Sistemi di scrittura
In coda allo Sheepbook di Erik Spiekermann, scaricabile in Pdf da Google Fonts nella sezione Knowledge, c'è qualche pagina dedicata agli altri sistemi di scrittura nel mondo.
L'autore fornisce anche alcuni dati: più di 5 miliardi di persone usano l'alfabeto latino, dopo che il colonialismo ha imposto in molti Stati l'inglese, il francese, lo spagnolo, il portoghese e anche l'olandese.
In realtà non sono soltanto le lingue europee a fare uso dell'alfabeto latino: anche lingue che non avevano una forma di scrittura hanno adottato le lettere latine, mentre in alcuni Paesi si è deciso di abbandonare un vecchio sistema di scrittura meno pratico per avvicinarsi a un sistema più utile nelle relazioni internazionali. La forma base delle lettere è la stessa che conosciamo noi, con l'aggiunta qua e là di qualche segno diacritico.
Ciononostante, 600 milioni di persone usano la scrittura araba e 250 quella cirillica.
Alcune ex repubbliche sovietiche sono tornate alla forma di scrittura che avevano in precedenza, come Georgia o Armenia. Usa l'alfabeto cirillico anche uno stato europeo, la Bulgaria, tanto che sulle nostre banconote la scritta "euro" è ripetuta tre volte, in lettere latine, greche e cirilliche.
L'alfabeto greco ha un'enorme importanza dal punto di vista storico. La Grecia era già grande dal punto di vista culturale quando i romani ancora non avevano scritto nulla di significativo. Negli studi classici il greco è fondamentale, tanto che sul Manuale Tipografico di Bodoni, stampato all'inizio dell'Ottocento, gran parte dei font stranieri disponibili era dedicato alla lingua greca. Tuttavia i parlanti al mondo sono pochi, 11 milioni, come pure sono pochi quelli che usano la scrittura ebraica, 14 milioni.
Spiekermann cita il CJK, ossia l'insieme delle lettere necessarie per scrivere in Cina, Giappone e Corea, nomina la scrittura Devanagari usata in India, ma non fornisce numeri, a parte un vago riferimento al fatto che si tratta di "larga parte delle popolazione mondiale".
Chiedo a Copilot, il chatbot di Microsoft basato su Smart(Gpt-5), che mi fornisce questa classifica: al primo posto c'è l'alfabeto latino usato da 5 miliardi di persone, il 70% della popolazione mondiale. Al secondo posto ci mette i caratteri cinesi (hanzi), usati da 1,4 miliardi di persone, in Cina, Taiwan e Hong Kong, e che influenzano anche il giapponese. Al terzo posto c'è l'alfabeto arabo, usato da 660 o 700 milioni di persone, diffuso in Medio Oriente, Nord Africa e parte dell'Asia. Segue il Devanagari, usato da 600 milioni di persone in India per lingue come hindi, marathi e sanscrito. Al quinto posto qualcosa che non mi aspettavo, l'alfabeto bengalese, 300 milioni di persone circa, usato in Bangladesh e in alcune regioni dell'India.
L'Ia cita anche cirillico, greco, ebraico, i sistemi giapponesi (hiragana, katakana e kanji) e il braille in uso tra i non vedenti.
Dice che l'alfabeto latino si è diffuso grazie al colonialismo prima e all'informatica poi, quello arabo grazie alla religione islamica, e che i caratteri cinesi sono il più antico sistema ancora in uso, con oltre tremila anni di storia.
Spiekermann nel suo libro cita anche la scrittura Cherokee, inventata da una tribù di nativi americani, usata da 20 mila persone. A suo dire sarebbe il sistema di scrittura meno usato al mondo.
Chiedo il parere a Copilot, che accenna all'esistenza di un Atlante degli Alfabeti in Pericolo: ci sono decine di sistemi di scrittura che non vengono più insegnati nelle scuole né usati nella vita quotidiana, ma sopravvivono solo in contesti religiosi, artistici o culturali.
L'Ia cita il sistema dei Cherokee, ma accenna anche allo n'ko dell'africa occidentale, al tifinagh berbero in uso tra i tuareg e sostituito da arabo e latino, al mandombe del Congo.
Tra gli alfabeti religiosi cita il bamum del Camerun e il lisu di Cina e Myanmar.




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