testo e non ho confrontato le varie versioni, dato che mi interessava soprattutto l'aspetto della scritta che si vede nella città pontina.
Chissà se in Italia ci sono scritte più ingombranti.
Comunque, lo stesso testo è stato realizzato anche su supporti più piccoli, ad esempio una placchetta di 8x8,5 cm che si può vedere su un sito di numismatica.







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