Da tecnologie diverse al digitale
Per realizzare il primo carattere tipografico della storia, Gutenberg prese ispirazione dai manoscritti che venivano venduti all'epoca in Germania.
I primi tipografi tedeschi arrivati in Italia presero ispirazione per le maiuscole dalle incisioni lapidarie romane e per le minuscole dai manoscritti carolingi, indirettamente attraverso lo stile che gli umanisti italiani avevano messo a punto.
Entro la fine del Quattrocento venne inventato un terzo stile tipografico, il corsivo italico, ispirato alla scrittura a mano con asse inclinato in avanti.
Questi furono gli unici tre stili dell'alfabeto latino che rimasero in uso fino all'Ottocento, quando l'invenzione della pubblicità stimolò la creazione di un gran numero di stili fantasia, con le proporzioni di base alterate nella maniera più estrema, tra l'altro portando all'invenzione dei senza grazie di cui oggi non possiamo fare a meno.
Tuttavia nel corso del tempo sono state realizzate scritte di tutti i tipi con le tecniche più varie, adattando la forma delle lettere alle esigenze specifiche, e a un certo punto queste derivazioni sono entrate nel mondo tipografico quando qualcuno ha pensato di realizzare caratteri ispirati agli stessi principi.
Ne parla il capitolo 11 dello Sheepbook di Erik Spiekermann, che si può leggere su Google Fonts nella sezione Knowledge.
Il capitolo si apre con la foto di alcuni timbri che generano stampe in cui l'interno delle aste non è a tinta unita, ma è imperfetto a causa della ruvidità del materiale e della diffusione irregolare dell'inchiostro sulla superficie. E con l'immagine di alcuni stencil, ossia lamine su cui ci sono aperture che permettono all'inchiostro o alla vernice di arrivare fino al supporto su cui bisogna scrivere.
Con questa tecnica, per mantenere in posizione la controforma, è necessario interrompere le aste al fine di evitare di lasciarla isolata dall'esterno del glifo.
Scrive Spiekermann che nel 1937 vennero creati i primi caratteri tipografici stencil, in cui questa soluzione veniva applicata anche se in questo ambito non sarebbe stata necessaria. Lo stencil di R. Hunter Middleton venne pubblicato dalla Ludlow a giugno, mentre il mese successivo venne lanciato sul mercato quello di Gerry Powell della Atf.
Il capitolo prosegue mostrando le insegne al neon, che hanno uno stile caratteristico per cui tutta la scritta deve essere realizzata con lo stesso tubo. Ci sono poi le scritte a mano fatte nei mercati, nei pub e nei ristoranti.
Seguono gli stili inventati apposta per contesti specifici, come i film horror o i cartoni animati per bambini, che sono come dei dialetti specifici nel mondo della tipografia.
C'è la scrittura a mano e quella a macchina, che pure ha portato alla creazione di caratteri tipografici derivati. La scrittura a mano è sempre stata una sfida per i tipografi, perché mentre scrivendo a penna la forma delle lettere si adatta naturalmente al contesto, congiungendosi alle lettere adiacenti o allargandosi a piacimento nello spazio vuoto, in tipografia si è costretti a ricondurre il tutto a un numero limitato di glifi che è difficile far incastrare alla perfezione con gli altri. Le funzionalità OpenType che sono state introdotte negli ultimi anni permettono di risolvere molti problemi, introducendo varianti contestuali e legature automatiche che rendono il testo stampato sempre più simile a quello manoscritto.
Le macchine da scrivere sono andate in pensione da tempo, ma i caratteri digitali sopravvivono tranquillamente in digitale. Sui documenti della contabilità bancaria o aziendale per esempio si usano font monospace che derivano direttamente da quelli disegnati per le macchine da scrivere.
Il capitolo si conclude accennando ai caratteri in legno, quelli che venivano realizzati nell'Ottocento e nel Novecento per stampare in grandi dimensioni, dato che il legno in quel contesto era più adatto del metallo.
Con le tecnologie moderne è possibile fare il percorso opposto, partendo dai font digitali per realizzare caratteri tipografici in legno da usare con le vecchie presse, grazie a strumenti che automatizzano il lavoro dell'incisione che un tempo doveva essere fatto a mano.




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